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25 aprile 2009

I problemi demografici senza ideologia


sovrappopolazione

La legge divina secondo Tommaso d’Aquino, e oggi “dogma” accettato anche dalle “laiche” nazioni occidentali, vieta il controllo delle nascite perché contro natura. Eppure, ma i teologi tacciono facendo finta di non sentire le ovvie obiezioni, lo stesso Aquinate non vieta, con il medesimo criterio, il celibato a vita. Tralasciando il problema così come erroneamente è stato impostato dal doctor angelicus, soffermiamoci sulle parole del nostro, tedesco, pastore di anime bisognose di essere inquadrate in un gregge. Ci riferiamo, è ovvio, all’”infallibile” Papa Benedetto XVI, e in modo particolare a un articolo apparso l’11 dicembre del 2008 sul sito www.repubblica.it. In questo articolo si riportano alcune affermazioni che possono aiutarci a riflettere... Secondo il ragionamento del vescovo di Roma, lo sviluppo demografico non è causa di povertà, ma potenziale fattore di evoluzione. Ratzinger ribadisce la sua condanna dell'aborto e delle politiche demografiche selettive: «Lo sterminio di milioni di bambini non nati, in nome della lotta alla povertà, costituisce in realtà l'eliminazione dei più poveri tra gli esseri umani». Quanto al rapporto tra sovrappopolazione e povertà, da tutti accettata, il Papa ribalta la tesi: «I Paesi che di recente si sono affacciati sulla scena internazionale come nuove potenze economiche hanno conosciuto un rapido sviluppo proprio grazie all'elevato numero dei loro abitanti». Aggiunge che «Tra le Nazioni maggiormente sviluppate quelle con gli indici di natalità maggiori godono di migliori potenzialità di sviluppo. In altri termini, la popolazione sta confermandosi come una ricchezza e non come un fattore di povertà».

5 febbraio 2009

Famiglia naturale o convenzionale?

Francisco Goya, La famiglia Osuna
Francisco Goya, La famiglia Osuna. Fenomeni storici, economici, sociali e di costume hanno contribuito a modificare la famiglia nelle società occidentali

Si lasci l’incipit ad una citazione tratta dal secondo capitolo de L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato di Friedrich Engels:

«Lo studio della storia primitiva […] presenta condizioni in cui gli uomini vivono in stato di poligamia e allo stesso tempo le loro donne in stato di poliandria e i figli comuni vengono perciò considerati anche una cosa comune a loro tutti; e queste condizioni, a loro volta, percorrono esse stesse un’intera serie di modificazioni fino alla loro dissoluzione finale nella monogamia.»

In un’epoca di silenziosi scontri ciclopici (perdonate l’ossimoro), di battaglie che vedono trincerati giganti ideologici, sembra chiaro come la soluzione al conflitto non possa avvenire attraverso la lotta armata. Se infatti da una parte l’"Assolutezza"delle leggi divine e metafisiche non si può nemmeno mettere in "dubbio", e se dall’altra il "Relativismo" filosofico e il pluralismo culturale faticano a trovare un’epifania "assoluta" nelle società occidentali (figuriamoci in quelle orientali e medio - orientali…) il nodo appare di difficile scioglimento. Eppure, inevitabilmente, il corso della storia, le scoperte scientifiche, la progressiva conoscenza, modificano, chiariscono e sbrogliano fili di lana che solo l’ipocrisia e la paura dell’uomo hanno, nel corso dei secoli, ingarbugliato. Si veda, ad esempio, il problema legato al tema della famiglia. Ancora oggi, e i proclami di certuni che ci tempestano sui mass media diventano persino intollerabili…, si sostiene che l’unica, la vera, la "naturale" famiglia sia quella composta da un padre, da una madre e dai loro figli.