2 luglio 2025

La dipendenza come metafora di vita: un confronto tra ““ di Burroughs e "Scimmia" di Finardi

Nella letteratura e nella musica, pochi simboli risultano tanto potenti quanto quello della “scimmia sulla spalla”, figura sfuggente, vischiosa, ineluttabile. È un’immagine che non si limita a rappresentare la dipendenza come condizione fisica, ma la trasfigura in stato dell’anima. In Junkie (in italiano La scimmia sulla schiena), William S. Burroughs ne fa il fulcro narrativo del suo memoir brutale e lucido sulla tossicodipendenza. Decenni dopo, in un’Italia molto diversa dall’America marginale degli anni Cinquanta, Eugenio Finardi ne raccoglie l’eco nella sua canzone La scimmia, usandola per raccontare la stessa lotta interiore, con la rabbia poetica di chi ha conosciuto il demone dell’eroina, ma ha anche intravisto una via di riscatto. Due linguaggi, due culture, un unico nodo oscuro: la scimmia sulla spalla.

28 giugno 2025

Ricordando Lea Massari

Sovente le espressioni artistiche costituiscono delle forme di apertura verso il mondo completamente opposte rispetto al grado di riservatezza e introspezione di chi l’arte la fa, la crea. Molte personalità artistiche, infatti, respirano un sano e necessario silenzio che poi colorano attraverso l’arte da regalare successivamente al pubblico. In un mondo spesso falsamente brillante a tutti i costi, una scelta di discrezione può essere considerata strana o poco conveniente, ma se serve ad offrire maggiore voce alle opere e al talento, può rivelarsi un’opportunità vincente. Questa è la strada che ha deciso di percorrere una grande attrice italiana di cinema e televisione, Lea Massari, scomparsa pochi giorni fa alle soglie dei 92 anni.

21 giugno 2025

Annìle – ovvero falsa fiaba della montagna di ferro - Edoardo Mantega (Romanzo - 2025)

Avevo capito però che c’era qualcosa oltre la grammatica. La possibilità del ritmo e delle storie. 

Il panorama letterario italiano negli ultimi anni è diventato stantìo. I libri che ormai quotidianamente (e già questo è significativo della loro qualità!) escono anche da grandi case editrici ricalcano vecchi tópos con forme spendibili nel mercato. Basti pensare a quanti gialli vengano pubblicizzati come grandi portatori di tematiche storiche o sociali. La verità è che la capacità di uno scrittore è ormai diventata relativa: ciò che conta è accontentare il pubblico letterario, sempre più borghese e alla ricerca di rassicurazioni, non di stimoli. 

16 giugno 2025

Il viaggio dell’arte italiana nei territori spagnoli. Un racconto curatoriale firmato Alessandro Giansanti

Nei giorni scorsi, il pubblico valenciano ha preso parte con entusiasmo al vernissage della mostra Andar Visivo, nuova tappa del progetto espositivo itinerante promosso da Agarte – Fucina delle Arti. Ospitata presso la Aleksandra Istorik Gallery, la rassegna ha segnato un nuovo e significativo passo nel percorso artistico e curatoriale ideato da Alessandro Giansanti, giovane curatore e gallerista impegnato da anni nella valorizzazione dell’arte italiana in contesti internazionali.
Il progetto nasce con una precisa intenzione, creare un percorso espositivo dinamico, che superi i limiti della mostra tradizionale e statica, offrendo agli artisti italiani un’occasione di reale confronto con pubblici, culture e spazi differenti.

11 giugno 2025

Tre storie di speranza da Gaza

Gaza è martoriata dalle bombe. La popolazione è allo stremo, la Cisgiordania occupata sempre più stretta nella morsa dell’assedio. Sarebbe facile – troppo facile – fare la conta dei morti, degli espropri, delle scuole distrutte, degli ospedali cancellati. Ridurre tutto a numeri, a grafici, a statistiche.

Ma oggi vorrei fare il contrario: voglio raccontare le voci di chi resiste. Le voci di pace, di speranza, che ancora si levano da quei territori devastati, occupati, disumanizzati da Israele. Voglio umanizzarle, restituire loro il volto, il nome, la dignità. Lo farò attraverso tre storie. 

Tre vite. Tre voci. La prima è quella di un giornalista, che ha scelto di restare. La seconda è di una giovane pittrice, fuggita poco prima del disastro. La terza è quella degli operatori sanitari, di coloro che sono lì per aiutare e vengono uccisi.