22 agosto 2011

L'assurdo "Happy World" della Birmania


La Birmania o Myanmar è uno stato asiatico resosi famoso dalle nostre parti a seguito delle proteste antigovernative dei monaci buddisti del 2007. Figura carismatica di questa opposizione è certamente Aung San Suu Kyi premio Nobel per la pace e sostenitrice di una svolta democratica nel paese. Dal lontano 1962 infatti la Birmania vive sotto la guida di regimi militari che nel tempo si sono alternati senza tuttavia modificare la sostanza delle cose. Un paese stretto da una dittatura totalitaria, dove i diritti umani vengono sistematicamente violati e le elezioni sono un'operazione di facciata.

A raccontare le stranezze e le assurdità di questo paese ci hanno pensato Tristan Mendès, blogger e attivista francese assieme al suo operatore, i quali hanno preparato un piacevole documentario di 30 minuti chiamato Happy World e messo in internet.

Proprio per sminuire il dramma della dittatura militare, gli autori hanno mostrato la vita di tutti i giorni con ironia: le strane regole attinenti la guida delle auto, l'assenza di libertà per internet, il costo esorbitante delle SIM card dei cellulari, l'impossibilità di pagare con forme diverse dai contanti e mille altre contraddizioni. Ne emerge una descrizione grottesca e nello stesso tempo amara di una nazione ai margini della comunità internazionale. 




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