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4 maggio 2023

La musica straniante nei film di Tarantino

Quentin Tarantino

Quentin Tarantino è il regista che negli ultimi trent’anni ha avuto forse il maggior successo. Diversi suoi film sono rimasti impressi nell’immaginario collettivo e, soprattutto a partire da Pulp Fiction, hanno inaugurato un nuovo modo di intendere il cinema. Con Tarantino infatti nasce in maniera definitiva il film slegato da fonti esterne, in cui fa da padrone la brillantezza della trama in sé, i dialoghi e gli omaggi ad altre pellicole d’autore. È metacinema, è linguaggio indipendente da fonti narrativo-letterarie.  

3 ottobre 2022

L’uomo con la macchina da presa – il cinema che parla di sé

David Abelevič Kaufman, meglio conosciuto come Dziga Vertov, è stato una delle stelle più lucenti del cinema sovietico degli albori, prima che il giogo della censura pesasse sulla libertà artistica. Il suo capolavoro del 1929, L’uomo con la macchina da presa (Čelovek s kino-apparatom), mantiene ancora oggi l’originalità e l’intensità di un tempo, qualità che gli hanno fatto guadagnare un posto tra i migliori film di sempre. Il seguente articolo si propone di rilevare i tratti più rivoluzionari della pellicola, con particolare attenzione all’aspetto metacinematografico che la contraddistingue sin dal titolo. 

21 luglio 2022

Cinema, paranoia e potere: «Il dottor Stranamore» di Stanley Kubrick e «Vogliamo i colonnelli» di Mario Monicelli

Kubrick

Una volta conclusasi la Seconda Guerra Mondiale, il mondo intero avrebbe potuto, e soprattutto voluto, tirare un sospiro di sollievo e sperare in un’epoca migliore della precedente; invece i decenni che seguirono furono attraversati da svariate paranoie, una delle tante fu causata dalla minaccia di un nuovo conflitto ancora più devastante. Di conseguenza il cinema di quegli anni si trasformò nello specchio sulla cui superficie gli spettatori videro riflessi i propri terrori. 

11 marzo 2022

L'importante è non oltrepassare la «Sottile linea rossa»

La sottile linea rossa

Tratto dall’omonimo romanzo del veterano James Jones e candidato nel 1999 a sette premi Oscar, la Sottile linea rossa del regista statunitense Terrence Malick è una riflessione filosofica sui danni morali e psicologici causati dalla guerra ma, soprattutto, è un invito affinché l’essere umano recuperi la comunione persa con la propria parte spirituale

22 novembre 2021

"La Pescatora" di Lucia Loré: «Te paro una fimmina come tutte le autre?»


LA PESCATORA

Candidato a Miglior Corto al Tallinn Black Nights Film Festival, La Pescatora, fiaba cruda e sincera di Lucia Loré, canta del coraggio di Lea e della sua lotta quotidiana contro una realtà sempre più misogina e violenta

26 ottobre 2021

Interstellar. Le origini di uno dei più grandi film di fantascienza del XXI secolo

interstellar

L’amore è l’unica cosa che riusciamo a percepire che trascenda dalle dimensioni di tempo e spazio

Interstellar è senza dubbio un grande film di fantascienza, apprezzato molto dal pubblico, la sua storia ci porta in un futuro imprecisato, un mondo distopico dove il pianeta Terra è sempre più inabitabile. Un agricoltore, ex pilota, di nome Cooper decide di abbandonare la sua famiglia per intraprendere un viaggio nello spazio con la speranza di salvare il genere umano. Il regista Christopher Nolan ha saputo girare un film introspettivo e sentimentale, ma anche visivamente spettacolare e complesso, in grado di lasciare lo spettatore incollato allo schermo. Nolan e il suo team, insieme alla consulenza del fisico premio Nobel Kip Thorne, sono riusciti a creare la più accurata rappresentazione di un buco nero mai vista sullo schermo. Ma come è nato Interstellar? Ripercorriamo insieme, grazie alle parole dell’astrofisico  Kip Thorne, le prime fasi della produzione di uno dei film di fantascienza più ambiziosi del XXI secolo. 

6 luglio 2021

Il cinema della diaspora: fenomenologia di un tema

Alì ha gli occhi azzurri

A cavallo tra il XX e il XXI secolo, quel fenomeno di scambio economico/commerciale meglio conosciuto come “globalizzazione”, coincise con lo spostamento di masse che, provenendo soprattutto dalle regioni più povere, erano dirette verso altri paesi in cerca di opportunità. Osservando chi abbandonava la propria patria, cercando di mettere radici altrove, molti registi iniziarono a considerare la centralità della migrazione sul grande schermo, nonché la sensazione di sentirsi sospesi tra due culture, il disagio di parlare la lingua di una minoranza e per molti aspetti il vedersi tagliati fuori dalla vita sociale. 

12 giugno 2021

Il mito di Rifkin: tra Woody Allen e Albert Camus

Locandina

“Anche la lotta per la cima basta
a riempire il cuore di un uomo.
Bisogna immaginare Sisifo felice.”
Albert Camus, Il Mito di Sisifo
 

«Hai mai letto quella roba di Camus? Forse è lo sforzo che ti fa bene, no?» dice Cristoph Waltz a un certo punto, quando il film è quasi finito. E poi, dopo un po’, Wallace Shawn sorride, e probabilmente sorridono anche gli spettatori in sala.

8 giugno 2021

«Gimme Shelter»: l'incubo apocalittico e la «Notte dei morti viventi»

Let It Bleed

I Rolling Stones chiusero gli anni Sessanta con Let It Bleed; tra i brani più famosi dell’album c’è Gimme Shelter, un pezzo cupo e violento, un’inquietante riflessione su quello che era stato uno dei decenni più turbolenti della storia. Cosa successe negli anni Sessanta?

21 maggio 2021

Soledad Miranda: tragica storia di una diva mancata

Soledad Miranda

Qualcuno avrà in mente il collo di Lucy Westenra per le scene del film Il conte Dracula nelle quali l’attrice spagnola Soledad Miranda compare nei panni della giovane morsa e trasformata in vampira dallo stesso conte Vlad. La difficoltà nel parlare di personaggi diventati delle vere e proprie icone nella storia del cinema è sempre quella di sacrificarne passato e futuro per concentrarsi su un eterno presente. Tuttavia, ricordando Soledad Miranda a cinquant’anni dalla sua morte, si deve, per forza di cose, partire dal ruolo interpretato in Il conte Dracula, ruolo che la consacrò musa del regista Jesús Franco. Ma Soledad Miranda non è solo la vorace predatrice sessuale presente nei film diretti da Franco, in cui l’erotismo e l’horror si mescolano, è molto altro.

27 aprile 2021

"L'oro di famiglia" di Emanuele Pisano: la necessità di preservare i ricordi

L'oro di famiglia
In concorso alla 66iesima edizione dei David di Donatello, come miglior cortometraggio dell’anno, L’oro di famiglia di Emanuele Pisano è una lucida riflessione sul bisogno di preservare quanto di più prezioso noi possediamo: i ricordi.

2 novembre 2020

Borat – Seguito di film cinema: La dissacrazione del mito americano

Borat

Dall’American Dream all’American Nightmare: l’ultima opera del comico americano Sacha Baron Cohen è una spietata critica ad un’America da incubo

L’attore comico Sacha Baron Cohen è ritornato, questa volta più scatenato ed irriverente che mai. In piena pandemia, durante il lockdown, riesce ad ultimare il seguito del film Borat, uscito nelle sale nel 2006. 

Borat – Seguito di film cinema (il titolo poi continua con: consegna di portentosa bustarella a regime americano per beneficio di fu gloriosa nazione di Kazakistan) racconta, senza peli sulla lingua, l’altra faccia, quella più cupa e spietata, dell’America


30 gennaio 2018

Woody Allen tra autobiografismo e (auto)plagio

Woody Allen

"Dio è morto, Marx è morto e anche io non mi sento tanto bene."
Nell’inverno del 1997 Woody Allen è morto. Almeno per me.
Dopo aver terminato Harry a pezzi nient’altro che il prolifico regista americano puntualmente ogni anno, ci propina, sembra essere all’altezza della stagione d’oro che ha vissuto tra la fine degli anni settanta (da Io e Annie) e quella fatidica data. Quella della sua morte, appunto. Ma siccome la morte, notoriamente, «nobilita l’uomo» e ancor di più l’artista, ecco i critici europei non mancare mai al puntuale appuntamento – a Cannes o a Venezia – con lo sperticato elogio del maestro.

«Segnali d’imperfetta morte», per dirla con le parole d’un grande scrittore, s’erano visti da tempo, per la verità, ma dopo quell’ultima testamentaria opera che racchiude tutte le ossessioni cinematografiche di Allen – autobiografismo, comicità brillante e surreale, analisi psicologica, folgoranti ‘trovate’ a servizio d’una tecnica a volte inefficace – il nostro sembra vagolare, sperduto, nella notte della senilità.

So già che state pensando a Match Point (2005), che lo stesso Allen ha definito il suo miglior film, ma si stratta di un (auto)plagio, certo non privo di geniali intuizioni, o a Vicky Cristina Barcelona (2008) che non aggiunge niente alla sua carriera, ma che s’è beccato la denuncia dello scrittore Alexis de Vilar che lo ritiene un plagio del suo Goodbye, Barcelona.

In realtà certe caratteristiche i suoi film le hanno sempre avute – e parlo anche del plagio – solo che l’icastica che allora – quando era in vita – trasbordava potente dai suoi film, rendeva queste caratteristiche dei “marchi di fabbrica”. Eccone alcuni:

9 marzo 2017

Il condizionamento futurista nel cinema

Marinetti

Immersa in un profumo di modernità l'Italia novecentesca usciva dalla civiltà contadina cercando qualcosa di nuovo.
Prendevano piede le rombanti automobili per le strade, gli scioperi e i diritti. Il cittadino novecentesco faceva capolino su una realtà che poteva dargli molto ; un gruzzoletto di denaro ottenuto dalla lotta sociale, poteva permettergli di frequentare sale cinematografiche o caffè letterari. L'innovazione plasmava i mestieri, le persone e le attività e per questo anche l'arte doveva abbandonare i modelli ottocenteschi e "rinfrescarsi" .
Primi tra tutti i futuristi italiani lanciarono la novità con un'arte trasgressiva.

20 settembre 2015

Il portento della mitopoietica in "C'era una volta in America"

C'era una volta in America

Oggi il termine Mito ha numerose accezioni e forme di applicazioni, risultando impossibile una definizione unica. In passato d’altronde filosofi e scrittori si sono avvicendati a dare un’idea di mythos. In Omero era sinonimo di «progetto, macchinazione». Per Vico era in grado di esprimere la genuina concezione del mondo. Mentre Creuzer vi individuava la presenza di simboli archetipici che accolgono l’eterna verità dell’uomo e del mondo. Pìù in generale invece nel periodo classico il Mito si stabilì intorno all’idea di racconto riguardante dèi ed eroi. Avventure mitiche che si spingevano finanche nell’aldilà. La Mitopoietica in fondo altro non è che la capacità dello spirito umano atta a produrre, appunto, narrazioni mitiche. Sicché come in letteratura anche nel cinema si sono avuti sfaccettati esempi di questo tipo di narrazioni. Ma un regista che più di qualunque altro ha colto l’essenza dell’epopea del Mito, elevandola al sublime, è stato Sergio Leone. «Il cinema dev'essere spettacolo, è questo che il pubblico vuole. E per me lo spettacolo più bello è quello del mito». Con queste parole Leone dà una precisa definizione del suo cinema, e di ciò che era per lui quest’arte, che sin da piccolo respirò, a pieni polmoni, grazie ai film pionieristici del padre, anch’esso regista.

8 maggio 2012

Film Rosso. La chiamata dell'altro

Film Rosso

Ma ecco sui rami, maturi, profondi,
dei frutti carichi di miele.
Stavano per cadere senz’essere colti
se tu avessi tardato ancora un poco.
Nazim Hikmet

Una modella sensibile e piena di vita, un vecchio giudice in pensione rinchiuso nel guscio inacidito della sua solitudine e un giovane magistrato, amareggiato e deluso da una storia d’amore. Sono questi i personaggi principali di Film Rosso, opera cinematografica che, oltre a chiudere la saga della trilogia, è anche l’ultimo lavoro di Krzystof Kieslowski. Film Rosso racconta di una fratellanza, intesa come un’apertura pensabile verso l’altro, colorato dalla viva speranza che «comunicare sia possibile».


7 febbraio 2012

Film Bianco. Osmosi tra la sessualità e l'essere

 Film Bianco 

Come figlio di Poros e di Penia, Eros ebbe questa sorte: essere sempre povero, e tutt’altro che delicato e bello, come i più credono, anzi duro, squallido, scaltro, senza tetto, dormire sdraiato a terra e allo scoperto, davanti le porte di una casa o sulle strade; e avendo in sé la natura della madre lo accompagna sempre il bisogno. Per parte del padre, d’altronde è insidiatore dei belli e dei buoni, è coraggioso, temerario, formidabile cacciatore, attento a preparare insidie, avido di sapere, escogitatore di tranelli, teso alla ricerca per una vita intera, incantatore pericoloso, mago e sofista. […] Quello che acquista continuamente gli sfugge di mano, sicché Amore non è mai né assolutamente povero né assolutamente ricco. 
Platone

Per un brevissimo momento, in Film Blu, quando Julie è alla ricerca dell’amante del marito in tribunale, entra in un’aula giudiziaria in cui un uomo, che non parla francese, invoca disperatamente “uguaglianza”. Film Bianco, secondo film della trilogia dedicata ai valori della Repubblica francese di Krzystof Kieslowski, è la storia di quell’uomo, Karol Karol, un parrucchiere polacco alle prese con una causa di divorzio.


20 gennaio 2012

Indagine su un artista al di sopra di ogni sospetto

L’arte non è più altro, ormai, che un’idea prostituita nella sua realizzazione.
Jean Baudrillard

È […] assurdo dire che l’arte contemporanea è inesistente e che tutto ciò non porta a nulla, perché è proprio questa la sua funzione vitale: quella di illustrare la nostra inutilità e la nostra assurdità.
Jean Baudrillard

Un tranquillo posto di campagna

Certo, con gli artisti, quelli veri, fare paragoni è impossibile, ognuno è un mondo a sé; ma quando mi capita di rivedere uno degli undici film che hanno onorato la breve carriera di Elio Petri, non posso fare a meno pensare a lui: Stanley Kubrick.

Kubrick e Petri non hanno niente in comune, tranne una cosa: hanno ostinatamente sperimentato. Tutta la vita. Ogni film un genere diverso, ogni film uno stile registico differente. Dall’esordio con il giallo/noir L’assassino, al drammatico (tra Neorealismo e Nouvelle vague) I giorni contati; dalla commedia, con Il maestro di Vigevano, alla fantascienza, con La decima vittima, fino al film apertamente politico, il suo più noto e probabilmente migliore, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto. Petri è stato un artista eclettico, un generoso contaminatore di linguaggi. Eppure, a una attenta analisi dei suoi film, non sfugge la chiave di lettura di tutta la sua opera: la società, il popolo.

3 gennaio 2012

Film Blu. La stoffa dell'essere

film blu 
Ma dietro l’esistente che cade da un presente all’altro, senza passato, senza avvenire, dietro questi suoni che si decompongono, si squamano, e scivolano verso la morte, la memoria resta la stessa, giovane e ferma come un testimone spietato.
Jean Paul Sartre 

Film Blu parla della libertà, delle imperfezioni della libertà umana. Fino a che punto siamo veramente liberi?
Questa domanda è il filo di Arianna del regista Krzystof Kieslowski, con il quale intesse il primo film della sua trilogia dedicata ai valori della Rivoluzione Francese: Libertà (Film Blu), Uguaglianza (Film Bianco), Fratellanza (Film Rosso). 


15 ottobre 2010

L’esperienza mistica di Godard: dalla fenomenologia alla vita

Due o tre cose che so di lei
Copertina del film di Godard Due o tre cose che so di lei

La parola che non ha più degno riscontro nella società dell’immagine, la parola che perde la sua funzione descrittiva in favore della preminenza visiva, immediata delle sigle che appaiono sui palazzi di una Parigi in piena crisi socio-culturale silenziosa, espressione della catastrofe mondiale – maggiormente europea – del nichilismo è ciò che Jean-Luc Godard, a distanza di tempo, ha saputo evidenziare nelle sue fattezze originarie.