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6 ottobre 2012

La sindrome di Michelangelo


Non c’è niente da fare, ci cascano tutti. Raggiunto il successo professionale gli artisti nostrani non riescono a rimanere nel loro (dorato) orticello. Come piccoli Michelangelo – d’accordo forse l’esempio è un po’ eccessivo – devono dare sfogo a tutta la loro incontinenza espressiva: Baricco ha girato un film, Lezione 21 – con deludenti risultati; Ligabue ne ha scritti e girati due (e con buoni risultati); Federico Zampaglione s’è messo in testa di resuscitare il thriller all’italiana e Carlo Lucarelli ha terminato le riprese del suo primo film da regista (tratto da una sua opera). L’ultima moda sembra essere quella della letteratura: il solito Ligabue con la raccolta di racconti Il rumore dei baci a vuoto è già a quota quattro (e la critica lo ha anche promosso); Francesco Bianconi, il leader dei Baustelle, l’anno scorso ha esordito con Il regno animale; Simone Lenzi, cantante del meno noto gruppo dei Virginiana Miller, è da qualche giorno in libreria con La generazione (dal quale il suo concittadino Paolo Virzì ha tratto l’ultimo film); e infine Giuliano Sangiorgi, il frontman dei Negramaro, che con Lo spacciatore di carne prova la strada del thriller.

1 settembre 2012

Il cambiamento, la crisi e l’uomo nuovo


Con l’avvento del nuovo secolo il mondo, e il modo di concepire le sue strutture, non sarà più lo stesso. Cambiano le tecnologie che si sviluppano sempre più e si inseriscono, idealmente, nello scenario della seconda guerra mondiale con l’avvento della bomba atomica. A cambiare non è, però, solo il sistema di intendere la vita nuova che prende piede nella crisi di cui Vattimo parla nel video sull’esistenzialismo, bensì il terremoto è anche filosofico. Crollano le strutture hegeliane e a queste si oppone un nuovo modo di intendere l’uomo e la sua esistenza per mano di Kierkegaard prima, fino a poi culminare in una crisi teologica rappresentata da Karl Barth. Con Barth l’esperienza religiosa accompagna i nuovi cambiamenti novecenteschi sullo sfondo della corrente esistenzialistica, insieme a Jaspers e Heidegger in filosofia, quest’ultimo come antagonista della metafisica tradizionale. La spiegazione dell’ex docente di filosofia dell’Università di Torino sul concetto di crisi offre una base di pensiero positiva sulla quale intendere non solo l’impasse del passato, bensì si colloca nell’alveo di una tradizione ermeneutica ancora in auge nei dibattiti dei nostri giorni. La filosofia dell’esistenzialismo, che apre i battenti a una riflessione diversa sull’esistenza, è anzitutto storia di una avvenuta metamorfosi che colpisce i diversi strati dell’esistenza in cui il protagonista non è una forza esterna (Hegel) ma è l’individuo posto al centro dei suoi limiti e di una libertà che ora, sebbene anche in chiave negativa, lo realizza e lo spiega totalmente. Questo percorso nuovo all’interno di una crisi è in corso tutt’ora ed è la storia della presa di coscienza del bene e del male di una rinnovata cultura umana. Sulla scia del dibattito amplio qui affrontato da Gianni Vattimo, si consigliano altri video-lezioni del maggiore esponente del nichilismo reattivo della filosofia italiana, quali: Abitare 2000, e Linguaggio, Struttura, Storia.

23 agosto 2012

Lo spread intellettivo

Nietzsche

L’estate è la stagione deputata delle letture disimpegnate: commissari, ispettori, avvocati, thriller anglofoni che promettono di mozzare il fiato ai loro lettori, gradazioni varie di grigi, rossi e neri.

14 agosto 2012

Il sapore tormentoso...due poesie

Quante volte, nel silenzio della notte, abbiamo pensato allo scorrere lento delle ore, al loro circolo vizioso, al viaggio che il sonno ci avrebbe fatto intraprendere velocissimo verso l'alba, al nuovo giorno ed al suo inesorabile declino, per arrivare, di pensiero in pensiero, al lento fluire della vita ed alla sua foce ineluttabile. Abbiamo così cercato un appiglio, un orlo cui aggrapparci, sospesi sull'abisso dell'infinito, per indugiare ancora un attimo nella vita....fosse anche - come nella novella “Di sera un geranio” di Pirandello - un geranio: ”Una cosa, consistere ancora in una cosa, che sia pur quasi niente, una pietra. O anche un fiore che duri poco: ecco, questo geranio...”.

Allo stesso modo, ma con molta ironia, Boris Vian indulge sul tema, cercando ragioni pretestuose per chiedere alla vita un attimo in più: per cercare di ottenere un improbabile proroga all'avvicinarsi del termine ultimo, perchè si sa...non si può crepare prima di aver visto i "cani messi-cani"... Nella poesia di Caproni, il viaggiatore, giunto al proprio capolinea, saluta con un improbabile quanto ironico sussiego (Chiedo congedo a voi, senza potervi nascondere, lieve, una costernazione.), i propri compagni di viaggio augurando: "...calma, senza sgomento. Scendo. Buon proseguimento." 

12 agosto 2012

"Inventare e raccontare storie" di Giulio Mozzi

Giulio Mozzi

Capita ai lettori di romanzi (e non) di chiedersi quali siano le tecniche utilizzate dagli scrittori per narrare una storia: se la immaginano tutta d'un fiato e per intero oppure no; perchè, per esempio, la mano dell'assassino impiega tante pagine prima di abbattersi sulla vittima, mentre questa ha impiegato solo un rigo per imbattersi nel proprio aguzzino o viceversa; come fa a sapere l'autore quale reazione emotiva avrà un personaggio ad un dato evento, o perché e quando ha maturato determinate idee. 

6 agosto 2012

È morto Camões

Saramago
José Saramago e il suo cane Camões (dal sito del «Diario de Noticias», dn.pt)


I più attenti di voi avranno già storto il naso: Camões è morto nel sedicesimo secolo. Luís Vaz de Camões è stato, infatti, probabilmente il più grande poeta portoghese di sempre. Ma è stato anche un cane.

4 agosto 2012

Gore Vidal, la voce libera dell'America

Gore Vidal

La recente morte dello scrittore americano Gore Vidal, passata come una delle tante notizie da terza pagina, porta con sé un importante uomo che tanto ha amato l'Italia. Non a caso era amico di Fellini e proprio per lui ha recitato in un breve cammeo sulla città eterna nel film Roma. Nell'essere se stesso non smentisce il suo senso critico e la sua visione "alternativa" della società.

2 luglio 2012

I materiali dello scrittore

Strane storie

Gianni Biondillo è un autore da scoprire, e non mi riferisco solo ai libri scritti ma, probabilmente, a quelli che deve ancora scrivere.
In questi giorni sto leggendo Strane storie, la raccolta di racconti che ha appena pubblicato (come sempre da Guanda). Chi s’è affezionato allo stralunato Ferraro dei suoi romanzi – un ispettore di polizia un po’ più simile a Homer Simpson che a Sherlock Holmes – forse rimarrà un poco deluso nello scoprire un Biondillo che spazia dalla fantascienza alla storia, ma sempre senza perdere il suo punto di riferimento, che in quasi tutti questi racconti è la realtà.

4 giugno 2012

Sorrentino all’arrembaggio

Tony Pagoda e i suoi amici

Lo aveva detto che gli sarebbe piaciuto continuare il viaggio che aveva intrapreso intorno alla vita e le opinioni di Tony P. Per Sorrentino, d’altronde, sembra tutto facile: scrivere e dirigere un capolavoro come Il divo, raccontare il kitsch della provincia americana in un film girato in inglese con Sean Penn protagonista, o scrivere nei “tempi morti” un romanzo di culto come Hanno tutti ragione, che finisce nella cinquina dei finalisti al Premio Strega. Ora Tony Pagoda, il personaggio che aveva riesumato dal suo primo film (L’uomo in più) torna con Tony Pagoda e i suoi amici, secondo romanzo dello scrittore/regista partenopeo.

23 maggio 2012

Una piccola scoperta

Pino Caruso

Ricordate Pino Caruso? Io no. Quel poco che ricordo di lui è la pubblicità di un caffè e i monologhi serrati che faceva in qualche grande varietà della Rai. Ma quello che certamente non immaginavo è che avesse scritto. Parecchio. Poesie, romanzi, raccolte di racconti, e un libro di aforismi e pensieri (Ho dei pensieri che non condivido).

29 aprile 2012

Niente niente Camilleri s’è montato la testa?

camilleri

Leggendo un’intervista rilasciata dallo scrittore siciliano al trimestrale «21, arte, cultura, società» parlando di premio Nobel Camilleri dice: «[…] va detto che questi accademici di Svezia hanno fatto una tale quantità di errori che capace che me lo danno». Davvero Camilleri pensa di potervi concorrere? Certo, parliamo di un signore che nel mondo ha venduto più di dieci milioni di libri – d-i-e-c-i m-i-l-i-o-n-i! – significa che, per volergli fare due conti in tasca, se anche avesse ricevuto solo un euro per ogni libro – ma saranno di più – negli ultimi quindici anni circa ha intascato dieci milioni di euro. Ma lasciamo perdere queste considerazioni. Subito dopo Camilleri ammette: «Invece, scherzi a parte, avrebbero dovuto darlo a Luzi, dovrebbero darlo a Roth».

29 gennaio 2012

In ricordo di Vincenzo Consolo

Vincenzo Consolo

«Eh, la penna… Hai il dono della penna!» gli diceva Cicco Paolo.
«E tu della parola.»«Parlo si, e quel che dico svanisce come il fumo…»«Sai ragionare»«Forse… ma immaginare è meglio…»Vincenzo Consolo, Nottetempo casa per casa
Abbiamo tutti, noi del gruppo originario di Elapsus, chi più chi meno, un debito di riconoscenza verso Vincenzo Consolo. La sua incessante ricerca sul suono delle parole, sulla musicalità del verso; la sua indagine archeologica sulle espressioni dialettali, il suo pastiche letterario, ci hanno insegnato tanto. La notizia della sua morte ci ha molto colpito, per ricordarlo vi rimando ad un bel post scritto da Fabio Stassi per Minima & Moralia, il blog della casa editrice Minimum fax.

Stassi ricorda i suoi incontri personali con Consolo: nel 1995 alla Biblioteca di Storia contemporanea della Sapienza di Roma, dove il gruppo organizzatore aveva invitato anche José Saramago, ma il Dipartimento si era opposto perché non lo aveva ritenuto un personaggio così noto.

23 gennaio 2012

Elegante e austero: l’ultimo Faletti

Tre atti e due tempi

Non avevo mai letto niente di Faletti, a parte qualche riga rubata durante le frettolose “sniffate” in libreria. L’ultimo suo libro pubblicato, uscito alla fine del 2011, Tre atti e due tempi – Einaudi, dodici euro – mi ha davvero sorpreso. Certo, ormai Faletti è una firma sicura e accettata, nonostante il “peccato originale” dello strepitoso successo commerciale dell’esordio, anche dalla critica più esigente. Il potente critico del «Corriere» Antonio D’Orrico, poi, è un suo dichiarato ammiratore. Ciò non toglie che da un autore di thriller che dispone di una platea di lettori così ampia, non mi aspettavo questa qualità. Tre atti e due tempi è un romanzo sussurrato, elegante, educato, scritto con parole precise e misurate. Certe atmosfere da provincia sonnolenta care a Simenon e la solitudine del protagonista sono davvero ben descritte:

1 dicembre 2011

Alla ricerca delle parole perdute

Dante Aligheri
Agnolo Bronzino, Dante Aligheri (1530)

Ci sono giorni in cui inizi a navigare senza sosta... ad un certo punto, ti fermi, qualcosa ti colpisce, un sito attrae la tua attenzione e sorpresa delle sorprese come ogni giorno è arrivato il momento di scoprire una cosa in più!
Pochi giorni fa è andata proprio così, la mia attenzione è stata catturata dal sito della Società Dante Alighieri: una società nata nel lontano 1889 per volere di Giosuè Carducci e sostenuta da una folta schiera di intellettuali suoi allievi.


21 ottobre 2011

Ricordo di Andrea Zanzotto

Andrea Zanzotto

Nel caos di notizie, eventi e distrazioni di vario genere, la morte di Andrea Zanzotto è passata sotto tono, come spesso accade a coloro che realmente meritano un ricordo nel nostro paese. Forse è proprio vero che l'attenzione che si da ad un artista è inversamente proporzionale alla sua importanza...
A ogni modo Elapsus non poteva non dedicare almeno un ricordo al grande poeta. Nel 2009 Carlo Mazzacurati realizza il documentario-intervista Ritratti. Andrea Zanzotto che vede il poeta intervistato da Marco Paolini sui vari aspetti della sua vita e ovviamente sulla poesia.

22 settembre 2011

Battiato su Bufalino


Come forse saprete Franco Battiato l'anno scorso presentò il docufilm Auguri Don Gesualdo dove si racconta, con una certa devozione, la vita dello scrittore comisano Gesualdo Bufalino. Durante un'intervista che Mario Andreose fa a Battiato nel corso della passata edizione di Pordenonelegge riguardo la vita dello scrittore, a parte le didascaliche descrizioni del giornalista, colpiscono i ricordi diretti di Battiato. Il cantautore vantando una rispettosa amicizia col comisano racconta lo stile di vita dello stesso, lasciando trapelare una frecciata di Bufalino allo scrittore Vincenzo Consolo. È noto uno storico astio tra i due scrittori, nato forse da vicende legate alla comune amicizia con Leonardo Sciascia; in questo caso possiamo ampiamente dire che la battuta finale è un tipico ossimoro bufaliniano.

17 settembre 2011

Onore al coraggio (che succede in Italia?)

Altai

Di merito non so se si possa parlare perché, a dir la verità, non ho mai letto nessun libro dei Wu Ming; però certamente si può lodare il coraggio e l’audace senso dell’umorismo.
Dunque, nel 2009 esce Altai, romanzo storico che in parte si ricollega al precedente Q. In questi mesi è disponibile una riedizione di Altai, che oggi ho avuto modo di sfogliare in una libreria della mia città. Che c’è di strano? Prima di rispondere a questa domanda ricordo la “calorosa” attenzione che il quotidiano «Libero» ha solitamente riservato ai libri di questo inconsueto collettivo – probabilmente marchiati del peccato originale di apparire, al quotidiano destrorso, dei pericolosi comunisti. Nel sito del gruppo è infatti riportata questa citazione: «E poi, come diavolo scriveranno a dieci mani i favolosi cinque? Capitan Sovietico scrive un capitolo e SuperGuevara un altro? Oppure scrive tutto l’Uomo Maoista e gli altri fanno l’editing?».

14 agosto 2011

Il teppista della letteratura

Giorgio Manganelli

Spulciando su Google – «Gogòl» secondo Berlusconi – ho scoperto una gustosa intervista che Lietta, la figlia di Giorgio Manganelli, ha rilasciato a Francesco Verso nel 2008. Mi rendo conto di essere un po’ in ritardo, segnalando un’intervista di tre anni fa, ma i fatti dei quali hanno discusso si riferivano alla vita del padre che, lo ricordo, è morto nel 1990.

4 giugno 2011

Breve parentesi politica


bruno zevi

Se non si è di sinistra a vent’anni e di destra a cinquanta, non si è capito niente della vita.Ennio Flaiano
Leggendo gli Editoriali di architettura che lo storico e critico Bruno Zevi scrisse per la sua rivista «L’Architettura – cronache e storia», dagli anni Cinquanta alla fine dei Settanta, scopro – senza molto sorprendermi, per la verità – l’abbondante uso di citazioni letterarie: Gadda, Vittorini, Danilo Dolci, Carlo Levi, Robert Musil. Non sorprende se si pensa che in quegli anni l’architettura, in Italia, godeva ancora di rispetto ed era spesso oggetto delle attenzioni degli scrittori e degli intellettuali in genere.

1 giugno 2011

Leggendo Niffoi

il lago dei sogni niffoi


Visto da lontano, allo scurire, Melagravida sembra un grappolo di steariche accese sopra una nuvola. I lampioni dondolano nelle strade come uomini appena impiccati. Culi di luce spaccati da una sottile lama di vento dicembrino. Dentro scatole di granito la gente si copre d’orbace e non riesce più a sognare. Nel buio ruvido si dorme un sogno espiatorio, in attesa del sole che all’alba spara sui tetti la sua farina ambrata dalla punta calcarea di monte Tumbacanes.

Già dall’incipit de Il lago dei sogni, l’ultimo romanzo di Salvatore Niffoi, si capisce che lo scrittore sardo è uno che ha «il senso della frase», come direbbe Pinketts. Ci sono acuti lirici che mi ricordano Vincenzo Consolo, anche per le ambientazioni, di questo come d’altri romanzi, in una Sardegna quasi fuori dal tempo, in un luogo mitico e in un certo senso epico.