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4 febbraio 2015

Le notti d'ottobre - Gérard de Nerval (Racconto - 1852)



Se tutti questi dettagli non fossero esatti, e se non cercassi qui di fare un dagherrotipo della verità, quante risorse romanzesche mi fornirebbero queste due storie d'infelicità e di abbruttimento! Ai ricchi manca il coraggio necessario a penetrare in simili luoghi, in questo vestibolo del purgatorio dove forse sarebbe facile salvare qualche anima...

8 gennaio 2015

Mickiewicz - Incertezza (audiolettura)


Adam Mickiewicz

Adam Mickiewicz (1798-1855) è uno tra i maggiori poeti polacchi, con una formazione prettamente romantica e classica. In vita subì un esilio a vita, essendo tra coloro che criticavano il dominio russo sul suolo della Polonia. Tuttavia ebbe modo di viaggiare molto a Odessa, Mosca e San Pietroburgo e di stringere amicizia anche con Puskin. Scrisse sonetti, un'opera teatrale e tradusse in polacco Petrarca e Dante Alighieri.

17 dicembre 2014

La crisi del sapere umanistico

Aldo Giannulli

In un recente articolo di Aldo Giannulli, dall'eloquente titolo La crisi del sapere umanistico, ci si interroga in merito alla regressione delle materie umanistiche nelle scuole e nelle università. L'argomento è davvero calzante essendo in diminuzione un po' in tutto l'Occidente, il peso delle materie e del sapere umanistico in generale. In Italia, come sappiamo, il fenomeno è ancor più vistoso, ma anche nel resto d'Europa il problema è piuttosto serio.

2 dicembre 2014

Eco - Il nome della rosa (audiolettura)


Umberto Eco

Pur essendo un romanzo del 1980 Il nome della rosa è da considerare un classico della letteratura, non solo per l’ambientazione storica ma per la cura certosina del linguaggio e della storia.

30 ottobre 2014

Il Tao della fisica - Fritjof Capra (Saggio - 1975)

Il Tao della fisica
«Nella concezione orientale, quindi, come in quella della fisica moderna, ogni cosa dell'universo è connessa a ogni altra cosa e nessuna sua parte è fondamentale. Le proprietà di una parte qualsiasi non sono determinate da qualche legge fondamentale, ma dalle proprietà di tutte le altre parti.»

29 agosto 2014

Un matrimonio giapponese

matrimonio giapponese

Le differenze culturali di un paese come il Giappone (rispetto all'Italia) non possono che rendere misterioso e affascinante tutto ciò che concerne la vita e gli usi di questo popolo. La fama del Giappone risiede soprattutto in una tradizione che richiama alla mente la bellezza dei gesti e la raffinatezza di tutto ciò che oggi viene considerato uno stereotipo. Viaggiare in questo paese significa farsi carico di uno spirito di osservazione acuto, anche se non basterebbe una vita per capire i segreti di questo popolo.
Pur nella mia limitatissima conoscenza ho cercato di riportare le sensazioni e i comportamenti cui ho assistito durante un tradizionale matrimonio giapponese (era l'aprile del 2013) tra un ragazzo tedesco e una giapponese.

22 agosto 2014

Lagerkvist - Dikter (audiolettura)


Pär Lagerkvist

In quella linea invisibile che divide i due secoli, quello prebellico e l'illusione della quiete perenne, e quello postbellico ovvero lo scontro dell'uomo contro l'idea realissima di un male violento in cui ogni generazione può piombare, in questa contrapposizione di idee e di risvolti storici, non poche sono le voci di coloro che hanno presentito il terrore, il male esistenziale. Tra questi va annoverato il nome del Premio Nobel svedese del 1951: Pär Lagerkvist. La lirica scandinava del Novecento è ben rappresentata dal poeta influenzato da Strindberg, la cui grandezza lui stesso innalza dinanzi all'altro genio scandinavo Ibsen. Nelle Dikter (trad. it. Poesie) di Lagerkvist due sono gli elementi di attrazione: la natura e l'essenza dell'uomo intesa come ricerca del male e del bene, dell'ordine e del Kaos (Caos è il titolo di un dramma di Lagerkvist del 1919). L'inferno sulla terra, questa terra che noi abitiamo, recita una poesia del poeta, è la parte di un tutto che va osservato, indagato fino a scoprire che, seguendo il modello nietzscheano dell'eterno ritorno dell'uguale, tutto torna indietro mentre la vita va avanti. Il disordine, il terrore e la spinta, il fervore degli uomini ricalca la stessa "febbre", lo stesso "fervore" religioso del Medioevo, come intende sottolineare Giacomo Oreglia, uno dei maggiori conoscitori del poeta scandinavo, riprendendo un passo da Modern Teater di Lagerkvist. Ma l'uomo post medioevo non è più rassicurato dall'immagine di un Dio (Den Gud som inte finns, tr. it. Il dio che non esiste), a lui resta solo la natura e con essa lui si identifica: la sera, le nubi, la stella e la via lattea, sono solo alcuni dei temi presenti nelle Dikter.

20 agosto 2014

Il delta di Venere - Anaïs Nin (Racconti - 1969)

Il delta di Venere
Fingendo colpa e vergogna, si gettò contro le ginocchia del frate e piegò la testa come per piangere, ma in realtà il contatto con la nappa l'aveva portata all'orgasmo ed era scossa dai fremiti. Il frate, credendo che fossero dovuti al senso di colpa e di vergogna, la prese tra le braccia, la fece alzare dalla sua posizione in ginocchio, e la confortò.
Scritti su commissione, i racconti erotici di Anaïs Nin narrano di seduttori, donne lascive, prostitute, preti morbosi, ragazzini curiosi, ermafroditi; un carosello di amori incestuosi, pedofili, omosessuali, necrofili.

27 maggio 2014

Il capitano è fuori a pranzo - Charles Bukowski (Diario - 1998)

Bukowsky il capitano è fuori a pranzo
Nella morte non c'è niente di triste, non più di quanto ce ne sia nello sbocciare di un fiore. La cosa terribile non è la morte, ma le vite che la gente vive o non vive fino alla morte. Non fanno onore alla propria vita, la pisciano via. La cagano fuori. Muti idioti. Troppo presi a scopare, film, soldi, famiglia, scopare. Hanno la testa piena di ovatta. Mandano giù Dio senza pensare, mandano giù la patria senza pensare. Dopo un po' dimenticano anche come si fa a pensare, lasciano che siano gli altri a pensare per loro. Hanno il cervello imbottito di ovatta. Sono brutti, parlano male, camminano male. Gli suoni la grande musica dei secoli ma loro non sentono. Per molti la morte è una formalità. C'è rimasto ben poco che possa morire.
Tra la fine dell'estate del 1991 e l'inverno del 1993, mentre aspettava la morte, Bukowski scrisse questo sincero e intimo diario. Vi troviamo uno scrittore che cerca serenità, solitudine (che sente anche quando si trova sommerso nella folla degli ippodromi), che non vuole essere disturbato e che sbudella contro il mondo, poeti, pensatori, lettori, tutto il suo astio, la sua burbera misantropia. Ogni pretesto è buono per riflettere sulla vita, sul mondo, sull’onnipresente morte; bastano una corsa, i fari di un'auto, una visita, un ricordo, il suo mitizzato computer, le unghie dei piedi ad accenderlo, illuminarlo nella buia notte dell’esistenza. Nessun rammarico, nessun rimorso in queste pagine; anche se l'idea di abbandonare il mondo, la vita come la intese lui, la scrittura, la moglie, da qualche parte lo fa vacillare.

16 maggio 2014

Dalla parte di Swann - Marcel Proust

Marcel Proust

A lungo, mi sono coricato di buonora. Qualche volta, appena spenta la candela, gli occhi mi si chiudevano così in fretta che non avevo il tempo di dire a me stesso: «mi addormento». E, mezz'ora più tardi, il pensiero che era tempo di cercar sonno mi svegliava; volevo posare il libro che credevo di avere ancora fra le mani, e soffiare sul lume; mentre dormivo non avevo smesso di riflettere sulle cose che poco prima stavo leggendo, ma le riflessioni avevano preso una piega un po' particolare; mi sembrava d'essere io stesso quello di cui il libro si occupava: una chiesa, un quartetto, la rivalità di Francesco I e Carlo V. Questa convinzione sopravviveva per qualche secondo al mio risveglio; non scombussolata la mia ragione, ma premeva come un guscio sopra i miei occhi impedendogli di rendersi conto che la candela non era più accesa. Poi cominciava a diventarmi incomprensibile, come i pensieri di un'esistenza anteriore dopo la metempsicosi; l'argomento del libro si staccava da me, ero libero di pensarci o non pensarci; immediatamente recuperavo la vista e mi sbalordiva trovarmi circondato da un'oscurità che era dolce e riposante per i miei occhi ma più ancora, forse, nella mia mente, alla quale essa appariva come una cosa immotivata, inspiegabile, come qualcosa di veramente oscuro. Mi chiedevo che ora potesse essere; sentivo il fischio dei treni che, più o meno da lontano, come il canto di un uccello in una foresta, dava risalto alle distanze, descrivendomi la distesa della campagna deserta dove il viaggiatore si affretta verso la stazione più vicina, e il sentiero che percorre è destinato ad essere impresso nel suo ricordo dall'eccitazione che gli viene da luoghi nuovi e gesti non abituali, dai discorsi e dagli addii scambiati poco fa sotto una lampada straniera e che ancora lo seguono nel silenzio della notte, dalla dolcezza che si approssima del ritorno.

20 aprile 2014

Il silenzio delle cose




Madida di fumo
è la notte
con le sue onde
di buio,
sulle case cadono,
disfatte, le ore
ciascuna
col suo circolo vizioso.
Tu giaci nel riposo,
in un tramonto
di ciglia flebili
socchiuse,
e lampeggi nel tuo fioco
sogno che ti chiuse e ti piace
e d'intorno...
il silenzio delle cose.

23 marzo 2014

Queneau - Esercizi di stile (audiolettura)


Raymond Queneau

Immaginate un episodio raccontato dalla prospettiva di un narratore. Poi immaginate di leggere lo stesso episodio secondo stili diversi: metaforicamente, al passato prossimo o al presente, ampolloso o in rime, telegrafico o in latino. Esercizi di Stile di Raymond Queneau sono ciò che si professa, un mero esercizio di stile che mette in mostra le qualità letterarie dell’autore. La lettura quindi è come un gioco che si perpetua attraverso gli stili con cui sono sviluppati i diversi esercizi.

18 marzo 2014

L'Agnese va a morire - Renata Viganò (Romanzo - 1949)

L'Agnese va a morire - Renata Viganò
Sognò di andare a tirar giù l'impiccato. Si rammentava di non aver potuto vedergli la faccia. Adesso che era disteso in terra, si chinò per sapere chi era: riconobbe Palita, vivo, che si tolse la corda dal collo, e sembrava che stesse benissimo. Subito lui l'abbracciò; parlava forte, con una bella voce: - Sono venuto per dirti che sei una brava moglie e una brava compagna. Va' pure avanti così senza paura. Non ti succederà niente, a te e agli altri. Sono contento che tu lo sappia che cosa mi hanno fatto i tedeschi.

26 febbraio 2014

Il principe - Niccolò Machiavelli

Machiavelli

Tutti gli stati, tutti e' dominii che hanno avuto e hanno imperio sopra gli uomini, sono stati e sono o repubbliche o principati. E' principati sono: o ereditarii, de' quali el sangue del loro signore ne sia suto lungo tempo principe, o e' sono nuovi. E' nuovi, o sono nuovi tutti, come fu Milano a Francesco Sforza, o sono come membri aggiunti allo stato ereditario del principe che li acquista, come è el regno di Napoli al re di Spagna. Sono questi dominii così acquistati, o consueti a vivere sotto uno principe, o usi ad essere liberi; e acquistonsi o con le armi d'altri o con le proprie, o per fortuna o per virtù.

16 febbraio 2014

Il pioggiante


pioggiante

Piove, dunque non posso andare via da qui; dunque cade acqua dal cielo e nubi basse oscurano l’orizzonte; dunque non c’è il sole, non c’è la luce e le strade sono bagnate: non posso uscire; e se non posso uscire, allora devo restare a casa e badare a me stesso: sì devo badare a me stesso, a me stesso! Ma come devo fare? Come devo fare allora se non posso uscire? Le strade si bagnano e l’acqua si accumula ai bordi in pozzanghere di sporco... Allora tutto si sporca, tutto si bagna e io non posso uscire. Devo stare dentro a guardare la pioggia cadere? E che significa che la pioggia cade? Che significa dunque? …Sciocco! Come sono sciocco! La pioggia è la pioggia, che discorsi faccio? Se cade vuol dire che deve cadere, che Dio ha deciso che oggi deve cadere la pioggia e bagnare le strade! La pioggia è normale… come sono stato sciocco a credere diversamente! La pioggia è un fenomeno d’instabilità termobarica del tempo meteorologico, dunque un fenomeno fisico. S’addensano nubi e il contatto dei fronti termobarici ne favorisce il fenomeno. La pioggia è normale, non mi devo preoccupare, foss’anche l’attribuzione di un significato metaspirituale che lo sragionare dei sensi mi porta ad attribuire. La pioggia è la pioggia, con tutte le conseguenze, le citazioni e i tempi verbali in atto: piove, sta piovendo, ha piovuto e pioverà, e se voglio aggiungo piovendo e piovente: in ciò il participio assomiglia a spiovente, proprio come i tetti delle case. Ma non sarà allora che le case sono a spiovente per la pioggia? Probabile, davvero probabile… ma io sto supponendo troppe cose, troppe attribuzioni per un fenomeno meteorologico e non metaspirituale. La pioggia è pioggia e la devo accettare come tale. Dunque resterò fermo, seduto e immobile aspettando che termini e che esca il sole. E se non ci sarà il sole basterà che non piova più per poter uscire. Le strade saranno bagnate ormai e io posso uscire solo dopo la fine della pioggia… resto immobile a guardare, guardare dalla finestra le gocce bagnare i vetri.

7 febbraio 2014

La natura - Tito Lucrezio Caro (Poema - I sec. a. C.)

La natura - Tito Lucrezio Caro
E quand'anche il tempo raccogliesse la nostra materia dopo la morte e di nuovo la disponesse nell'assetto in cui si trova ora e a noi fosse ridata la luce della vita, tuttavia neppure questo evento ci riguarderebbe minimamente, una volta che fosse interrotta la continuità della nostra coscienza.
Sei libri di fuoco, eccellenti per stile e filosofia professata; un omaggio alle dottrine di Epicuro, presumibilmente il più grande filosofo dell'antichità. Lucrezio, riponendo fiducia nei sensi, scagliandosi contro le superstizioni religiose, scrive un’opera inattuale, umanista, illuminista, materialista. Liberato da qualunque peso superstizioso, coglie il mondo sotto una nuova luce e solo allora può permettersi di iniziare a discutere sull’universo, sulla natura, e a scoprire che è la materia composta di atomi l’unico sostrato della natura. Nell’elogio dei sensi, l’atomismo, il materialismo, il meccanicismo trovano ragione d’essere e ogni cosa trova il suo ordine, la sua geometria, il suo significato. E la conoscenza della natura può divenire strumento per raggiungere la felicità; la gnoseologia per l'etica. Lo scopo della scienza sarà perciò quello di raggiungere l'atarassia, l'imperturbabilità dell’animo, afflitto e stanco dal fardello dell’ignoranza e delle credenze che incutono terrore e allontanano l’uomo dalla serenità. È dunque un libro che descrive ciò che è e, allo stesso tempo, descrive ciò che dovrebbe essere…

26 gennaio 2014

Moravia - Il disprezzo (audiolettura)


Il disprezzo
è un romanzo di Alberto Moravia del 1954 da cui è stato tratto anche un film di Jean-Luc Godard.

21 gennaio 2014

Babbo Natale e la favola della democrazia rappresentativa


Alcuni anni orsono, durante un rilassante pomeriggio autunnale a passeggio tra le luci calanti del porto grande, col ritmo scandito dalle boccate di un buon Toscanello, il caro Luciano mi informò dell'imminente venuta dell'allora parlamentare europeo Claudio Fava in occasione della presentazione del suo ultimo libro Quei bravi ragazzi, testimonianza della sua concreta opera parlamentare nello smascherare lo scandaloso sistema delle "extraordinary renditions" messo in atto dall'amministrazione Bush nell'emergenza dell'ormai famigerata "lotta al terrorismo".

11 gennaio 2014

Discorso sul metodo - René Descartes

Discorso sul metodo

Bene vixit qui bene latuit
(Cartesio)

Il buon senso è fra le cose del mondo quella più equamente distribuita, giacché ognuno pensa di esserne così ben dotato, che perfino quelli che sono più difficili da soddisfare riguardo a ogni altro bene non sogliono desiderarne più di quanto ne abbiano. E in questo non è verosimile che tutti si sbaglino; è la prova, piuttosto, che il potere di ben giudicare e di distinguere il vero dal falso, che è propriamente quel che si dice buon senso o ragione, è per natura uguale in tutti gli uomini; e quindi che la diversità delle nostre opinioni non dipende dal fatto che alcuni siano più ragionevoli di altri, ma soltanto da questo, che facciamo andare i nostri pensieri per strade diverse e non prestiamo attenzione alle stesse cose. Perché non basta avere buono l'ingegno; la cosa principale è usarlo bene. Le anime più grandi come sono capaci delle maggiori virtù, così lo sono dei più grandi vizi; e quelli che camminano assai lentamente possono progredire molto di più, se seguono sempre la via diritta, di quelli che correndo se ne allontanano.

16 dicembre 2013

La matematica della condizione umana in letteratura

e=mc2


Una forma di pensiero che va oltre il linguaggio. Forse il genio sta in questo: il pensiero senza tempo. Il pensiero matematico esiste a prescindere dalle parole, non credo che il pensiero sia qualcosa di verbale, le parole sono incidentali, si può farne almeno.
(dal film Stephen Hawking, il genio della fisica)

Parto dal presupposto che la letteratura umanistica intesa come salvezza e conforto dalla condizione umana è, come la religione, sintomo di credenze irrazionali e speranze infondate. Se siete lettori facilmente suscettibili od incalliti religiosi, evitatemi. Una forma di pensiero libera dal linguaggio è certa, la matematica non mente, se così non fosse lo spazio-tempo non esisterebbe, tutto ciò che vedete, aldilà del cielo ed aldiquà delle nostre cellule, non sarebbe mai esistito. Miliardi di stelle, galassie, quasar, buchi neri, esistono a prescindere dalle parole. Il nostro più ardito pensiero, così come la nostra scoreggia, sono solo rumori sordi nel silenzio dell'universo. Ora, avendovi confortato quel tanto che basta, dilaniati dal pensiero del nulla, siete pronti per addentravi in un campo tanto affascinante quanto orrendo.