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15 gennaio 2013

Il ballo - Irène Némirovsky (Racconto - 1930)


Quattordici anni, i seni che premono sotto l'abito stretto da scolara, che feriscono e impacciano il corpo debole, infantile... I piedi grandi e quelle lunghe bacchette con all'estremità due mani arrossate, dalle dita sporche d'inchiostro, che magari un giorno diventeranno le più belle braccia del mondo... Una nuca fragile, capelli corti, incolori, secchi e leggeri...
In questo incalzante e raffinatissimo racconto lungo, Antoinette, una quattordicenne che sin dalle prime pagine si presenta insofferente, si sente soffocata dalla presenza dei genitori. E, nonostante la giovane età, ricorda con ardore i severi rimproveri, seppur lontani nel tempo, impartiti dai genitori alla presenza di altri. Cresce quindi nella giovane, piano piano, ma caricandosi sempre più ferocemente, un sentimento di fastidio, di irrequietezza, che quasi sfocia nell'odio. Antoinette è sognatrice, dall'intelligenza affilata; i genitori invece, diventati ricchi improvvisamente, preoccupati di apparire opulenti più che ricchi di esperienza e di fatica, non riescono a cogliere la sensibilità e i desideri della figlia adolescente. La madre sopratutto, la vera antagonista.

20 dicembre 2012

Modernismo urbanistico: la città a misura di era

Paul Klee, Angelus Novus
Paul Klee, Angelus Novus

C'è un uomo solo, o meglio, un uomo in compagnia di una massa di uomini che si muove nelle sicure maglie di una società fragile e liquida, come dice Bauman, ma la cui mancanza di solidità stessa ha rappresentato il traguardo-premio di una volontà generale votata alla tecnica e al progresso über Alles.


16 dicembre 2012

Neruda - Se tu mi dimentichi (audiolettura)


Pablo Neruda
Non c'è alcun bisogno di presentare il poeta Pablo Neruda, perché la bellezza dei suoi versi e la passione delle sue parole sono un patrimonio comune per tutte le latitudini e tutte le età. 
L'audiolettura che proponiamo è in lingua originale, abbiamo evitato la lettura in italiano perché in questo caso ciò che deve percepire il lettore è il suono delle parole senza il setaccio della traduzione. Se tu mi dimentichi è una poesia contenuta nella raccolta I versi del Capitano del 1952. La voce di questa audiolettura è di Córdova Morales Edgar Damián.

4 dicembre 2012

Fiori italiani - Luigi Meneghello (Romanzo - 1976)



E' stata una lotta, interrotta soltanto per esaurimento di classi scolastiche, una fatica a tratti lacerante, che non ha dato frutti proporzionati. L'Italia è oggi un paese di quaranta o cinquanta anni più recente, più giovane: strano, invece di invecchiare il paese sembra ringiovanire. Ma come ringiovanisce male...

Un libro sull'educazione dunque. Un libro il cui scopo è definire i limiti dell'educazione scolastica, il ruolo dell'educatore e dell'allievo, di ieri e di oggi. Per farlo il testo diventa un romanzo che nella memoria, tema centralissimo dell'autore veneto, raccoglie ricordi e pensieri, e come fiori del passato li trapianta in nuovi vasi. Quelli raccontati sono gli anni delle medie, del liceo, dell'università negli anni Trenta, assorbiti in un sistema ideologicamente ben definito.

24 novembre 2012

I delitti della Rue Morgue - Edgar Allan Poe

Edgar Allan Poe

Le facoltà mentali che si definiscono analitiche non sono in se stesse molto facilmente analizzabili. Le possiamo apprezzare soltanto dai loro risultati. Quello che ne sappiamo è che per chi possegga al massimo sono una delle più vive fonti di piacere. Come l’uomo forte gode della sua forza fisica e si compiace durante gli esercizi che mettono in azione i muscoli, così l’analitico coglie il suo momento di gloria in questa attività mentale la cui funzione è risolvere. Trae godimento anche dalle più banali occasioni in cui possa impegnare il proprio talento. Va pazzo per gli enigmi, i rebus i geroglifici; in ogni soluzione dispiega una capacità di acume che per la gente comune assume le proporzioni del miracolo. I risultati ricavati genialmente dallo spirito e dall’assenza del metodo , hanno, in realtà, tutto l’aspetto dell’intuizione.

11 novembre 2012

Maraini - La grande festa (audiolettura)


Dacia Maraini

È un ritratto lucido, poetico quello offerto dalla scrittrice Dacia Maraini, una autobiografia asciutta, che ripercorre le voci, i gesti, le abitudini delle persone che l'hanno accompagnata fino a lasciarle la mano, fino a quando sono andate via. É una storia che dentro di sé ha altre storie, vite di altri come quella dell'amata sorella appassionata di musiche popolari alla quale, caso della sorte, la vita la priva proprio del dono più speciale, la sua voce. Resta non solo il ricordo caro di una donna particolare, ma si aprono per la Maraini riflessioni esistenziali, è come entrare in una tana troppo stretta per noi che ancora viviamo.

5 novembre 2012

Madame Edwarda - Georges Bataille (Racconto - 1941)

Madame Edwarda

I movimenti scomposti l'avevano denudata fino al pube: la sua nudità, ora, aveva l'assenza di senso e al tempo stesso l'eccesso di senso di un abito funebre. La cosa più strana - e la più angosciosa - era il silenzio in cui Madame Edwarda rimaneva chiusa: dalla sua sofferenza, non c'era più comunicazione possibile e io mi facevo risucchiare in quella mancanza di vie d'uscita - in quella notte del cuore, non meno deserta né meno ostile del cielo vuoto. Il suo corpo guizzante come un pesce, l'ignobile rabbia espressa dal suo viso cattivo, calcinavano in me la vita e la sbriciolavano fino alla nausea.

28 ottobre 2012

I quaderni di Serafino Gubbio operatore - Luigi Pirandello

Pirandello

Studio la gente nelle sue più ordinarie occupazioni, se mi riesca di scoprire negli altri quello che manca a me per ogni cosa ch'io faccia: la certezza che capiscano ciò che fanno.
In prima, sì, mi sembra che molti l'abbiano, dal modo come tra loro si guardano e si salutano, correndo di qua, di là, dietro alle loro faccende o ai loro capricci. Ma poi, se mi fermo a guardarli un po' addentro negli occhi con questi miei occhi intenti e silenziosi, ecco che subito s'adombrano. Taluni anzi si smarriscono in una perplessità così inquieta, che se per poco io seguitassi a scrutarli, m'ingiurierebbero o m'aggredirebbero.

22 ottobre 2012

Dostoevskij e l'uccisione del padre - Sigmund Freud (Saggio - 1928)

Dostoevskij e l'uccisione del padre


Ora tu sei il padre, ma il padre morto; il meccanismo abituale dei sintomi isterici. E dunque: ora il padre ti uccide. Per l'Io il sintomo di morte è un soddisfacimento della fantasia del desiderio maschile e, al tempo stesso, un soddisfacimento masochistico; per il Super-io un soddisfacimento punitivo, ovvero un soddisfacimento sadico. Entrambi, Io e Super-io, continuano a recitare la parte del padre.
In questo breve saggio Freud non discute sul Dostoevskij artista; lo paragona a Shakespeare ed è lampante che sia un autore che ama. L'analisi invece inizia quando Freud si concentra sul non apprezzato Dostoevskij moralista, l'uomo che aspira alla santità, che si sente vicino a Cristo e a un'idea di liberazione dell'uomo inumana. Lo scrittore peccherebbe, infatti, della mancata rinuncia del peccato in modo da non pentirsi un attimo dopo. Un moralista dunque che vive imbevuto di sensi di colpa; che è sadico e masochista al contempo. Ambivalenza quest'ultima che farebbe di Dostoevskij un nevrotico. E l'epilessia, manifestata violentemente quando morì il padre, ne sarebbe solo il sintomo. Freud vede, inoltre, una disposizione inaccettabilmente bisessuale che rafforzerebbe ancora di più la nevrosi. Ecco quindi spiegate le manie dello scrittore russo, le sue difficoltà relazionali, il vizio ossessivo e punitivo per il gioco.

12 ottobre 2012

Fuga nelle tenebre - Arthur Schnitzler

Arthur Schnitzler

Bussarono; il consigliere si destò e al suo involontario «Avanti!» comparve subito sulla soglia il cameriere con la colazione, ordinata come sempre per le otto. Il primo pensiero di Robert fu che la sera prima aveva di nuovo dimenticato di chiudere la porta a chiave; ma non ebbe quasi il tempo di cedere al disappunto per questo nuovo segno di sbadataggine, poiché la sua attenzione fu subito attratta dalla corrispondenza posata sul vassoio della colazione accanto a tè, burro e miele.

19 settembre 2012

Nietzsche - Così parlò Zarathustra (audiolettura)


Nietzsche

Quest’uomo nato fanciullo e puro, una volta divenuto adulto tramonta così come il sole si spegne verso l’Occidente. Anche Zarathustra, dopo anni di solitudine col cielo pieno della luce chiara dell’alba, decide di “scendere” e di “ridiventare” uomo.

13 settembre 2012

L'anno della vittoria - Mario Rigoni Stern (Romanzo - 1985)

trilogia dell'altipiano


Si avvicinò al focolare, aprì la cenere e mise a nudo alcune braci, ravvivò il fuoco e si fermò immobile, in piedi, a guardare le fiamme e le faville che salivano su per la cappa nera. Silenziosamente incominciò a piangere, sentiva che con quel fuoco e con quelle lacrime finiva anche la sua giovinezza.
Il secondo capitolo della Trilogia dell'altipiano, che possiamo dividere in due parti, inizia con una veloce descrizione dell'ultimo bombardamento sui monti del '18, con un delizioso richiamo a Tönle, con il ricordo della fuga dei civili verso la pianura nel '16. Tönle, il cui richiamo lungo tutto il romanzo evoca tenerezza e affetto, è appena morto, ma il suo spirito rinasce in Matteo. È quest'ultimo, infatti, il protagonista della storia, un adolescente cresciuto in fretta, segnato dalla guerra, che ha lo stesso animo di Tönle, la sua stessa forza, la stessa passione per la vita. Di ritorno nel suo Altipiano, il giovane si misura con la distruzione che la stupidità umana ha prodotto, ma si confronta anche con la malattia e la morte che l'epidemia di spagnola porterà nella sua famiglia. La straziante pagina della morte di Orsola colpita dalla febbre, la sorella più piccola di Matteo, una nuova Cecilia di manzoniana memoria, è tra le più belle dell'intero romanzo. Straordinario nella sua fugacità anche il ricordo ovattato di Caterina, una bambina anch'essa rapita dalla febbre.

7 settembre 2012

Morte nel pomeriggio - Ernest Hemingway

Hemingway

La prima volta che andai a una corrida mi aspettavo di rimanere inorridito e forse nauseato da ciò che mi avevano detto sarebbe accaduto ai cavalli. Tutto quello che avevo letto intorno all'arena insisteva su questo punto; la maggior parte di coloro che ne scrivevano condannavano le corride come una stupida faccenda brutale, ma anche coloro che ne parlavano bene, considerandole dal punto di vista spettacolare e come esibizione di abilità, deploravano l'uso dei cavalli con tono di scusa. L'uccisione dei cavalli nell'arena era considerata insostenibile. Ritengo che da un moderno punto di vista morale, vale a dire da un punto di vista cristiano, l'intera corrida sia insostenibile; c'è senza dubbio molta crudeltà, c'è sempre morte e non intendo tentare di sostenerla ora, ma soltanto di raccontare onestamente la verità che ho scoperto a questo proposito.
Per far questo devo essere assolutamente sincero, o tentare di esserlo, e se coloro che leggeranno questo libro decideranno con disgusto che è scritto da qualcuno che è privo della loro finezza di sensibilità, non mi resta altro da fare che ammetterlo per vero. Ma chiunque legge queste pagine può formulare con fondatezza un giudizio soltanto quando, sia uomo che donna, abbia visto le cose di cui si parla e conosca veramente quali sarebbero le sue reazioni ad esse.


30 agosto 2012

Donna Mimma - Luigi Pirandello (Racconti - 1925)

novelle per un anno

E ve ne liberate, voi, almeno di quest'orribile ingombro materiale, andando a lasciare i vostri morti al camposanto. Sarà una pena, sarà un fastidio; ma poi vedete sciogliersi il mortorio, calare il feretro nella fossa; là, e addio. Finito.
Vi sembra poca fortuna?
 
Non pochi dei racconti di questa raccolta hanno le sembianze della favola, della storia con una morale di fondo. Morale amara però, con un retrogusto di pessimismo e relativismo che desola, che rattrista. L'invidia, il contrasto tra l'antico e il moderno, le astuzie della ragione che sbriciolano le maschere e le ipocrisie fissate da false certezze, l'assurdità che spesso riesce a vincere, sono i temi portanti che si possono cogliere. I personaggi sono tutti sofferenti, che si dolgono per i dolori dell'esistenza generati dall'invidia, dalla gelosia, dalla relatività dei punti di vista.

26 agosto 2012

Burgess - Arancia Meccanica (audiolettura)




Alex, in fondo, non è nient'altro che il nostro inconscio, la nostra parte che è libera da qualsiasi condizionamento e pretende ciò che vuole a ogni costo. Incarna il principio del piacere freudiano che mal sopporta schemi e imposizioni, ma che vuole essere unicamente libero. Una libertà sconfinata però, che, vecchio discorso, sconfina nelle libertà degli altri. È l'emblema dell'homo homini lupus! In tutto questo, Alex è anche l'emblema della contraddizione. È aggressivo, gratuitamente violento ma, al contempo ama la bellezza, ama la musica, ama la filosofica sinfonia n. 9 di Beethoven con il suo messaggio di gioia e fratellanza...


20 agosto 2012

Memorie del sottosuolo - Fedor Dostoevskij

Memorie del sottosuolo
Sono un uomo malato... Sono un uomo cattivo. Un uomo sgradevole. Credo di avere mal di fegato. Del resto, non capisco un accidente del mio male e probabilmente non so di cosa soffro. Non mi curo e non mi sono mai curato, anche se rispetto la medicina e i dottori. Oltretutto sono anche estremamente superstizioso; beh, almeno abbastanza da rispettare la medicina. (Sono abbastanza colto per non essere superstizioso, ma lo sono.)Nossignori, non voglio curarmi per cattiveria. Ecco, probabilmente voi questo non lo capirete. Be', io invece lo capisco. Io, s'intende, non saprei spiegarvi a chi esattamente faccia dispetto in questo caso con la mia cattiveria; so perfettamente che neppure ai medici potrò farla non curandomi da loro; so meglio di chiunque altro che con tutto ciò nuocerò unicamente a me stesso e a nessun altro. E tuttavia, se non mi curo, è per cattiveria. Il fegato mi fa male, e allora avanti, che faccia ancor più male!

«Ci sono autori per cui non servono introduzioni. La lettura delle loro opere è un rischio che ogni lettore deve correre in modo individuale, autonomo: troverà sempre una risposta, che nessun altro gli potrà mai suggerire.» (Fausto Malcovati, introduzione alle “Memorie del sottosuolo“ di Fedor Dostoevskij).

12 luglio 2012

Il giorno della civetta - Leonardo Sciascia

Il giorno della civetta

L'autobus stava per partire, rombava sordo con improvvisi raschi e singulti. La piazza era silenziosa nel grigio dell'alba, sfilacce di nebbia ai campanili della Matrice: solo il rombo dell'autobus e la voce del venditore di panelle, panelle calde panelle, implorante ed ironica. Il bigliettaio chiuse lo sportello, l'autobus si mosse con un rumore di sfasciume.

11 luglio 2012

Storia di Tönle - Mario Rigoni Stern (Romanzo - 1978)

Trilogia dell'altipiano

Ma Tönle Bintarn pascolava le sue pecore fuori da tutto ciò; sovente, nella sua solitudine, gli veniva da pensare a quanto gli aveva raccontato il carbonaio e a quanto gli aveva insegnato la vita; e forse riusciva a vedere le cose e i fatti che stavano accadendo in un vasto panorama storico - la solitudine, la montagna? - che ai più forse sfuggiva perché immersi dentro.
Primo capitolo della Trilogia dell'altipiano, è la storia di Tönle Bintarn, bracconiere e pastore, che, ferito una guardia regia, è costretto a fuggire tra le montagne dell'Altipiano di Asiago. Siamo dunque nel 1866, quando il Veneto fu coinvolto nel terzo conflitto d'indipendenza del Regno d'Italia. Le vicende si susseguono tra viaggi in cerca di lavoro, incontri nascosti con i familiari, gli anni che passano, la neve e il freddo che si fanno coprotagoniste, un'amnistia che arriva solo una quarantina d'anni dopo, una solitudine vissuta nell'anonimato. Gli eventi si accavallano, si addensano velocemente, novecentescamente; non c'è troppa meditazione sugli episodi, sono essi stessi che comandano il racconto. Tönle non disprezza la solitudine, ama il suo gregge (ed è spontaneo che venga in mente il pastore leopardiano), il distacco dalle necessità, e, seppur informato, non ha alcuna intenzione di essere coinvolto dai fatti che la storia umana ci consegna. Vuole essere solo uno spettatore. Però, per futili motivi, è considerato un traditore e la Grande Guerra lo coinvolgerà nella sua stupidità. Ormai anziano è catturato dagli austriaci, ma riesce a ottenere la libertà. Inizia allora il lungo viaggio del ritorno nella sua terra, nella sua casa. Una terra e una casa che troverà distrutte e che, nella rassegnazione, porteranno Tönle, una sera di Natale, a pensare alle tranquillità del passato, mentre la morte improvvisa lo coglie subitanea.