8 giugno 2021

«Gimme Shelter»: l'incubo apocalittico e la «Notte dei morti viventi»

Let It Bleed

I Rolling Stones chiusero gli anni Sessanta con Let It Bleed; tra i brani più famosi dell’album c’è Gimme Shelter, un pezzo cupo e violento, un’inquietante riflessione su quello che era stato uno dei decenni più turbolenti della storia. Cosa successe negli anni Sessanta?

Gli eccentrici e trasgressivi Rolling Stones diedero il loro personale addio agli anni Sessanta con  Let It Bleed, accolto dalla critica e dal pubblico come il loro lavoro migliore. L’album, pubblicato sul finire del 1969, contiene brani famosi, basti citare You Can’t Always Get What You Want e Gimme Shelter Quest’ultimo è, senza alcuna ombra di dubbio, il pezzo più cupo, più violento, più inquietante di tutta la discografia degli Stones.

Oh, a storm is threat'ning my very life today
If I don't get some shelter
Oh yeah, I'm gonna fade away

Gimme Shelter, dammi un rifugio, concedimi un riparo perché una violenta tempesta si sta abbattendo sul mondo intero. Una richiesta d’aiuto quella cantata da Mick Jagger e Merry Clayton; una richiesta che, strofa dopo strofa, diventa sempre più ossessiva; una voce che si tramuta in urlo verso la fine: non c’è più tempo, bisogna trovare un rifugio prima che sia troppo tardi!

Da dove nacque questa urgenza? A quale tempesta alludono gli Stones?

Rape! Murder! It’s just a shot away, it’s just a shot away
[…]
War, children, it’s just a shot away, it’s just a shot away

Gli anni Sessanta stavano per esaurirsi, lasciandosi dietro una lunga scia di sangue e di violenza; un clima di tensione e di terrore che non accennava a placarsi. Gimme Shelter che cos’è se non il parto di un mondo vittima della follia e della paura?

Subito dopo la Seconda Guerra Mondiale il mondo venne diviso in due da una «cortina di ferro», un muro che spaccò letteralmente il globo in due parti o in due fazioni: quella con a capo gli Stati Uniti e l’altra con a capo l’URSS. Le due potenze entrarono in rotta di collisione, dando così inizio ad un’era di terrore e di incubi: la Guerra fredda. Una spaccatura, apparentemente insanabile, che si materializzò nel 1961 nella città di Berlino: in quell’anno venne innalzato il muro che separava la parte est da quella ovest.

In quello stesso anno il giovane presidente John Fitzgerald Kennedy intensificò l’intervento americano nel Vietnam del Sud per sconfiggere, una volta per tutte, le forze comuniste dei Viet cong appoggiate da Hồ Chí Minh e dal Vietnam del Nord. Una politica che continuerà con il presidente Lyndon Baines Johnson: nel 1965 iniziarono i bombardamenti americani nel Vietnam settentrionale. 

Vietnam

Nel 1962 il mondo sfiorò un conflitto nucleare quando Fidel Castro permise a  Nikita Chruščëv, segretario generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica, di posizionare alcuni missili sull’isola di Cuba per scoraggiare qualsiasi offensiva statunitense, poco soddisfatta del regime castrista simpatizzante comunista. Dall’altra parte Chruščëv, con questa azione, volle mostrare la propria insofferenza circa la presenza di missili statunitensi in Turchia. La crisi durò una manciata di giorni.

Nel 1963 Kennedy venne assassinato a Dallas, in Texas, il 22 novembre; un giorno, questo, che per Bob Dylan vivrà per sempre nell’infamia.

Quello di Kennedy fu solo uno dei tanti omicidi che sconvolsero il mondo durante gli anni Sessanta: nel 1965 Malcom X venne assassinato durante un discorso pubblico, mentre nel 1968 la stessa sorte toccò a Martin Luther King Jr. Entrambi si batterono contro ogni forma di pregiudizio e di discriminazione razziale. Nel 1969, l’anno di pubblicazione dell’album, l’America venne sconvolta dalla notizia del massacro di Cielo Drive: l’attrice Sharon Tate, ed un gruppo di amici, vennero brutalmente uccisi da alcuni membri appartenenti alla setta di Charles Manson.

Il resto del mondo? Nel 1967 in Grecia si affermò la dittatura para-fascista dei colonnelli mentre nel Medio Oriente scoppiò la guerra dei sei giorni: un conflitto che vide scontrarsi le forze israeliane contro quelle dell’Egitto, della Siria, della Giordania e dell’Iraq. Verso la fine del 1969, pochi giorni dopo l’uscita dell’album, il 12 dicembre, un ordigno esplose nel centro di Milano: con la strage di piazza Fontana si inaugurò il terribile e controverso periodo degli anni di piombo.

Dando attenzione al contesto, la canzone degli Stones assume sfumature ancora più inquietanti. Bisognava trovare, il prima possibile, un rifugio per non essere spazzati via dall’ondata di violenza e di terrore che imperversava per il mondo.

Era possibile un rifugio? Nel 1968 i cinema americani vennero terrorizzati dalla pellicola, in seguito diventata cult, La notte dei morti viventi di George Andrew Romero

Notte dei morti viventi

Un gruppo si rifugia in una casa abbandonata per sfuggire ad un’orda di zombi, di morti ritornati in vita a causa di alcune radiazioni emesse da una difettosa sonda spaziale. Fino a quando tutti rimangono dentro la casa, i morti-viventi non potranno avere la meglio.

A questo riguardo vi preghiamo di voler rimanere in ascolto sulle vostre abituali stazioni per poter tempestivamente conoscere le eventuali comunicazioni delle autorità. Gli impiegati e gli operai sono stati invitati a rimanere ai loro posti di lavoro evitando di tentare in alcun modo di raggiungere le loro abitazioni. Malgrado ciò, però, le strade purtroppo risultano ancora molto affollate e noi quindi ci associamo nell'esortare i cittadini a non muoversi dai luoghi ove essi attualmente si trovano, per il momento è l'unico sistema di difesa che appaia veramente efficace.

Qualcosa di inaspettato però accade: anche la casa, quel rifugio che i sopravvissuti hanno trovato, non è sicuro. Tra di loro c’è una bambina, Karen, che viene scoperta, mentre mangia il cadavere del padre, da Helen, la madre. Anche la bambina è stata infettata e subito, a sangue freddo, uccide anche la madre. La casa non è più sicura e subito viene presa d’assalto dagli zombi. La tragedia è dietro l’angolo.

All'obitorio della nostra università c'era un cadavere, un cadavere a cui erano stati amputati tutti e quattro gli arti, ed ecco che improvvisamente questa mattina ha aperto gli occhi e ha cominciato a muoversi! Era morto, ma ha aperto gli occhi e ha cercato di alzarsi!

In un periodo di angoscia e di paura, in un decennio di terrore e di violenza, la casa e la famiglia non costituirono più un luogo sicuro, un’isola felice: il male oscuro poteva contagiare chiunque, distruggendo ogni possibile riparo. Il male non lascia scampo. Per George Romero e per gli Stones non esisteva alcun rifugio possibile: di fronte alla tempesta siamo tutti impreparati.

The floods is threat'ning my very life today.
Gimme, gimme shelter or I'm gonna fade away

Quanti anni sono passati da questa canzone? Tanti. Forse troppi. È angosciante notare che quella violenza e quel terrore ci appartengono, sono ancora vivi dentro di noi, ci accompagnano ogni giorno. Quanti massacri, attentati terroristici, guerre hanno, nei decenni, continuato a sfregiare il suolo terrestre con fiumi di sangue e di corpi senza vita! Una notizia recente, anzi, recentissima, è stata lo scontro tra Israele e Ḥamās. Possiamo unirci a quell’urlo frantumato, spezzato di Mick Jagger e di Merry Clayton; possiamo fare nostra, purtroppo, quella richiesta di un rifugio per non essere travolti dalla tempesta che non vuole affatto placarsi perché, purtroppo, c’è a chi “conviene” questa bufera! 


Potremo mai trovare un rifugio?

Vogliamo essere noi un rifugio?

Give me back the Berlin wall
Give me Stalin and St. Paul
Give me Christ
or give me Hiroshima.
Destroy another fetus now
We don't like children anyhow.
I've seen the future, baby:
it is murder. (Leonard Cohen – The Future)

Emmanuele Antonio Serio

          

1 commento:

Anonimo ha detto...

I brividi! Bellissima analisi e grandiosa canzone!