4 febbraio 2016

Spregio del mondo

Rumi

Jalāl al-Dīn Rūmī (1207-1273) era un mistico e un poeta persiano nonché il fondatore della confraternita sufi dei dervisci volanti. Da ciò si intuisce l'essenza spirituale delle sue poesie e dei suoi messaggi.
In questa poesia egli manifesta tutto lo spegio per il mondo in quanto la sua vera casa è quella interiore del misticismo in Dio. Ciò che colpisce di queste rime, che a causa della traduzione perdono tutta la loro bellezza fonetica, è anche la presenza (ciò è comune nell'Islam) di citazioni su Gesù Cristo, o come avviene in altre poesie, di altri profeti dell'Antico Testamento comuni d'importanza anche ai musulmani.

Se letta sotto questa chiave, le poesie di Rūmī, oltre al messaggio iniziatico offrono uno spaccato a noi poco noto di una religione che associamo tutt'altro che alla bellezza e profondità dei suoi cantori.

O mondo d'acqua e di terra, da quando t'ho conosciuto,
centomila pene e dolori e disastri, ho conosciuto.

Tu sei pascolo d'asini, non asilo puro di Cristo
perché dovevo conoscere, io, questo pascolo d'asini?

Da quando hai imbandito la mensa, non mi hai dato mai un goccio d'acqua pura,
piedi e mani ho legati, da quando conosco mani e piedi!

E perché non dovrei fasciarmi le mani e i piedi? Non t'ha chiamato Dio stesso una culla?
Ma ora conosco chi può sciogliermi, liberarmi le mani e i piedi!

Come albero, da sotto la terra alzo al cielo le mani,
nell'aria di Chi, amico, possa liberarmi dai ceppi!

O bocciolo di fiore! Come hai fatto a divenir vecchio nel fiore dell'infanzia?
Risposte:"Fiorii fuor dell'infanzia da quando conobbi la brezza d'aprile!"

Il ramo si volge su in alto perché dall'alto è venuto
e io mi tendo verso l'Origine mia, da che ho riconosciuto l'Origine!

Ma perché parlare ancora d'alto e di basso? L'Oltrespazio è l'origine mia
Io non vengo da un luogo: come potrei distinguere il dove dal dove?

No, taci piuttosto, entra nel Nulla e annientati in esso,
vedi come le cose tutte le ho conosciute dal nulla!

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