16 gennaio 2021

Io sono una famiglia. Il gabbiano - Liz Chester Brown (Romanzo 2020)

Quando incontri una persona e il suo – agire - è in perfetta armonia con il tuo – agire - ecco che senti una vibrazione interna: sono loro! Le tue – corde - interne che stanno muovendo perché toccate da un suono in sintonia con i tuoi suoni. Perché hai incontrato una persona in – simpatia – con te, cioè simile a te. 

Ho conosciuto Francesca, in arte Liz Chester Brown, su instagram.

Mi ha chiesto se avessi voglia di leggere il suo romanzo e recensirlo. 

Dopo pochi giorni mi è arrivato il suo pacchettino, dentro c’era un libro di 240 pg, una bella copertina con una foto del mare con un gabbiano il volo, anche la carta delle pagine aveva una bella consistenza. Io sono una famiglia – il gabbiano, era il titolo, la cosa che mi ha colpito è che non ci fosse il nome della casa editrice. 

Così ho scritto all’autrice e lei mi ha raccontato che questo libro se lo è autoprodotto completamente, lo ha fatto correggere da una editor sua amica, ne ha stampato 7.000 copie e lo sta portando lei personalmente in tutte le librerie d’Italia con la sua macchina. Non lo troverete su Amazon e questa scelta coraggiosa mi è piaciuta molto.

Francesca nella vita è una musicista e devo dire che anche con le parole riesce a far vibrare le corde giuste. 

Arianna, la protagonista, ci racconta la sua storia, la storia della sua famiglia, una vita complicata, infatti la conosciamo mentre sta uscendo dallo studio del suo psicanalista che le ha appena chiesto come si sente e le hai risposto: “Come un pomodoro svuotato”.

Poi torniamo indietro nel tempo a prima che lei nascesse, alla nascita dei suoi genitori e al loro primo incontro.

Francesco, suo padre, un uomo buono, solare e sempre allegro cresciuto in una famiglia felice dove l’amore non manca. 

Ada, sua madre, invece è schiva, sembra timida, riservata. Cresciuta in una famiglia con un padre autoritario dove l’unica cosa che conta sono i soldi. 

Francesco si ritrova in un matrimonio che lo legherà per sempre ad una donna con dei fortissimi problemi mentali che si ripercuoteranno su tutti i loro figli, ma non avrà mai la forza e il coraggio fuggire. 

Ada inizia a dare già i primi segni di follia con la primogenita, quasi la rifiuta perché avrebbe voluto un maschio, poi perde del tutto la ragione alla nascita della seconda figlia, Arianna. La rifiuta, non vorrà nemmeno allattarla e la bambina crescerà solo con il grandissimo amore paterno che sarà la sua salvezza e con la famiglia di lui, mentre dalla madre non avrà mai un briciolo di amore e di attenzione. 

Ada è un personaggio da pelle d’oca, descritto con una minuzia tale che non ho potuto fare a meno di chiedere all’autrice se si fosse ispirata ad una storia vera. Non so spiegarvi il mio stupore e commozione quando ho scoperto che si, la storia era vera ed era la sua. 

Stavo parlando proprio con Arianna. 

Se leggerete il libro capirete cosa ho provato. Arianna vorresti solo stringerla forte e dirle “Coraggio, nonostante questa infanzia difficile, sei diventata una donna meravigliosa e almeno tuo padre è stato un esempio d’amore grandissimo”. 

Ci vuole coraggio a raccontarsi, non è facile mettere nero su bianco il proprio vissuto, le proprie emozioni e il proprio dolore e chi ce la fa è da apprezzare ancora di più. 

Lo stile è semplice, fluido, pulito, emotivo. 

Mi ha fatto anche riflettere su un tema purtroppo sempre attuale. 

Il 25 novembre è stata la giornata mondiale contro la violenza sulla donna, una giornata che bisognerebbe estendere e far diventare contro la violenza domestica (più in generale) perché, come è vero che purtroppo moltissime donne ancora oggi subiscono la violenza maschile è altrettanto vero che ci sono anche degli uomini che subiscono una violenza psicologica da parte di alcune donne. 

Non è assolutamente un paragone quello che sto facendo ma una constatazione dell’esistenza anche di un altro tipo di violenza che non va sottovalutata. 

Si sa, non sempre è facile fuggire e cambiare vita, non tutti ci riescono, Francesco, per il bene dei suoi figli forse o per debolezza, non ci è riuscito. 


Ilaria Romano

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