23 dicembre 2014

Steve McCurry: riflessioni sulla moltitudine di vite esistenti attraverso uno sguardo


Steve McCurry, India
India © Steve McCurry

Se osservi un paio di occhi grandi, verdi o neri, innocenti o magari rimarcati da rughe vistose, come in un gioco di specchi puoi entrare in differenti dimensioni di vita, ognuna in rapporto ad una cultura, a un luogo, a un modus vivendi. Ritraendo il volto delle persone, se ne documenta un vissuto, un bagaglio pesante o leggero che sia, chiarito senza la necessità di usare parole bensì dall'universale linguaggio degli occhi.


E' questo che emerge così fermamente dal percorso fotografico e di vita del fotoreporter americano Steve McCurry che, ormai da oltre quaranta anni, firma alcuni tra i più avvincenti e memorabili scatti di ritratti ed esperienze ambientati nei grandi e sconfinati territori dell'India, del Pakistan e della Birmania.
L'ultima retrospettiva dell'autore si trova nella bella città di Monza ed è ospitata dalla Villa Reale, con il titolo Steve McCurry, Oltre lo Sguardo: più di 100 fotografie che mischiano volti di popolazioni colorate e lontane a paesaggi nei quali la composizione è padrona indiscussa.

Burma (Birmania) © Steve McCurry
Burma (Birmania) © Steve McCurry

Oltre lo Sguardo
si snoda tra le stanze del Secondo Piano Nobile della Villa, fresche di una ristrutturazione che le ha riportate ad antico splendore. L'ambientazione storico-artistica ha sicuramente influito sulla presentazione delle immagini: è di Peter Bottazzi la disposizione delle gigantografie, alcune appoggiate a supporti di legno, altre tra i pioli di scale lunghe e che tagliano in due il grande corridoio centrale, per evitare di rovinare le pareti tappezzate.

Questa modalità di presentazione ha, in alcune occasioni, resa difficoltosa la visione delle immagini stesse, proponendone talune a un'altezza troppo elevata e talaltre in posizioni eccessivamente basse. Nonostante questo neo, la raccolta di scatti e l'ambientazione curata sono valse i 10 euro d'ingresso, con l'unico consiglio di recarsi alla mostra durante la settimana.
Filo rosso che collega tutte le fotografie esposte è la palese e rimarcata passione di McCurry per i paesi asiatici o che in qualche modo vi gravitano attorno, geograficamente o per comune stile di vita.L'artista ha dichiarato più volte di essere rimasto affascinato da questi luoghi e di aver, grazie alla popolazione che li vive, cominciato una lunga e prosperosa serie di preziosi scatti fotografici che hanno poi coronato la sua carriera.

Le immagini sono molte, ma alcune più di altre riescono a far breccia nell'osservatore: perché di Steve McCurry ci sono ritagli di mondo e personaggi così magistralmente colti che ti smuovono dentro una sensazione sconosciuta e senza eguali, e immagini delle quali apprezzi "solo" la composizione o un particolare preciso, rimanendone però un po' distante.
Impossibile far mancare alcuni ritratti molto celebri del fotografo per ricordare parte del suo percorso, come la ragazza Afgana e il vecchio della Tribù Rabari (ritratto realizzato nel 2010 con l'ultimo rullino Kodachrome di Eastman Kodak) che campeggia immenso e cangiante sulla parete accanto alla rampa di scale che porta al Secondo Piano Nobile. Ma sono le immagini inedite che destano l'attenzione maggiore.

Dust Storm, Rajasthan © Steve McCurry
Dust Storm, Rajasthan © Steve McCurry
Dust Storm è sicuramente una di queste: Rajasthan, India del Nord. McCurry a bordo di un taxi sta attraversando il deserto in direzione Jaisalmer vicino al confine tra India e Pakistan, quando imperversa una tempesta di vento e sabbia che costringe le donne del villaggio ad abbandonare le loro occupazioni e ripararsi. Ecco allora abiti lunghi che di un rosso scarlatto si mischiano al verde scuro ed al blu, e si stringono a formare un cerchio, per ripararsi
dalle polveri che s'innalzano. 

Sullo sfondo una luce aranciata, sfumata dall'effetto naturale della sabbia a contatto col cielo. Non sembra ci siano confini. La composizione è eccellente: le donne in cerchio ricordano La Danza di Henri Matisse, sembrano quasi ballare mentre pregano e cantano; i due vasi lasciati lì per terra restituiscono le dimensioni reali della scena.

McCurry fotografava l'India in analogico, potendo apprezzare i risultati del suo lavoro solo dopo febbrili giorni di attesa: di tutte le immagini scattate, solo una ritraeva quell'occasione.

La fotografia è fatta di grandi appostamenti, di pazienza, di razionalità. Le abitudini e gli stili di vita di una certa popolazione possono essere sempre uguali, dalla mattina alla sera, tutti i giorni.
McCurry lo sa bene: ha ritratto per giorni interi, all'alba e al tramonto, i pescatori delle coste dello Sri Lanka.

Arrampicati sulle canne di bambù e piantati nell'oceano Indiano, pescano a uno a uno i pesci, sballottati qua e là dalle onde scure e sempre tormentate dalle correnti. Anche qui, McCurry ci meraviglia con la composizione: il cielo nuvoloso si collega con la spuma delle onde che, a sua volta, s'infrange sul quarto pescatore intento a raggiungere la sua postazione poco più in là. I soggetti, quattro e tutti concentrati nel loro lavoro, sono rappresentati come uno solo, racchiusi dagli scogli a destra e dalla mancanza di orizzonte a sinistra.

Sri Lanka, Weligama © Steve McCurry
Sri Lanka, Weligama © Steve McCurry

E poi l'eloquenza degli occhi, quelli dei bambini soprattutto.

Queste fotografie sono state concepite da McCurry, sì. Non vi è dubbio però che siano state rese ineguagliabili dalla ricchezza interiore degli occhi che in esse sono ritratti. Occhi che in Afghanistan vedevano la Guerra, in India la miseria e poco futuro. Tuttavia, pur sempre sguardi innocenti di bambini che, probabilmente, non sanno nemmeno di "indossare" questa realtà a noi così lontana. Basta pochissimo per vederla da quanta ne trabocca.

L'intera retrospettiva dell'artista è una scoperta. Sappiamo benissimo che i posti così lontani da noi che McCurry ha visitato sono meravigliosi. L'oceano e le terre semideserte, l'influenza delle filosofie religiose, le feste, il lavoro duro, i vestiti sgargianti e annodati su corpi ben fatti, già ci stuzzicano la fantasia. Eppure, la grande umanità di un fotoreporter eccezionale ci ha documentato uno spaccato di un mondo che (anche se spesso ci sfugge) appartiene anche a noi, rendendolo non solo stuzzicante, ma incredibile.

Con McCurry è facile viaggiare in Rajasthan, andare a conoscere la bellezza della Birmania e dello Sri Lanka, sbirciare gli allenamenti dei Monaci di Shaolin, sporcarsi della polvere colorata dell'India, dei gialli, degli azzurri e dei rossi, sui visi e sulle case.
E' sempre un piacere sapere che un fotografo così attento e sensibile venga a esporre le sue migliori foto in Italia ormai a cadenza quasi annuale, e testimoni anch'egli la diversità e la multiculturalità della nostra Terra, rendendoci più aperti a tanti modi di vivere e di pensare, e più consci rispetto alle bellezze e alle grandi tragedie che non devono essere taciute.

Ragazza nell'orfanotrofio di Kandahar, Afghanistan © Steve McCurry
Ragazza nell'orfanotrofio di Kandahar, Afghanistan © Steve McCurry

Oltre lo Sguardo
, per capire che la propria vita fa parte di un'idea più ampia di insieme.

Grazie del viaggio, Steve!




Steve McCurry - "Oltre lo Sguardo"
Fino al 6 aprile 2015
Villa Reale di Monza, Secondo Piano Nobile
Viale Brianza 1, Monza
Aperture: dal martedì al venerdì dalle ore 10 alle 18. Sabato, domenica e festivi, dalle ore 10 alle 19.
Il biglietto, oltre a dare la possibilità di visionare la mostra negli Appartamenti privati, consente l'accesso al Belvedere.
Prezzi: 12 € intero; 10 € comitive di almeno 15 persone, insegnanti e varie convenzioni (una su tutte la Tessera ARCI dell'anno corrente); 4 € ridotto speciale per scuole e minori di 18 anni; gratuito per i minori di 6 anni, disabili e accompagnatori, tesserati ICOM, giornalisti accreditati, guide turistiche, due insegnanti per scolaresca, 1 accompagnatore per gruppo di adulti.

Una seconda mostra dell'artista presente in Italia (questa volta tra le colline verdi dell'Italia centrale) è intitolata Sensational Umbria, e porta alla luce il progetto fotografico di McCurry in viaggio tra le bellezze dei paesaggi e dei colori della regione più verde d'Italia, l'Umbria appunto.
Fino all'11 gennaio 2015
Museo Civico di Palazzo della Penna ed ex Fatebenefratelli
Perugia

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