Torino, 1927
Un uomo dallo sguardo smarrito vaga per i corridoi del manicomio di Collegno. La folta barba e i lunghi buffi a manubrio fanno da contorno ad un volto corrucciato. Mille pensieri si fanno strada tra le oscure stanze del castello della mente. Un gesto o anche solo una voce, può essere quella madelaine che, di colpo, come una lanterna, farà luce in quegli oscuri corridoi. L’unico ricordo chiaro è quello della sua cattura, avvenuto l’anno prima. Chi lo conosce?, riporta in grassetto “La Domenica del Corriere”. La sua memoria è come uno specchio ormai rotto, i cui frammenti restituiscono solo parti di quell’identità così nebulosa. L’oblio in cui vagava sembrava una parete ulteriore, invisibile rispetto alle quattro mura del manicomio.