Le evoluzioni che caratterizzano le società portano con sé effetti sia positivi che negativi per la popolazione. Il cambiamento tecnologico che ha letteralmente travolto le nostre vite negli ultimi anni inizia ad essere sempre più spesso sotto la lente di ingrandimento, protagonista di analisi lucide e puntuali circa le conseguenze che ha apportato, nel bene e nel male, e che continuerà ad apportare nella nostra quotidianità. Una delle attività che, a causa del processo di digitalizzazione, è stata gradualmente messa da parte fino quasi a scomparire del tutto è la scrittura a mano.
In tal senso, negli ultimi anni sono stati, infatti, svolti diversi studi molto interessanti e meritevoli di attenzione. Per esempio, i docenti Pam A. Mueller della Princeton University e Daniel M. Oppenheimer della University of California di Los Angeles nel 2014 hanno condotto una ricerca intitolata The Pen Is Mightier Than the Keyboard: Advantages of Longhand Over Laptop Note Taking (La penna è più potente della tastiera: vantaggi della scrittura a mano rispetto al computer portatile) secondo la quale utilizzare la penna per prendere appunti porta ad un maggiore apprendimento rispetto a farlo su un dispositivo elettronico. Questo studio ha previsto il coinvolgimento di una classe numerosa di studenti a metà dei quali è stato chiesto di prendere appunti di una lezione usando la penna, mentre all’altra metà usando un dispositivo elettronico. In seguito è stato somministrato loro un test a risposta multipla sui contenuti della suddetta lezione e ciò che è emerso è che coloro che avevano preso appunti in maniera classica, ovvero con carta e penna, erano quelli con risultati migliori. Questa ricerca dimostra, dunque, la correlazione fra il miglioramento dell’apprendimento e la scrittura manuale.
Naomi Susan Baron, professoressa emerita di Linguistica all'American University di Washington D.C., nonché autrice del testo del 2023 Who Wrote This? How AI and the Lure of Efficiency Threaten Human Writing (Chi lo ha scritto? Come l’AI e il fascino dell’efficienza minacciano la scrittura umana), afferma che:
statisticamente la maggior parte degli studi sul rapporto tra scrittura manuale e memoria (compresi quelli condotti in Giappone, Norvegia e Stati Uniti) mostra che le persone ricordano meglio le cose scritte manualmente rispetto a quelle scritte al computer.
In particolare, risulta fondamentale la scrittura in corsivo, perché, secondo quanto affermato all’interno dell’articolo di Federica Natta dal titolo Corsivo vs computer. Perché scrivere a mano. Percorsi cognitivi e orizzonti di ricerca, il corsivo:
contribuisce al corretto sviluppo di abilità motorie, favorendo la coordinazione, la fluidità dei movimenti e la capacità di modulare la pressione della penna sul foglio; permette una scrittura scorrevole e adeguatamente veloce, consentendo la percezione della parola come entità a se stante. Imparare a scrivere direttamente in corsivo induce infatti il bambino a seguire un determinato percorso grafico definito nella direzione del tracciato e della necessità di effettuare collegamenti tra le lettere nonché di riconoscere la spaziatura corretta tra segno e parola; è particolarmente utile nei soggetti con certificati disturbi specifici dell’apprendimento, in particolare in caso di difficoltà di controllo motorio o di inversione di grafemi; infine, e questo è l’argomento più utile per il suo uso nella scuola secondaria di primo grado, il corsivo diversifica, cioè è essenziale contributo a una costruzione identitaria.
Quest’ultimo aspetto, ovvero quello psicologico, è molto importante da considerare, poiché la scrittura manuale consente a ciascuno di noi di esprimere la propria personalità e la grafia diventa un nostro tratto distintivo.
Anche Franco Frabboni, professore emerito di Pedagogia Generale e Sociale dell’Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, scomparso nel 2024, in merito alla rilevanza della scrittura manuale e del corsivo, aveva dichiarato:
L’abbandono della scrittura mano porta a una scarnificazione del messaggio. Lo vedo spesso nelle tesi dei miei studenti, povere, troppo brevi, dove la sintesi non è un pregio ma una incapacità di sviluppare il pensiero. Tornare all’insegnamento della scrittura in corsivo è una battaglia fondamentale anche perché l’altra faccia di questa metamorfosi è la perdita della lettura. Sono due vasi comunicanti: se non si impara il corsivo, i suoi tempi, la sua musicalità come si farà a concentrarsi sulle parole di un libro?
L’auspicio è, quindi, quello di mantenere viva, per quanto possibile e compatibilmente con i nostri tempi e i nostri impegni, la scrittura manuale, non derubricandola ad una mera attività ormai vetusta e completamente priva di utilità, poiché, da quanto emerso dai suddetti studi, sono davvero tanti i benefici ad essa legata che riguardano tutta la popolazione, in particolare quella dei bambini e dei giovani.
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