5 febbraio 2024

Louise Brooks: ritratto di una diva

Ci sono volti iconici che lasciano il segno, nella vita come nell’arte. Quadri, pellicole, fotografie accolgono sguardi rimasti ormai impressi nella storia della cultura e soprattutto nella memoria della gente. Sono figure con un’aura particolare, capace di creare una forte connessione con chi guarda e che, attraverso le varie forme d’arte, riescono a sprigionare un’energia travolgente. Uno dei volti che ha sicuramente lasciato un’impronta indelebile nella storia del cinema e dell’arte è quella di Louise Brooks.

Louise Brooks nasce nel Kansas nel 1906, figlia di un avvocato e di un’intellettuale innamorata del pianoforte. Si avvicina da giovanissima alla danza, frequentando la scuola di Ruth St. Denis e Ted Shawn a New York e partecipando alle tournée della loro compagnia, i Denishawn Dancers. Dopo l’esperienza legata alla danza, Louise entra in contatto con il mondo del cinema. Nel 1925, infatti, firma un contratto quinquennale con la Paramount Pictures, che le consente di recitare in diverse commedie e, due anni dopo, si trasferisce ad Hollywood. Fra le pellicole mute che interpreta negli Stati Uniti, si ricorda The show off diretto da Malcom St. Clair nel 1926.

Nel 1929 Brooks rescinde il contratto con la Paramount e lascia gli Stati Uniti per trasferirsi in Europa. In Germania, infatti, il regista austriaco Georg Wilhelm Pabst la sceglie per interpretare Die Büchse der Pandora (Il vaso di Pandora) e Das Tagebuch einer Verlorenen (Diario di una donna perduta). Nel 1930 Brooks è, invece, protagonista della pellicola muta, in seguito sonorizzata, Prix de Beauté (Miss Europa) diretta dal cineasta italiano Augusto Genina.


Ancora giovane Brooks lascia il mondo della settima arte, tentando poi di rientrarvi successivamente ma, purtroppo, senza successo. L’artista vive così momenti difficili per via di gravi problemi economici. In questa seconda fase della sua vita, grazie al curatore cinematografico statunitense James Card, Brooks lavora come sceneggiatrice e critica cinematografica e si dedica, inoltre, alla pittura.  Muore a New York nel 1985 a causa di un infarto.

Il critico e regista cinematografico greco Adonis A. Kyrou, riferendosi a Brooks, asserisce che  «le altre sono “le donne”, lei, è Louise», sottolineando, così, l’unicità di questo personaggio. Henri Langlois, fondatore della celebre cineteca Cinémathèque Française nonché figura di spicco nell’ambito della Nouvelle Vague francese, parlando di Brooks afferma: «Basta vederla per credere alla bellezza, alla vita, alla realtà dei personaggi. Possiede quella naturalezza che soltanto i primitivi conservano davanti all’obiettivo».

Con Louise Brooks nasce il bob, il taglio di capelli a caschetto, divenuto poi famoso e imitato in tutto il mondo. Il noto cineasta francese Jean-Luc Godard per il suo film Vivre sa vie (Questa è la mia vita) del 1962, vincitore del Premio speciale della giuria alla Mostra del Cinema di Venezia, sceglie di prendere come riferimento estetico per la protagonista Anna Karina proprio Louise Brooks.

Il celebre fumettista milanese Guido Crepax nel 1965 crea il personaggio di Valentina Rosselli, di solito ricordata semplicemente come Valentina, protagonista della serie a fumetti La curva di Lesmo pubblicata sulla rivista Linus. È proprio Louise Brooks, con i suoi tratti così particolari e la sua estetica unica e inconfondibile, ad ispirare Crepax per l’ideazione di questo personaggio divenuto poi noto al grande pubblico. Fra il fumettista e l’attrice si sviluppa così un intenso rapporto epistolare. Nel 1976, in una delle tante lettere scambiate, Louise Brooks, rivolgendosi a Crepax, scrive: « Hai portato la pace ai miei ultimi anni. Per 69 anni sono stata freneticamente alla ricerca di me stessa. E adesso tu mi dici che sono un "mito", che benedizione. D'ora in poi mi disintegrerò comodamente a letto con i miei libri, sigarette, caffè, pane, formaggio e marmellata di albicocche». Valentina, come Louise, non passa inosservata e ha una bellezza magnetica. Marco Belpoliti, in un articolo su Doppiozero, descrive così questo personaggio iconico di Crepax:

Erotica, mai volgare, il personaggio di Valentina è complesso dal punto di vista psicologico. La sua disinibita personalità sconfina infatti nell’onirico. Crepax ha detto una volta che il suo fumetto rappresentava un “personale diario psicoanalitico disegnato giorno per giorno”. Il piano di realtà e il piano del sogno si confondono spesso; non c’è rottura tra il “dentro” e il “fuori”, ma lo sguardo indagatore del disegnatore esplora letteralmente Valentina [...]. Ma anche in questo viaggio nella coscienza, Valentina è un personaggio di “superficie”: possiede un’incredibile leggerezza, che è la stessa del segno che la definisce. 

Una figura da ricordare, una storia da raccontare quella di Louise Brooks, che, sebbene ci abbia lasciato da quasi quarantanni, continua ad essere ancora considerata un’icona di stile. Brooks è il ritratto di una donna, oltre che di una diva, non sempre valorizzata a dovere e riscoperta troppo tardi. A lei si legano cinema, moda, fumetto e la sua immagine forte e profondamente riconoscibile resterà, senza dubbio, indimenticabile.

Francesca Bella

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