2 settembre 2025

Il caso Dreyfus e il contributo della grafologia francese


La Francia della terza Repubblica e della Belle Epoque è sconvolta da un caso di spionaggio ed un uomo innocente sconta anni di lavori forzati a causa dell'ostilità dei superiori. Quando il caso sembra chiuso c'è la svolta: i grafologi, ed in particolare lo studioso Jules Crepieux Jamin, riescono a dimostrare l'innocenza dell'ufficiale ebreo, condannato a causa dell'antisemitismo che imperversa nella Francia dell'epoca.
Jules C. Jamin può essere considerato il caposcuola riconosciuto in tutto il mondo come riordinatore e sistematizzatore della grafologia francese.

Il caso Dreyfus sconvolse la Francia della fine del XIX° secolo e divise l'opinione pubblica fra coloro che credevano nell'innocenza dello sfortunato ufficiale ebreo Alfred Dreyfus (1859-1935) e coloro che invece lo ritennero sempre una spia al servizio del governo tedesco.

Ma come si svolsero realmente i fatti?

Il Capitano Dreyfus, addetto al comando del Corpo di Stato Maggiore, fu ritenuto autore di uno scritto contenuto in un piccolo pezzo di carta velina manoscritto e ormai ridotto in piccoli pezzi denominato bordereau; infatti la domestica dell’ambasciata francese a Parigi lo aveva raccolto dal cestino della carta straccia e consegnato ai servizi segreti francesi.

Il manocritto bordereau

Nel bordereau uno scrittore francese anonimo dichiarava di inviare al colonnello tedesco Von Schwartzkopfen ben cinque documenti riguardanti la sicurezza nazionale francese; il foglietto stracciato fu ricomposto ed affidato a grafologi dilettanti affinché scoprissero l’autore in base alla scrittura.

Quale capro espiatorio migliore di un ufficiale inviso dai superiori in quanto ebreo?

Il documento fu analizzato da diversi periti ma solo due di loro, Gobert e Pellettier, dichiararono l’innocenza di Dreyfus e quest’ultimo, non potendo neppure avere l’assistenza di un avvocato competente, fu giudicato colpevole, degradato e deportato nell’isola del Diavolo, al largo delle coste della Guyana francese.

La degradazione di Dreyfus

In seguito però la stessa cameriera trovò un altro biglietto in cui un ufficiale francese di nome Ferdinand Walsin Esterhazy scriveva allo stesso colonnello Von Schwartzkopfen e fu subito chiaro che si trattava di un altro caso di spionaggio; il colonnello Picquart si accorse che la scrittura era simile a quella del bordereau ma questa scoperta gli costò il trasferimento in Tunisia ed il caso fu definitivamente chiuso.

Il fratello di Dreyfus tuttavia non si diede per vinto e dopo aver fatto uscire un articolo di protesta sul giornale (Un errore giudiziario: il caso Dreyfus) si rivolse ai migliori periti grafologi e tra questi a Jules Crepieux Jamin, grande studioso di grafologia e autore di opere che diedero un contributo molto importante alla grafologia di matrice francese.


Jules Crépieux-Jamin (Arras 1859 - 1940), titolare di uno studio dentistico, ebbe molti interessi: la musica, i libri da colllezionare, la stenografia, lo sport, l’apicultura (per ben venticinque anni fu redattore capo della rivista “L’apicultura moderna”). Sempre più forte, a partire dal 1882, divenne il suo interesse per la scienza proposta da Jean-Hippolyte Michon di cui casualmente era venuto a conoscenza: alla madre, ormai del tutto cieca, Jules leggeva molti libri e fu così che incontrò i lavori di Michon, restandone affascinato.

Crepieux Jamin dunque, supportato dagli altri periti, dopo una prima perizia da lui stesso riconosciuta errata, concluse che l’autore di entrambi i biglietti era il maggiore Esterhazy, un uomo poco affidabile che aveva l’abitudine di spendere più di quanto si potesse permettere.

Nonostante tutto Esterhazy venne assolto grazie alle pressioni esercitate sui periti dallo Stato maggiore e l'opinione pubblica si divise tra innocentisti e colpevolisti mentre lo scrittore Emile Zola scrisse il suo famoso “J'accuse” (1898), un'aperta accusa contro i superiori di Dreyfus, condannato ai lavori forzati a causa di un vero e proprio occultamento di prove da parte dei superiori nominati addirittura per nome e cognome.
In seguito a questo scritto Zola fu processato e condannato ad un anno di prigione e a tremila franchi di ammenda; Jamin non venne formalmente convocato ma ascoltato a titolo di informatore.


La storia successiva è nota : vi furono altre vicende giudiziarie ma alla fine, dopo aver ricevuto la grazia dal Presidente della Repubblica Emile Loubet, fu infine reintegrato nell'esercito (1906) mentre la colpevolezza di Esterhazy fu definitivamente dimostrata.
In tutta questa vicenda spicca la figura di Jules Crepieux Jamin, il quale fu fortemente danneggiato dalla posizione assunta nel corso del processo al Capitano Dreyfus: i muri della sua casa furono coperti da insulti, gli amici gli tolsero il saluto ed anche molti clienti disertarono lo studio dentistico, senza contare pressioni e minacce; fu per lo studioso un periodo estremamente difficile ma era evidente che per lui era più importante conservare l'integrità e l'onestà professionale.
Da quel momento in poi si dedicò esclusivamente allo studio della grafologia che trasformò in una vera scienza; divenne un professionista affermato e rispettato anche dalle autorità culturali dell'epoca e ha lasciato ai posteri un trattato molto importante, ABC de la graphologie, pubblicato nel 1929, considerato la base della grafologia di scuola francese. Elementi della scrittura di canaglie è un' altra sua opera, e si noti che egli adopera il termine “canaglie” per evitare quello di “criminale”.

Il nostro mondo è ormai dominato dalla tecnologia ma la grafologia è tuttora studiata ed utilizzata in molti campi: dall'ambito forense alla consulenza aziendale, lo studio del tracciato grafico di una persona è coinvolgente e non sostituibile con nessun strumento avanzato.
La grafologia forense ha tratto un notevole impulso proprio dal caso trattato in questo articolo, per questo motivo il caso Dreyfus rappresenta uno studio importante per chiunque intenda approcciarsi a questa disciplina, sempre però tenendo conto che la grafologia non è una scienza esatta ed ogni interpretazione non è mai univoca ma dipende da una molteplicità di variabili, fra cui il vissuto di ciascuno, il livello scolastico e l'ambiente economico e sociale in cui si è sviluppata la personalità.

L'ufficiale e la spia (J'accuse) è un film ispirato al caso in questione e girato nel 2019 con la regia di Roman Polanski.


Roberta Capanna Piscè

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