28 giugno 2025

Ricordando Lea Massari

Sovente le espressioni artistiche costituiscono delle forme di apertura verso il mondo completamente opposte rispetto al grado di riservatezza e introspezione di chi l’arte la fa, la crea. Molte personalità artistiche, infatti, respirano un sano e necessario silenzio che poi colorano attraverso l’arte da regalare successivamente al pubblico. In un mondo spesso falsamente brillante a tutti i costi, una scelta di discrezione può essere considerata strana o poco conveniente, ma se serve ad offrire maggiore voce alle opere e al talento, può rivelarsi un’opportunità vincente. Questa è la strada che ha deciso di percorrere una grande attrice italiana di cinema e televisione, Lea Massari, scomparsa pochi giorni fa alle soglie dei 92 anni.

Lea Massari, nome d’arte di Anna Maria Massatani, nasce a Roma il 30 giugno 1933 e nei primi anni della sua vita segue il padre ingegnere in Spagna, Francia e Svizzera. Ad appena 21 anni il suo futuro marito Leo muore a causa di un incidente stradale 8 giorni prima del matrimonio e questo tragico evento segnerà per sempre la sua vita. Quando poi nel 1954 viene scelta per recitare nella pellicola di Mario Monicelli Proibito ed inizia, così, la sua carriera nel mondo della settima arte, sceglie come nome d’arte Lea in onore del fidanzato scomparso.

In seguito prende parte a diversi film diretti da cineasti molto famosi come Una vita difficile di Dino Risi del 1961, in cui recita al fianco di Alberto Sordi, Le quattro giornate di Napoli di Nanni Loy del 1962, Le soldatesse di Valerio Zurlini del 1965. Lavora molto anche in Francia, in opere come L’amante di Claude Sautet del 1970 e Le femme en bleu di Michel Deville del 1972. Nella sua carriera c’è spazio anche per la televisione, celebre, infatti, la sua interpretazione della Monaca di Monza ne I promessi sposi di Sandro Bolchi del 1967.

Fra i vari lavori del grande schermo di cui si rende protagonista, uno dei più importanti è, senza dubbio, L’Avventura di Michelangelo Antonioni del 1960, pellicola simbolo del cinema della modernità degli anni Sessanta. Qui Massari interpreta il ruolo di Anna, una giovane ragazza borghese che scompare misteriosamente nel corso di un’escursione all’isola di Lisca Bianca mentre si trova, fra gli altri, in compagnia del fidanzato Sandro, interpretato da Gabriele Ferzetti, e dell’amica Claudia, interpretata da Monica Vitti. In questa opera filmica Anna è una presenza costante nonostante sia di fatto assente e le vicende dei vari protagonisti ruotano attorno a questa sparizione improvvisa. Il critico Giorgio Tinazzi descrive così il personaggio di Anna, al contempo così pieno ed evanescente: 

Anna è insofferente, nei confronti del padre [...], e verso il rapporto con Sandro […], imprevedibile, rivela presto una sua insicurezza, cercando quasi infantilmente di richiamare l’attenzione su di sé […]. 

Un ruolo legato, dunque, all’assenza che richiama le scelte personali e soprattutto lavorative che caratterizzeranno successivamente la vita di Massari.

Infatti, il 7 novembre 1987 compare un articolo su «L’Unità» a firma di Alberto Crespi in cui Massari annuncia di voler lasciare il cinema. Ecco quanto affermato dall’attrice nel corso dell’intervista:

Vorrei chiudere la mia carriera con tre ruoli belli, che insieme formino un ideale ritratto di donna a tutto tondo. Tre film che rispettivamente raccontino rapporti con un marito, un figlio, un amante. II racconto della Beauvoir è su una moglie apparentemente felice e serena che scoperto il tradimento del marito, scoprirà anche la vanità del modello di vita che si è costruita. Gli altri due capitoli? lo li so ma li dirò anche a voi. Sogno di fare Il manoscritto di Singer, un racconto bellissimo, e poi vorrei chiudere con un personaggio di donna romana, per recitare di nuovo in questo mio dialetto che dai tempi di Rugantino nessuno mi ha più lasciato parlare. 

Durante il periodo di lontananza dalle scene Massari si dedica alle sue più grandi passioni, ovvero la musica e gli animali, conducendo una vita molto riservata. Oltre ai suoi lavori per il cinema e la televisione, allo sguardo magnetico, alla bellezza raffinata e al portamento elegante, oggi di lei resta, anche e soprattutto, il coraggio di scegliere la discrezione in un mondo urlato e patinato e di abbandonare strade non più allineate con il proprio sentire, con grande e rara onestà intellettuale. Ricordando Anna in L’Avventura, la sua è stata un’assenza piena, voluta, alla ricerca di qualcosa di più autentico.

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