12 aprile 2014

Gesualdo Bufalino. Intervista inedita

Gesualdo Bufalino

Sin dalla mia scoperta dell'opera dello scrittore e mio nume tutelare Gesualdo Bufalino, avvenuta purtroppo poco dopo la sua morte, ho sempre desiato vedere, cosa non facile, causa rarità del materiale, interviste anche solo audio, finanche dei frammenti in cui capeggiasse lo scrittore di Comiso. Altri supporti oltre i libri, tramite cui poter cogliere attimi felici da connettere ai miei abituali pellegrinaggi libreschi, lasciandomi cullare dall'incantamento delle sue parole, per una volta non scritte, per gustare il suono della sua voce, il cipiglio dei suoi toni, le ondulazioni delle sue sillabe, un lungo bagno nella sua sapienza affabulatoria.

Cosa che man mano negli anni seppur esilmente si è realizzata. Dal cd-rom A spasso con Bufalino edito dalla Fondazione Gesualdo Bufalino al docufilm Auguri don Gesualdo di Franco Battiato realizzato per la Regione Sicilia e pubblicato da Bompiani,  senza dimenticare le mie periodiche ricerche su internet ove di tanto in tanto capita che vengano fuori, inaspettatamente, piccole gemme di origine analogica, ammantate dal fruscio dato dal passare del tempo, se non dall'esiguità stessa dei mezzi. Ebbene, proprio in questi momenti di ricerca, salpando alle volte da altri porti, o motivato da taluni momenti di sconforto, magari durante una fase in cui mi trovo impigliato nella creazione di una trama, o un rigo che non vuole quagliare, o un personaggio che non vuole restare. Proprio in questi momenti invoco chi di dovere. «Bufalino dove sei?» In attesa di un segno, una parola inedita che mi sollevi l'animo, con la speranza che mi ascolti. «Bufalino dove sei?» Sicché come un segugio di tartufi con il naso in allerta inizio una ventura attraverso una sterminata selva di link... Lo cerco come un credente il proprio dio. «Bufalino dove sei?» Speranzoso di inciampare in un minuto bottino da condividere con i miei amici bufaliniani e non solo, perfino scrivendo due righe, come in questo caso, tanto per ufficializzare la mia felicità, due righe che precedono timidamente il video, anzi, l'intervista audio in cui il Nostro ci racconta la genesi della pubblicazione di Diceria dell'untore, opera che gli valse nel 1981 il Premio Campiello, rivelando gustosi aneddoti che impreziosiscono la sua biografia.


Un'intervista che non ho dubbi a definire fonte di un'emozione che ho sentito impetuosa come il mulinare del vento. Un regalo donatomi/donatoci dal Maestro direttamente da quel luogo dove forse la luce è finita, ma non l'impreveduto mistero senza nome, in cambio della mia immutata fedeltà a colui che in un soffocoso pomeriggio d'estate mi rivelò l'arcana musicalità delle parole e il sapore che ne deriva, invitandomi a salire su quel treno fantasimato per intraprendere un viaggio senza fine derivato da "i sogni della memoria" in compagnia di Marta e Maria Venera. Grazie Dino! Dal tuo sempre aff.mo scribacchino.



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