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19 gennaio 2014

Edgar Allan Poe e il furente «mai piu!»

Il corvo

Nel 1845, "Mister Raven", appellativo che verrà affibbiato a Poe dopo il successo ottenuto con la sua opera poetica più celebre: Il Corvo, la sua vita cambierà, ma non per molto, dato che l'abisso della disperazione non gli darà tregua neppure in quei rari momenti di felicità. Con il componimento in versi de Il Corvo, Poe intende creare qualcosa di nuovo, palesando la sua bravura, dando prova di come un'opera poetica possa trascendere la stessa ispirazione dell'autore, oltre il semplice poetare, mettendo in campo in modo esplosivo effetti poetici basati su un persuasivo leitmotiv, passando per una sperimentazione ritmica e fonica estremizzati, ma calibrati rispetto alla struttura, calcolati secondo una visione mirata per dar luogo nell'animo del lettore emozioni a cui non è possibile sfuggire. Elizabeth Barret nel 1846 scriveva a Poe: «Il vostro Corvo ha prodotto una sensazione orrifica qui in Inghilterra. Alcuni miei amici ne sono atterriti, altri sono soggiogati dal fascino della sua musica. So di persone rimaste stregate dal Nevermore...» Per Poe creare una combinatoria di ingredienti dove unire la musica al significato diviene lo scopo precipuo. La parola deve emozionare, allarmare e rivelare un'atmosfera d'animo e di luogo. Un'atmosfera architettata a dovere nella quale il protagonista soffre per la sua amata, e dove un Corvo, un Corvo reale - dai sacrali giorni - gli fa visita per annunciare i segreti custoditi nella morte, e rispondere a delle domande riferite a Lenore, la donna cristallizzata nella memoria dell'amato, che non sarà «mai più».

29 dicembre 2013

Libri illeggibili | Gli innamoramenti, J. Marías

Gli innamoramenti

Non c’è alcun dubbio che, per me, Gli innamoramenti di Javier Marías, sia un romanzo insopportabile.
La storia, nel romanzo, è narrata da María, una trentacinquenne che lavora presso una casa editrice di Madrid. María ogni mattina fa colazione in un bar, lo stesso nel quale fanno colazione Miguel e Luisa, una coppia bella, affiatata, allegra e felice. Qualche tempo dopo la prolungata assenza della coppia dalle colazioni al bar, la protagonista viene a sapere che Miguel è stato assassinato e María si ritroverà, in breve, a entrare in confidenza con Luisa, la vedova, sua coetanea. La storia, almeno, detta così, è intrigante, ma lo sviluppo vira in altri e molto più impegnativi territori.

11 dicembre 2013

La preda

Giorgio Caproni
  
Giorgio Caproni, poeta, critico letterario e traduttore nacque a Livorno il 7 gennaio 1912 e morì a Roma il 22 gennaio 1990.

La sua poesia è semplice, chiara, spesso provocatoriamente ispirata dai temi fondamentali dell'esistere, espressa in forma esclamativa ed immediata, turbata dall'impossibilità di descrivere e fissare il senso di un'esistenza mutevole, ingannevole, sfuggente.
In un'intervista, il poeta, alla domanda sul senso della poesia, rispondeva che essa è la ricerca dell'essenza dell'uomo per la scoperta di un fondo comune a tutti.
In quel fondo, spesso si agitano una preda ed un cacciatore infaticabili: si rincorrono da sempre.

12 ottobre 2013

Per una letteratura orgogliosamente démodé

Profumi

No. Non chiamerò in causa la «madeleine» di Proust per farne il solito “pippone” sui ricordi, nonostante il libro, Profumi. Inventario sentimentale degli odori di una vita, ti metta il paragone lì, sotto il naso, come un assist di Pirlo.

12 settembre 2013

Requiem per una traduzione

Requiem

Ho appena terminato la lettura di Requiem, un singolare romanzo che Antonio Tabucchi pubblicò in Italia nel 1992 – per i contenuti rimando alla recensione di Salvo Kalat che trovate qui. In sostanza si tratta di un omaggio al Portogallo e alla sua cultura, talmente sentito da spingere Tabucchi a scriverlo direttamente in portoghese e a farcirlo di numerosi oggetti-“madeleine” della cultura lusitana. Per chi non ha mai avuto familiarità con le Português Suave, i venditori ambulanti di biglietti della lotteria, la fejoada o il sarrabulho – familiarità che peraltro, soprattutto in quest’ultimo caso, vi sconsiglio vivamente – questo romanzo apparirà poco attraente, me ne rendo conto; ma d’altronde, non è di questo che ho intenzione di parlarvi, quanto della traduzione.

2 settembre 2013

Un libro per Lampedusa

lampedusa
In questi giorni sta avendo luogo una bellissima iniziativa, da parte del sindaco di Lampedusa, volta a far nascere una biblioteca nell'isola. Lampedusa, come sapete, è al centro dell'attenzione dei media per ragioni umanitarie, dovendo sostenere il peso d'essere l'avamposto d'Europa nel Mediterraneo.
Ma tra le tante emergenze che affronta c'è anche quella culturale, ossia l'assenza di una biblioteca. Il sindaco, una donna indubbiamente di grande sensibilità ha avuto un'idea fantastica, chiedere agli italiani di inviare almeno un libro per creare una vera e propria biblioteca comunale per ragazzi col sostegno di tutti.

24 agosto 2013

Per i neologismi citofonare “D’Annunzio”

Gabriele D’Annunzio

Stavo leggendo, in una pubblicazione sulla grafica contemporanea, del lavoro che Max Huber e Albe Steiner hanno fatto negli anni cinquanta per i grandi magazzini La Rinascente.

Per chi si occupa di grafica questi tre nomi (Huber, Steiner e La Rinascente) sono notissimi. Huber è stato un designer svizzero che ha lavorato tutta la vita in Italia per aziende come Einaudi, Rai, Eni, la Triennale di Milano e La Rinascente, appunto, per la quale ha disegnato il modernissimo logo – lo ha progettato nel 1950! Steiner era un milanese che ha avuto fra i suoi clienti il quotidiano «l’Unità», «Il Politecnico» di Vittorini, Feltrinelli, la Coop (per la quale ha disegnato il logotipo) e, anche nel suo caso, La Rinascente, per la quale, nel 1954, ha disegnato il marchio del Compasso d’oro. La Rinascente, infine, è stato molto più che un franchising di grandi magazzini avendo, tra le altre cose, fondato il Premio Compasso d’oro, il più importante premio di design italiano.
il marchio La Rinascente, disegnato da Max Huber

23 luglio 2013

Libri illeggibili | Il dono, V. Nabokov


Il dono

Immaginate una storia ambientata fra gli immigrati russi a Berlino nei primi anni trenta del Novecento. Immaginate un poeta aspirante scrittore di nome Fëdor Konstantinovič Godunov-Čerdyncev. Immaginate una manciata di bizzarri russi, intellettuali o pseudo tali, dai nomi impronunciabili: Georgij Ivanovič Vasil’ev, Ljubov’ Markovna, Aleksandra Jakovlevna Černyševskaja, Elizaveta Pavlovna.

Questi sono alcuni degli ingredienti de Il dono, il mattone che l’immenso Vladimiri Nabokov ha scritto fra il 1935 e il 1937. La scrittura densa, pastosa, ricchissima, munifica di metafore spiazzanti e minuziosissime descrizioni non si discute: un paradiso per chi ama la prosa ipercalorica, un inferno per chi vacilla alle prime singolarità linguistiche. Però, basta descrivere la struttura della trama per comprenderne la potenziale illeggibilità.


11 giugno 2013

Italia: 31 milioni di cittadini non leggono neanche un libro!


Secondo l'Associazione Italiana Editori sono ben 31,5 milioni gli italiani che in un anno non leggono neanche un libro, stiamo parlando del 54% circa di potenziali lettori. Questi dati impressionanti sulla lettura non sono certamente nuovi ma posti così danno un'idea molto precisa sul danno culturale che l'attuale assetto sociale comporta. Tutto ciò, unito agli effetti della crisi economica, deprime anche le vendite di libri che in Italia si attesta sul -7%. Sembra tanto ma se osservate i dati degli altri paesi campione capirete che non siamo soli, eccetto il +16% dell'India...

28 maggio 2013

Se le donne conquistano il parlamento

teatro greco di Siracusa

Ieri pomeriggio mentre infuriava l'attesa per i risultati elettorali ho fatto una scelta di rottura: sono andato al teatro! Proprio ieri al teatro greco di Siracusa si teneva la commedia di Aristofane Donne al parlamento. La commedia è vecchia di due millenni ed è ambientata ad Atene dove un gruppo di donne guidate da Prassagora conquistano il parlamento travestendosi da uomini. Li deliberano leggi che mettono in comune tutto: dal denaro sino alle donne, che potranno andare a letto con tutti gli uomini e fare figli con chi vorranno.

4 febbraio 2013

Federico Zeri commenta la Divina Commedia


Federico Zeri è senza dubbio uno dei più grandi critici d'arte italiani. La sua irruente critica contro i mali della cultura italiana ha determinato la sua emarginazione culturale ma anche la sua grandezza. In questa intervista dimostra una vasta e sensibile cultura dantesca laddove descrive le cantiche della Divina Commedia in termini di colori e odori. Ma c'è anche quell'accenno critico alla cultura italiana, appena introdotto che chiude un'intervista ad un personaggio indimenticabile.

31 dicembre 2012

Lettera di Capodanno

             

 Le temps, le temps toujours recommencé…
Dicono che repetita iuvant;
che il secondo bacio è più sapiente del primo,
che il bis d’un minuto felice
s’insaporisce d’un miele che ci sfuggì quella sera…
Ma l’anno che ritorna col suo rauco olifante
A soffiarci dentro le orecchie
l’ennesima Roncisvalle,
e ingrossa i fiumi, impoverisce gli alberi;
l’anno che nello specchio del bagno conserva
a uno svogliato rasoio la barba sempre più bianca;
l’anno che cresce su sé con l’ingordigia dei numeri,
sgranando sul calendario
il recidivo blues del Mai più…
chi oserebbe dire che meriti il bacio del Benvenuto?
chi potrebbe giurare che non sia peggio degli altri?
Il male si raddoppia e repetita non iuvant.
Eppure…
Eppure nella tombola arcana del Possibile
fra i dadi e il caso la partita è aperta;
gonfiano fiori insoliti il grembo d’una zolla;
lune mai viste inonderanno il cielo;
due ragazzi in un giardino
si scambieranno i telefoni, i nomi,
stupiti di chiamarsi Adamo ed Eva;
verrà sotto i balconi
un cieco venditore d’almanacchi
a persuaderci di vivere…
Crediamogli un’ultima volta.

Gesualdo Bufalino, “Lettera di Capodanno”, da: Tommaso e il fotografo cieco ovvero Il Patatràc, Bompiani, 1996, pag.162


24 dicembre 2012

«Tutto è lecito a Hollywood e in guerra»

Faye Dunaway, Charles Bukowski e Mickey Rourke (dal sito Colordonor.tumblr.com)

Nel 1985 il regista cinematografico franco-statunitense Barbet Schroeder chiese a Charles Bukowski di scrivere una sceneggiatura. In quegli anni il sessantacinquenne scrittore e poeta americano cominciava a godere di una stabilità economica che non aveva conosciuto in tutta la sua precedente vita. Le sue opere erano tradotte in tutta Europa e suscitavano i soli due stati d’animo che la sua letteratura ha sempre provocato: consenso e sdegno. Inutile dire che il vecchio Hank di tutto questo se ne fregava altamente, continuava a bere smodatamente e a recarsi ogni mattina alle corse dei cavalli.

13 dicembre 2012

Cinquanta sfumature di Lobo Antunes

Il venticinque, ventisei e ventisette ottobre di quest’anno nella piccola e sconosciuta cittadina portoghese di Penafiel (distretto di Oporto) si è svolta la quinta edizione di Escritaria, un festival sulla letteratura lusofona – il portoghese si parla anche in Brasile, Angola, Macao, Mozambico, Capo Verde, Timor Est, ecc. – che ha visto quest’anno come protagonista Antonio Lobo Antunes.
Dopo la scomparsa di Saramago Lobo Antunes è attualmente la stella più lucente della letteratura portoghese, la loro leggendaria rivalità ha fatto discutere molto gli appassionati, soprattutto quelli che ritenevano che il Nobel lo meritasse di più Lobo Antunes.

Antonio Lobo Antunes
Antonio Lobo Antunes a Escritaria (dal sito Visao.sapo.pt)

10 dicembre 2012

Antologia personale di Vittorio Gassman.

Vittorio Gassman
Il testo scritto, per quanto sublime, è comunque lettera morta. Prende vita solo se noi gli diamo risonanza. Gassman affermava che la recitazione si studia come il violinista studia il suo strumento. Per affinare tutte le espressioni dell'animo. Una sonata di Chopin diventa musica solo grazie alle dita di un pianista.

17 novembre 2012

Un romanzetto scorrevole e un po’ scialbo

Il nuovo inquilino

Ho appena terminato la lettura de Il nuovo inquilino, il primo romanzo di Javier Cercas, pubblicato per la prima volta nel 1989. Oggi Cercas è l’autore spagnolo forse più celebrato all’estero; in Italia ha vinto il Grinzane Cavour con Soldati di Salamina nel 2003, e nel 2011 il Premio del Salone Internazionale del Libro di Torino. Ero incuriosito da un autore che ha ricevuto parole di stima da Mario Vargas Llosa, J. M. Coetzee, Doris Lessing e Susan Sontag.
Il nuovo inquilino è pubblicato, come gli altri, da Guanda, e reca in copertina l’elogio di un mito della letteratura ispanica come Roberto Bolaño: «Un romanzo splendido, uno scrittore di straordinario talento». Con queste premesse e una trama che sembrava intrigante ho acquistato e divorato l’esiguo romanzo (136 pagine).

16 novembre 2012

La scrittura è una budella gentile. Flirt con Busi


Ieri sera a Otto e mezzo su La7, la trasmissione condotta da Lilli Gruber, c’era ospite Aldo Busi. L’occasione è stata l’uscita dell’ultimo romanzo dello scrittore lombardo (a dodici anni da Casanova di se stessi), El especialista de Barcelona. La pubblicazione è stata una vicenda travagliata che ha visto Busi interrompere i rapporti professionali con Mondadori e rescindere il nuovo contratto che aveva firmato con Giunti, fino a quando non è arrivato Dalai.

8 novembre 2012

The dark side of the man


Oggi Google ricorda un anniversario molto particolare, la nascita di uno scrittore precursore di un genere che muterà in horror e thriller. Abraham Stoker, che nacque oggi nel lontano 1847, è il papà di Dracula, delle ambientazioni cupi, della nebbia e dei treni in corsa verso la città del vampiro-conte.

30 ottobre 2012

Il caffé letterario


Di tanto in tanto in edicola spuntano ottimi prodotti editoriali di ampia diffusione e di ottima qualità. Uno di questi prodotto è senza dubbio Il caffé letterario allegato al «Sole 24 ore». L'iniziativa in DVD è partita a maggio ed è tutt'ora in corso. Questo post non pubblicizza tale iniziativa, quanto la possibilità di vedere qualche puntata da Youtube. Sbirciando infatti tra le pagine è possibile trovare qualche uscita per intero. 

6 ottobre 2012

La sindrome di Michelangelo


Non c’è niente da fare, ci cascano tutti. Raggiunto il successo professionale gli artisti nostrani non riescono a rimanere nel loro (dorato) orticello. Come piccoli Michelangelo – d’accordo forse l’esempio è un po’ eccessivo – devono dare sfogo a tutta la loro incontinenza espressiva: Baricco ha girato un film, Lezione 21 – con deludenti risultati; Ligabue ne ha scritti e girati due (e con buoni risultati); Federico Zampaglione s’è messo in testa di resuscitare il thriller all’italiana e Carlo Lucarelli ha terminato le riprese del suo primo film da regista (tratto da una sua opera). L’ultima moda sembra essere quella della letteratura: il solito Ligabue con la raccolta di racconti Il rumore dei baci a vuoto è già a quota quattro (e la critica lo ha anche promosso); Francesco Bianconi, il leader dei Baustelle, l’anno scorso ha esordito con Il regno animale; Simone Lenzi, cantante del meno noto gruppo dei Virginiana Miller, è da qualche giorno in libreria con La generazione (dal quale il suo concittadino Paolo Virzì ha tratto l’ultimo film); e infine Giuliano Sangiorgi, il frontman dei Negramaro, che con Lo spacciatore di carne prova la strada del thriller.