A lui non importava granché, di questa idea del figlio.
Se non fosse stato per gli altri che ci tornavano sopra così spesso. E per lei, per lo sguardo che le coglieva al volo, quando inciampavano in una donna incinta, per strada: o per i sobbalzi davanti al calendario, ogni mese, al minimo ritardo della matita rossa nel cerchiare una data.
Tra loro non ne parlavano mai.
Da quando si erano sottoposti a quella serie di esami, anche un po’ umilianti, alla clinica San Fedele, e avevano accertato ciò che lui sospettava da sempre: che la sterilità era responsabilità sua, lei non c’entrava, no, perfetta. Non si erano più detti niente, non avevano più lontanamente accennato all’argomento. E tantomeno avevano cercato soluzioni d’altro tipo: terapie, interventi. La questione venne semplicemente rimossa.