29 gennaio 2024

I migranti nella fotografia di Lewis Hine

Italian family on ferry boat, leaving Ellis Island

La migrazione è un fenomeno che da sempre riguarda la società umana e al giorno d’oggi lo sappiamo bene. Anche il Novecento ha vissuto periodi in cui le ondate migratorie sembravano inarrestabili; molti Paesi hanno dovuto affrontare una sfida difficile che ha tuttavia caratterizzato il loro assetto sociale e tra questi gli Stati Uniti sono stati sicuramente uno dei più colpiti. Ad interessarsi a queste ondate migratorie fu il fotografo e sociologo Lewis Hine, il quale ci ha lasciato diverse testimonianze sulle migrazioni in territorio americano di inizio secolo.

L’interesse che mosse Hine verso il fenomeno migratorio, tematica a cui l’autore dedica il suo primo reportage fotografico, non era solo dovuto alla curiosità nel vedere come fossero i nuovi arrivati in America per studiarli o analizzarli, ma consisteva soprattutto nella volontà di raccontare un cambiamento sociale che stava avvenendo nel proprio Paese. Hine riuscì a coniugare la sua sensibilità da sociologo con la maestria da fotografo e le sue fotografie illustrano bene quello che era ormai diventato un problema. Infatti New York, la città e il porto americano che accoglievano la maggior parte dei migranti, i quali arrivando dall’Europa si ritrovavano obbligati a sbarcare sulla costa Est dopo una lunga traversata dell’Oceano Atlantico, doveva fare i conti con l’arrivo quotidiano di centinaia e migliaia di persone; esse venivano sbarcate a Ellis Island, e lì erano sottoposte a quarantena, visitate, intervistate e valutate per capire se potevano entrare effettivamente nel Paese. L’organizzazione di questo tipo di accoglienza gravava sullo Stato e soprattutto sulle forze di polizia e su tutti gli addetti che lavoravano al porto, rendendo davvero complicata la gestione di ondate migratorie così numerose. 

Lewis Hine

Nelle sue fotografie Lewis Hine si sofferma tuttavia sui migranti stessi, veri e propri protagonisti dei suoi scatti. La sua è una fotografia studiata e in divenire, in cui il momento viene scelto con attenzione e precisione, senza lasciare nulla al caso, anche a costo di non essere perfetto da un punto di vista tecnico. Sono inoltre delle immagini in cui si capisce che c’è un prima e un dopo, con l’obiettivo di rendere la fotografia dinamica. In Italian family on ferry boat, leaving Ellis Island (1905) queste due caratteristiche dello stile fotografico di Hine emergono con forza: egli decide di scattare la foto quando il bambino si alza in punta di piedi per vedere sotto di lui il nuovo mondo che si avvicina, mentre i due genitori e il figlio più piccolo osservano l’America davanti a loro. Alle loro spalle, sulla destra, viene ripresa un’altra persona mentre sta camminando con una valigia in mano; sebbene con la presenza di questo personaggio la foto possa risultare sbilanciata verso destra, lo spettatore capisce che quello fotografato da Hine è un attimo preciso di un momento più lungo, in cui il migrante alle spalle della famiglia non c’è. Scegliendo di fotografare proprio l’istante in cui la persona con la valigia è di passaggio, Hine ha voluto renderlo protagonista, facendoci solo immaginare, ma invitandoci a farlo, sia il momento precedente che il proseguimento della scena fotografata. Anche la fotografia dello stesso anno Climbing into America ci racconta il clima dell’epoca: l’arrivo dei migranti negli Stati Uniti mentre salgono delle scale, a rimarcare il dinamismo fotografico, il loro abbigliamento, i loro pochi bagagli, i loro sguardi che fissano la macchina fotografica. Ed è proprio questo ultimo aspetto a rimarcare l’attenzione di Hine nello scegliere l’istante decisivo in cui scattare, optando per quello che ci può restituire la maggiore forza espressiva dei volti dei soggetti. 

Climbing into America

La forza dei volti e degli sguardi è protagonista anche nella fotografia Italian family looking for lost baggage: i quattro membri della famiglia sembrano preoccupati, magari perché non riescono a ritrovare un bagaglio, e noi questo riusciamo a comprenderlo bene. Ancora una volta Hine ci propone dei soggetti forti, a tutto tondo, che riescono a comunicarci i loro stati d’animo, colti in un momento preciso e non casuale. Due soggetti forti sono anche quelli protagonisti di Italian Madonna, scatto in cui la tematica indagata è quella del rapporto tra la madre e la figlia che si scambiano uno sguardo amorevole e intimo che è difficile da ritrovare nella storia della fotografia; Hine però non rinuncia a contestualizzare la scena e riprende anche una rete metallica oltre la quale si notano ulteriori migranti. 

Italian family looking for lost baggage

La fotografia di Lewis Hine sulla tematica dei migranti permette dunque di tuffarsi nella New York di inizio XX secolo, nel cui porto gli immigrati europei venivano accolti nella speranza di trovare alloggio e lavoro, con l’obiettivo di intraprendere una nuova vita in un ambiente completamente diverso da quello a cui erano abituati. Gli scatti fotografici dell’autore mostrano personaggi a tutto tondo, ben caratterizzati e colti in un istante voluto e non casuale; il suo obiettivo era quello di raccontare l’arrivo e le condizioni di coloro che si avventuravano in America, volendo restituire i loro sguardi, i loro volti e le loro espressioni, scegliendo i momenti più adatti e più significativi in cui l’espressività dei personaggi, la contestualizzazione e la dinamicità dello scatto sono assoluti protagonisti.

Italian Madonna


Lorenzo Castiglioni 

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