31 agosto 2020

Dentro al pezzo: Under pressure

Il famosissimo brano nato nel 1981 dal genio del Duca Bianco e dei Queen. La sua storia, il suo significato. L’amore, la vita.

David Bowie e Freddie Mercury
Tratto da “The Times”

La storia

Nel 1981, nella pacifica e silente Svizzera, a Montreaux, in uno studio di registrazione di proprietà dei Queen, nacque quasi per caso questo brano meraviglioso. Un testo che ancora oggi identifica completamente il mal di vivere della nostra società, ed un suono che ancora carica la mente di energia.

La storia del brano l’ha raccontata Brian May, il chitarrista dei Queen, in un articolo scritto per il Daily Mirror nel 2016.
Davide Bowie si trovava per caso in Svizzera mentre i Queen erano in studio a registrare un disco e, così, come si fa tra amici, passa a salutarli. Quale migliore occasione, per due star, di divertirsi facendo ciò che gli è congeniale, “play music” e così Freddy invita David a intonare alcune parti di un brano che però, al riascolto, non ottiene il risultato voluto da Bowie, il quale chiede di cancellare la sua registrazione dal pezzo.
Freddy propone a David di fermarsi ancora per improvvisare e quest’ultimo dice: “suoniamo, qualcosa accadrà”.

Fra vari tentativi musicali si fa strada quel riff di basso iniziale, che tutti conoscono e che dà il via al pezzo, e che per un pelo non va perduto durante la cena, per dimenticanza, dal bassista che gli diede vita, John Deacon. Per fortuna Bowie lo ricorda e lo scrive.
Poi ognuno si serrò dentro una cabina di registrazione e provò ad infilare nella musica la voce e un testo. Fu Freddy a tirare fuori in quel momento quel meraviglioso fraseggio iniziale che assieme al giro del basso attira l’ascoltatore dentro il brano come una forza di gravità.
Questo mix fu la traccia rozza del pezzo, che inizialmente venne chiamato “People on Street”, frase che viene ripetuta numerose volte.
Qualcuno dice che cocaina e alcool girassero alla grande durante la notte, ma non ci interessano le intemperanze dei geni, non sappiamo se sia vero o un luogo comune che vuole le star sempre drogate o ubriache. Io ritengo che fossero presenti a loro stessi, per produrre una cosa così particolare come questo brano.

In seguito fu Bowie ad imprimere la sua mano sul testo, con la collaborazione di Roger Taylor, cambiando anche il titolo in Under Pressure. I Queen lo lasciarono fare anche se in fase di mixaggio le due star avevano idee diverse. Forse perché in presenza di un pezzo grandioso, - se discussero o meno, o quanto, in fase di stesura finale, non lo sapremo mai - ma il pezzo uscì.
Uscì nel 1981, ma fu pubblicato in un album dei Queen solo nel 1982. Tutti gli artisti che collaborarono furono dichiarati autori.

La scalata alle classifiche mondiali e il resto sono storia. Under pressure volò.

Volò anche grazie ad un video, opera di Davide Mallet, il quale fu costretto a girare senza le due star, in quanto impegnati in turneé.
Mallet inventò. Più guardo questo video più sento che fu la musica a guidarlo, le parole, il significato profondo di questa canzone.


Il testo, il video

Il brano parte con questo giro di basso dolce, quasi da bambini che giocano al girotondo, impressione che viene confermata dal fraseggio onomatopeico di Freddy. Sembra una canzone allegra, gente che va e gente che viene dentro metropolitane stracolme, in mezzo a strade piene di piedi e gambe.

Tuttavia la tragedia sta dietro l’angolo, infatti in mezzo a tutte queste gambe e persone ogni tanto compare qualche volto in bianco e nero, mostruoso o terrorizzato. Mallet si servì per il video di spezzoni di cinema muto degli anni ’20, tratti da La corazzata Potemkin, Dr. Jekyll e Mister Hyde, Nosferatu, tutti riferimenti importanti della cultura artistica del ‘900.

E infatti la tragedia arriva, all'arrivo di Pression!, esplode tutto intorno, cadono muri e palazzi, mentre il canto ci urla che: «la pressione distrugge gli edifici, divide le famiglie, manda le persone in mezzo alla strada…
Il domani mi porta più in alto» ed una navicella destinata alla luna parte, ma cade subito… Ma i palazzi si ripristinano, si rialzano e la vita si riavvolge come a desiderare di poter rifare tutto.

In ipnosi «il mio cervello si riversa sul pavimento, piove a dirotto» mentre Wall Street ingurgita soldi e persone… la carrozzina con due donne che portano un sacco di grano, il pane e la fame assieme, in mezzo a piedi in bianco e nero che camminano in fila, marciando verso una lenta, ma certa, masticazione della propria vita.

People on streets, è gente che mangia a singhiozzo per strada, in fretta, bevendo una tazza di qualcosa di caldo, velocemente, mentre aspetta di farsi strozzare dal lavoro. La statua della libertà ed il dollaro, la prima simbolo di una libertà inesistente, il secondo di un economia spezzata.
Portano via dei manifestanti «è la paura di sapere come gira il mondo» barricate che crollano e «let me out!» (lasciami andarein mezzo al fuoco, in mezzo al caos, in mezzo alla violenza.

Mentre Nosferatu viene a prendere l’anima per renderla infernalmente immortale «continuare a usare amore è così triste e doloroso, perché?»
Esplode il bisogno di amore, una folla enorme lo reclama e un bambino «chiede una seconda possibilità per l’amore» in braccio a sua madre, in mezzo alla folla.
E give love, dare amore, è possibile, basta baciarsi, di quei baci fatti di sogno con occhi lacrimevoli e sguardi dove l’infinito è possibile.
«Perché amore è una parola così fuori moda» ed è per questo che esistono i baci e gli abbracci fatti di gioia, ed è per questo che «l’amore ci sfida a preoccuparci per le persone che stanno sul bordo della notte» folle di umanità stipate in strade e piazze, in macchine che continuano ad andare, guidate dalla forza di inerzia della pressione umana.
E allora viene la paura, mentre cerchiamo di «cambiare il nostro modo di preoccuparci di noi stessi.»

«Questo è il nostro ultimo ballo, questo siamo noi» una macchina che viene accartocciata fra i rottami…
E lo scoppio si ricompatta, potrebbe succedere… o è successo… ad uno schiocco di dita…


Esistono due versioni del video: come motivazione è stato dichiarato il rifiuto del programma Top of the Pops di mostrare immagini che contenessero immagini delle esplosioni nell’Irlanda del nord. In realtà nel secondo video si vedono comunque immagini di rivolte, mentre sono cambiati alcuni fotogrammi dei film in bianco e nero, nella versione oggi disponibile in rete e datata 1981 released.


Dal punto di vista musicale i momenti grandiosi del pezzo, per me, sono il passaggio di tonalità - quando Freddy canta «Why, why why», che crea una dissonanza, risolta quasi subito con il ritorno alla tonalità iniziale, e il Give love ripetuto più volte da Freddy con grande capacità tecnica, che si perde in lontananza mentre David intona una scala armonicamente perfetta.
Freddy aveva enormi capacità vocali, sia di gestione dell’aria in emissione, sia interpretative, di fraseggio, che emergono tutte in questo brano, mentre David aveva la stabilità musicale di tenere insieme tutto il pezzo con un grande equilibrio, senza perdere nemmeno un suono.

La chiusura con lo schiocco delle dita è molto particolare, fine, elegante, non ingombrante… come a dire abbiamo detto qualcosa di importante ma scusateci, potete anche non pensarci… rimanete sotto pressure

Non l’hanno mai eseguita insieme live, questa canzone… un peccato immenso. I video che si trovano su youtube di loro due assieme sono dei fake rimasterizzati.
In tutti i live, sia dell’uno che dell’altro, la partitura del compagno è stata eseguita da “non cantanti”, strumentisti della band. Freddy faceva cantare la parte di Bowie a Roger Taylor e David alla bassista Gail Ann Dorsey. Credo che vi sia stata una forma anche di rispetto “dell’altra star”… a parte il caso di Annie Lennox durante il live in memoria di Freddy, in nessun’altra occasione, finché Bowie è stato vivo, questa canzone è stata eseguita da due cantanti protagonisti, ma sempre solo da uno. Credo che se Bowie avesse saputo come sarebbero andate le cose, avrebbe voluto eseguirla assieme al suo co-autore… perché l’ha eseguita in ogni concerto live, dopo la morte di Mercury.
Quando cantano Questo è il nostro ultimo ballo, era davvero l’ultima cosa che hanno fatto assieme.

Under Pressure resta arte incompiuta per questo motivo, ed è, nell’immaginario collettivo, un qualcosa di non finito che troppo presto ha chiuso il suo capitolo.

Annie Lennox e David Bowie
Live 1992

Resta memorabile il live del 1992, a Wembley in ricordo di Freddy, durante il concerto di beneficenza, con Annie Lennox e i Queen, lei gotica e lui dandy. Mentre la migliore interpretazione, dal punto di vista vocale, della partitura di Freddy in duetto con Bowie, è quella di Gail Ann Dorsey, anche se molto fredda rispetto al pathos di Annie Lennox.


Ora ci mancano molto tutti e due, e mancano molto alla Musica.

Mancano Artisti di quella grandezza, che diano quell’allure speciale alle idee importanti. Ci credevano davvero.

Freddy Mercury e Bowie

2 commenti:

Unknown ha detto...

EFFETTIVAMENTE MANCANO ARTISTI DI QUESTA CLASSE

ilary ha detto...

Molto interessante! Grazie 😊