Visualizzazione post con etichetta MUSICA. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta MUSICA. Mostra tutti i post

31 agosto 2020

Dentro al pezzo: Under pressure

Il famosissimo brano nato nel 1981 dal genio del Duca Bianco e dei Queen. La sua storia, il suo significato. L’amore, la vita.

David Bowie e Freddie Mercury
Tratto da “The Times”

La storia

Nel 1981, nella pacifica e silente Svizzera, a Montreaux, in uno studio di registrazione di proprietà dei Queen, nacque quasi per caso questo brano meraviglioso. Un testo che ancora oggi identifica completamente il mal di vivere della nostra società, ed un suono che ancora carica la mente di energia.

23 luglio 2020

Dal continente India, suoni e voci da Nord a Sud

sarasvati
La dea sarasvati, la protettrice delle arti musicali
La Musica Indiana si suddivide in due grandi sotto-insiemi, geograficamente divisi come divisi sono stati storicamente dai fatti geopolitici, dalle conquiste e dalle guerre. La conquista islamica dell’India ha origine durante il Medioevo, e ha avuto le sue maggiori influenze dove potè dominare indisturbata, nel Nord dell’India. Al Sud infatti non riuscì a penetrare profondamente e dal punto di vista culturale le tradizioni e la cultura indiana rimasero poco influenzate.


23 giugno 2020

Introduzione alla musica classica Hindustani


La musica è un qualcosa di inafferrabile che porta lontano la mente ed il cuore. Con la Musica Indiana si entra dentro un universo sonoro che fa sognare un altro tempo ed un altro spazio, che sa di mistero e di saperi lontani.

31 marzo 2020

L’irriverenza dei Nakhash: intervista in occasione del nuovo singolo "Iconoclasta"

Nakhash

Disinibiti e irriverenti i Nakhash irrompono nel panorama musicale nel 2014, proponendo inediti pezzi dal gusto rock’n’roll contaminati da note di sapore pop, indie e alt. Il ritmo e lo stile “grezzo” legano le voci di Elisabetta Rosso (voce, synth e chitarra ritmica) e Riccardo d’Urso (chitarra, solista e seconda voce) al suono di Simone Bussa (basso) e Francesco Di Blasio (batteria). Nel 2015 la band torinese parte per il primo tour che li vede protagonisti sui palchi di: Asti Musica, Collisioni, Hiroshima Mon Amour e Viper. Una grande soddisfazione per i giovani arriva in occasione di Emergenza festival dove sul palco dell’Alcatraz vengono nominati come una delle migliori quattro band italiane nel panorama della musica emergente. Ad oggi lavorano con entusiasmo al nuovo progetto in collaborazione con Pan Music Production.

26 novembre 2019

Intervista alla progressive rock band Prometheo

Prometheo

Una band a dir poco esplosiva che nasce nel 2008 dal connubio della passione per i suoni vintage degli anni ‘70 e ‘80 e i testi della mitologia greca. Una ricetta vincente che ha portato il gruppo ad essere il protagonista indiscusso di un tour locale che ha fatto tappa in importanti teatri e associazioni culturali della Puglia. Nel 2019 con la partecipazione al bando Puglia Sound Record, i ragazzi presentano il loro primo album D’un fuoco rapito, d’un giovane uomo, d’un amore insensato incentrato sulla figura mitologica di Prometeo

11 febbraio 2019

Intervista ai Lovecats

Lovecats

Drizzate le orecchie amanti dei “suoni alternativi e frizzanti” il 4 febbraio 2019 è uscito il primo EP dei Lovecats. Per chi non li conoscesse la band avviata nel 2016, nasce dalle aspirazioni comuni di tre amici: Piero vocals/guitars, Alessandro bass/backing vocals e Stefano drums/backing vocals.  

25 luglio 2018

Ululatori, stropicciatori, ronzatori: l’orchestra futurista di Luigi Russolo

Intonarumori

Il 21 aprile del 1914 l’orchestra degli Intonarumori debutta al Teatro Dal Verme di Milano, inaugurando una nuova stagione nella musica contemporanea. Diciotto scatole meccaniche – ululatori, rombatori, crepitatori, stropicciatori, scoppiatori, ronzatori, gorgogliatori e sibillatori – riproducono vortici di suoni simulando i rumori dell’ambiente moderno. Il bizzarro organico lascia di stucco il pubblico e indigna pesantemente gli orecchi dei “passatisti” al punto da provocare risse di pugni e schiaffi.

21 maggio 2018

"Sirene" il nuovo album di Aldo Granese: intervista al cantautore

Sirene, Aldo Granese

Nel mese di aprile sullo sfondo musicale del nuovo anno è uscito il nuovo concept-album Sirene, dell'artista musicale Aldo Granese di origine irpina. Tra le righe dei testi si nasconde, bene ma non troppo, il tema della prostituzione e del desiderio maschile cui l'uomo sembra essere schiavo. Con toni ironici, talvolta duri e senza mezzi termici, il cantautore decide di intraprendere un viaggio onirico che estrapola da ogni canzone un dettaglio di questo tortuoso mondo. Donna di “mala fede”, prostituta, sgualdrina, in tanti modi è stata definita colei che tenta la libido dell'uomo o da essa viene sottomessa. 

8 gennaio 2018

Intervista a Matteo Sica

Matteo Sica

Studente di canto, chitarra e pianoforte presso la scuola di musica “La Bottega del Suono” a soli 19 anni si lancia nella composizione di testi e in poco tempo si vede protagonista di una serie di videoclip. Il suo primo singolo Asi Los Dias (realizzato in collaborazione con l’artista cubana Irina Arozarena) esce nell’estate del 2016 ed è subito un successo. Il 2017 lo porta  davanti alle telecamere di Rai Tre in diretta TV, per presentare il suo nuovo singolo sul Red Carpet dell’Ariston Fino a tre, uscito poi il 26 aprile. A Novembre del 2017 esce il suo terzo singolo Il Sognatore che lo vede trionfare sulle piattaforme online (YouTube e Spotify).

5 ottobre 2015

Charlando de tango: remembranza e olvido nelle letras della Nueva Guardia


Gli anni compresi tra il 1920 ed il 1940 vengono tradizionalmente definiti come il periodo della Nueva Guardia; fu questo il momento in cui emersero prepotentemente le tematiche della remembranza e dell'olvido. La malinconia, nelle sue più variegate declinazioni musicali e scrittorie, divenne il topos narrativo centrale delle letras de tango, oramai quasi del tutto scevre di quei riferimenti marcatamente sessuali che avevano pienamente caratterizzato i testi del periodo antecedente, cioè della cosiddetta Vieja Guardia. Il tango canción, "passo dopo passo", si avvicinò sempre di più ad un'appassionata e sensuale forma poetica. Di fronte alla nuova realtà urbana, gli emigranti si sentirono avvolti nel profondo da un forte e puro sentimento di nostalgia caratterizzato da un violento desiderio di ritorno, geografico ed affettivo; un volver, però, che mai vi sarebbe stato. Uno tra i brani più importanti per quanto concerne quel ricordare intenso, lacerante e doloroso, che da sempre caratterizza il tango nell'immaginario collettivo, è indubbiamente Remembranza, tango composto nel 1934 da Mario Battistella e Mario Melfi.

9 settembre 2015

“Sperimentiamo”: orizzonti contemporanei nel tango argentino


Il panorama del tango contemporaneo è stato profondamente stravolto e modificato dai cosiddetti "maestri analisti", cioè Gustavo Naveira, Fabián Salas e Mariano "Chico" Frúmboli; all'indomani dell'efferata dittatura argentina, difatti, nuove istanze e volontà d'esplorare movimenti altri si innestarono all'interno dell'universo tanguero. Interessanti possibilità tecniche derivate dal passaggio di tante ballerine dalla danza classica al tango, la commistione con filosofie mutuate dalle arti contemporanee e la curiosità di nuovi interpreti e maestri, hanno portato alla nascita di un diverso modo d'intendere questo ballo argentino, il cosiddetto tango nuevo. Apparentemente in assoluta frattura con la tradizione, ma in realtà in percepibile relazione con essa, questo differente approccio al tango/danza vede un approfondito lavoro sull'asse corporeo e sui molteplici effetti che le sue variazioni possono comportare all'interno delle dinamiche del baile. La volontà di ampliare l'orizzonte tecnico comporta a sua volta la necessità di sviluppare un abrazo aperto, mediante il quale la coppia può lavorare ampiamente in libertà, eseguendo complesse figure, continui cambi di direzione e variazioni ritmiche. Per Naveira il nuevo è in realtà la più che ovvia evoluzione del tango, un logico sviluppo derivato da un approccio, da parte degli interpreti, maggiormente consapevole e studiato, e dunque meno istintivo; egli ha profondamente analizzato la struttura più intima della danza, individuandone l'intrinseco potenziale celato e mai del tutto esplorato.


9 agosto 2015

Parole di tango: La Vieja Guardia

tango

Il tango è indubbiamente conosciuto come el baile dell'abbraccio, una danza che emoziona e appassiona sulle note di una musica in grado di evocare mondi e sentimenti dal sapore assolutamente universale. Spesso si disconosce il grande patrimonio letterario costituito dalle letras, cioè dai "testi", di tango; autori dallo scrivere assai poetico, dall'acuta sensibilità e dalle metafore ardite, hanno costellato quest'interessante produzione "lirico-canora" che, ancora oggi, è stata ben poco studiata ed analizzata.


11 marzo 2015

Sorrow, tears and blood: Fela Kuti, l'Africa e l'Occidente

Fela Kuti

Sir Paul McCartney mise piede a Lagos nel 1972 ritrovandosi all'improvviso in una città caotica, stracolma di lebbrosi e mendicanti, posti di blocco ed esercito a ogni polveroso angolo di strada. L'ex Beatles, dopo aver declinato la proposta della sua label di trasferirsi temporaneamente a Rio de Janeiro, è alla ricerca di ispirazione in vista del suo quinto album solista, Band on the Run. Il motivo per cui il baronetto opta per la Nigeria non è di certo legato alle attrazioni turistiche o alle lunghe spiagge sabbiose: pur mantenendo una parvenza di città violenta e inospitale, Lagos ha qualcosa di estremamente interessante da offrire agli intenditori di musica. E non è solo Sir Paul a rendersene conto: la casa discografica Motown prova a trasferire in Nigeria (senza mai riuscirci) alcune delle sue sedi statunitensi; persino mostri sacri come James Brown e Gilberto Gil organizzano immediate spedizioni in Africa per assistere personalmente al nuovo fenomeno, ovvero alla nascita del sound che caratterizzerà maggiormente la musica africana nel XX secolo e che avrà inaspettate ripercussioni sulla musica mondiale. Per molti critici e giornalisti dell'epoca si stava assistendo alla creazione di una "musica classica africana", e solo un grande appassionato di classica europea (con una conoscenza maniacale dell'opera omnia di Bach, Händel e Schubert) come Fela Anikulapo Kuti poteva ambire a tanto.

9 gennaio 2014

Tra sipario e punti di sospensione: …A Toys Orchestra


A Toys Orchestra

Al periodo che precede le salite sui palchi di successo e le canzoni cantate dal pubblico parola per parola, ogni gruppo passa attraverso la sua storia. Prove nei garage, chitarre usate, il passaparola tra conoscenti e come fan parenti e amici della stessa città. Il sipario alle spalle del gruppo segna non solo una linea di demarcazione tra il palco e la tecnica, ma è simbolicamente quella linea di confine tra la storia che si sta compiendo e i retroscena di un percorso personale e formativo che ogni artista porta con sé. Si sono cantate le valigie di attori, sorrisi di pagliacci e poi c´è una storia più moderna, quella di chi canta Letter to Myself trasformando un momento intimistico in una ballata condivisa con il pubblico, parola per parola, mentre il sipario intesse la loro storia. Dietro le quinte quattro ragazzi del Cilento, sul palco quattro membri di un gruppo ...A Toys Orchestra.

3 luglio 2013

La violenta abitudine del niente: gli Afterhours

Afterhours

Ammettiamo che ci piace avere un aspetto pulito, fuori, mentre siamo sporchi dentro. Ammettiamo pure che ci siamo venduti abbastanza bene e che abbastanza bene mentiamo in un costante sogno di appagamento insensato. Dovremmo ora ammettere che siamo niente e che di questo niente ci nutriamo, ammettere che ci piace e che ci fa stare male. Benvenuti agli Afterhours, gruppo milanese venuto in soccorso di una generazione – quella degli anni '80 – che ha poi passato lo stesso niente alla successiva. Benvenuti agli Afterhours, perché non avremmo potuto trovare punizione più sincera e misera, così poco scontata e così putrida nei testi da farci vergognare di aver parlato di Dio per tutto questo tempo. Il vero «male» è il «miele», il dolce sapore della miseria quotidiana alla quale – ci hanno – ci siamo abituati, mentre la vera salvezza è il niente, che l'abitudine ci ha tolto. Odiamo gli Afterhours perché, dicono, non hanno gusto, non hanno più sapore, camminano sull'acqua come Cristo e poi dicono che «nulla c'è». Muoiono sani e salvi e restano sospesi e fermi aspettando, sperando, che ci sia «quello che non c'è», verità del niente.

18 agosto 2012

L’italian Dandy ai tempi della crisi. Brunori Sas cantore di vite normali

Brunori Sas
I “Poveri cristi” di Brunori Sas ricordano quelli di Rino Gaetano, e con quest’ultimo il cantante calabrese ha molto in comune, sebbene Brunori appaia più edulcorato e meno pesante. Il cantautore “societario” Brunori Sas, come Rino Gaetano, è cantore dell’Italietta reale, ma Brunori canta il suo paese ai tempi dello spread, quello con le tasse da pagare e i suicidi, nelle canzoni di Brunori però non riusciti e quindi con finale a commedia. Con serietà ed ironia Brunori racconta del giovane Mario, che potrebbe essere ognuno di noi. Quando inizia la sua vita al contrario, Mario prova ad uccidersi e si ritrova in un letto d’ospedale a causa di un lampadario sulla testa, a seguito del solaio che crolla. La tragedia italiana è accompagnata e raccontata dalla inconfondibile chitarra Brunori con ironia ma non con scherno, una forma di clownerie composta da chi sa che, in un momento di crisi come questo, non può che registrare le peripezie goffe di storie al sapore di una commedia con lieto fine. Anche quando l’happy end sfuma proprio sul finire della canzone, come nella migliore tradizione dell’italiano disinvolto e medio, la tragedia non è la conclusione, la chiusura della speranza sul futuro, bensì è presa di coscienza tra il sornione e il sicuro incidere di chi non può che sperare che al di là della porta debba esserci il portone. Dietro la porta, nei testi del cantautore calabrese, c’è la vita vera fatta di Santi, Madonne e Padre Pio, di tradimenti, invalidi civili e dell’adolescenza passata, i cui ricordi segnano il passaggio nell’età adulta di ogni italiano ai tempi dello spread economico.



16 gennaio 2012

L’armonia del vibrafono: Roberto Celi

Roberto Celi

Roberto Celi, vibrafonista e compositore, è laureato in sociologia, ha effettuato studi privati con diversi Maestri fra cui Daniele Di Gregorio, ha superato l'esame di teoria e solfeggio presso il Conservatorio di La Spezia ed è regolarmente iscritto alla SIAE come compositore musicale.
Dopo una collaborazione iniziata nel 1999 con l'artista gallese Brychan, con il quale incide diversi cd, nel 2005 riprende l'attività solista e nel 2006 è in studio di registrazione col cantautore Moltheni. Nel 2006 produce l’album Vibrando formato da quattro brani caratterizzati dal suono del vibrafono inserito in contesti ritmico-armonici differenti. Nel 2007 ha realizzato Clouds by fire: sette cover fra cui anche brani di Bowie e Beatles e due tracce inedite. Nel 2009 Live in Loria, CD dal vivo con una versione in studio di Inside or you nato dalla collaborazione col filmaker Graziano Staino.

6 luglio 2011

Intervista a Marco Werba


Marco Werba

Marco Werba è nato in Spagna, ha studiato diversi aspetti della musica classica in Italia, Francia e Stati Uniti. Come compositore ha scritto un certo numero di brani da concerto classico. Ha sempre avuto un forte interesse per il mezzo cinematografico, creando colonne sonore di film, lavorando con registi come Dario Argento e Cristina Comencini, solo per fare due nomi. Tra i premi vinti si ricordano il prestigioso Globo d'oro 2011, il premio Colonna Sonora dell'Ente dello Spettacolo e il Fantasy & Horror Award.

16 giugno 2011

Orrore italiano e musica, un patto di sangue

profondo rosso goblin

Esiste una linea invisibile che unisce il cinema horror/thriller/esoterico italiano e la musica sperimentale nostrana. Erano gli anni in cui film come Cannibal holocaust, L’aldilà ...e tu vivrai nel terrore, Antropophagus, Buio omega e moltissimi altri rappresentavano il vanto degli spaghetti horror a basso costo in tutto il mondo.


28 aprile 2011

Il dolore dei Soporaeternus and the Ensemble of Shadows


Soporaeternus



Si può definire la musica dei Soporaeternus solo in un modo: dolore. Ma questa parola non potrebbe comunque racchiudere ciò che i Saporaeternus sono veramente. Una band culto nell’undrerground musicale, che non è mai uscita allo scoperto per propria volontà, un gruppo per orecchie esperte e sopraffine. Nel panorama musicale della fine degli anni ’80, dove l’heavy metal e il punk dominavano le scene e il dark muoveva i primi passi, in Germania sbocciava da una delle menti più geniali del panorama mondiale un progetto musicale destinato a spiazzare tutti.