Ne Il sistema dell'arte contemporanea, Francesco Poli afferma:
Il numero delle gallerie che sono tali di nome (non avendo alcuna importanza all'interno del vero mercato) è dappertutto abbastanza consistente. [...] La principale attività dei gestori di queste gallerie è quella di organizzare mostre personali o collettive a pagamento. Un lavoro di questo tipo non richiede, per funzionare, che un locale adatto. Non è necessaria, infatti, nessuna competenza artistica da parte del gallerista, [...] il costo della mostra in posti del genere, per un artista, varia a seconda della collocazione della galleria, dell'ampiezza e del lusso delle sale, delle spese per il catalogo e la pubblicità, e della durata della mostra (mai più di un mese). [...] Il suo unico interesse è attirare il maggior numero di partecipanti, tutti di mediocre livello, essendo, ovviamente, l'iscrizione a pagamento.
È ormai piuttosto frequente, per un giovane artista, ricevere inviti di questo tipo da parte di gallerie più o meno quotate. Devo ammettere che anche nella mia casella di posta elettronica sono finite spesso sgradevoli convocazioni ad eventi analoghi. L'ultima, rappresentativa dell'irritazione collettiva dei numerosi utenti contattati, recava la risposta di uno di questi: anche se dall'evento in questione fosse derivato un guadagno di 700 euro – scriveva l'interlocutore - di certo non ne avrebbe dati 500 ad una galleria che non si curava nemmeno di mettere in copia carbone gli indirizzi degli altri artisti. La superficialità che ha portato a commettere il clamoroso errore, è stata forse l'ultima goccia per un artista che, come molti altri, non sarà magari il novello Cattelan, ma nel proprio lavoro ci crede.