Le mariposas, simbolo di una lotta struggente contro un sistema che ad oggi non è ancora stato sradicato. Le sorelle Mirabal, tuttavia, sono riuscite con la loro storia a muovere lo spirito di un popolo, il popolo dominicano contro la dittatura Trujillana.
La storia delle sorelle Mirabal si svolge negli anni della dittatura Trujillana, che ha messo per decenni la repubblica dominicana in ginocchio dinanzi alle barbarie compiute dal regime.
Il romanzo racconta come sin da piccole le sorelle Mirabal, abbiano vissuto e, soprattutto percepito il regime.
A partire da Minerva: una ragazza forte, decisa e coraggiosa, si va delineando gradualmente una sempre maggiore opposizione nei confronti del dittatore, la quale politica era caratterizzata in particolare dalla molesta e opprimente attenzione per le donne della nazione, considerate incapaci di opporsi e dunque sempre sottoposte al controllo di un componente maschile del nucleo familiare o, talvolta dello stesso dittatore.
Vi sono poi le altre sorelle di Minerva, che invece mantengono un atteggiamento meno partigiano durante le loro vite, ma alla fine per motivi diversi si uniscono con la sorella nella lotta: Mate, la più piccola e legata a Minerva da un’estrema ammirazione, entra a fare parte del gruppo di rivoluzionari per amore del proprio compagno. Patria, invece, la più religiosa delle sorelle, a seguito della perdita prematura di un figlio, sarà trascinata dalla sua stessa fede nelle vicende rivoluzionarie.
Dedè, spaventata e succube del proprio matrimonio, invece, avrà ruolo di testimone delle vicende legate alle sue sorelle, “mariposas”, chiamate in questo modo dai compagni di lotta.
La tragica fine di questa storia, fatta di intrecci di storie e tanto dolore, vede le tre sorelle essere uccise in quello che voleva sembrare un tragico incidente ma che ha finito con l’essere il culmine delle angherie di un regime non più accettato dalla popolazione, e che quindi poco dopo è stato rovesciato.
La lettura del romanzo è particolarmente importante in un momento storico come questo, un momento in cui l’atomizzazione della società e l’individualismo radicale diventano ostacoli talmente insormontabili, da lasciare ognuno inerme e talvolta indifferente dinanzi a tragedie umane e catastrofi mai viste fino ad oggi. Un passo, in particolare è riuscito a cogliere la mia attenzione in questo senso . Minerva, in compagnia di sua madre, in un momento di difficoltà a causa dell’incarcerazione del proprio padre, decide di assistere un anziano signore nella compilazione di un documento per rintracciare il proprio giovane figlio, anch’egli in prigione. A causa di questa scelta, Minerva e sua madre perdono il loro turno, non riuscendo a compilare in tempo il proprio modulo:
Mamá sospira, quando le spiego che dobbiamo tornare domani. «Ay, m’ijita», dice. «Vuoi combattere le cause di tutti quanti, è così?» «È sempre la stessa causa, Mamá», rispondo.
Emerge qui la consapevolezza, così genuina e della giovane donna, che lotta per una causa collettiva, prova sofferenza per un intero popolo e accetta anche l’incapacità di questo popolo di comprendere le motivazioni delle proprie posizioni, cieco per paura o forse disinteresse.
Le giovani Mariposas riescono oggi a insegnare il valore dell’amore, della famiglia, della lotta per il proprio popolo e per la libertà. Riescono oggi ad incarnare lo spirito della tradizione dominicana, da sempre rispettosa delle donne e dei bambini e volta all’aiuto reciproco, alla fiducia nel prossimo e caratterizzata da forti legami con la propria terra.
La lotta, emerge dal romanzo, deve partire dal basso, dalle piccole azioni di protesta di ciascuno, come possiamo vedere già dalle azioni della giovane Minerva, sinceramente da adolescente.
L’amore delle sorelle Mirabal per il proprio popolo e le loro famiglie è esemplare, in un momento storico caratterizzato da legami fragili e inconsistenza dei sentimenti. L’epoca delle emozioni momentanee e fugaci, ci porta a rifuggire da sentimenti più solidi, che sono alla base della creazione di una coscienza collettiva, non solo politica, che si sviluppi in una vera e propria lotta rivoluzionaria per la libertà e i diritti di ogni popolo.
La lotta per un popolo oppresso o una minoranza va considerata come la propria lotta che non venga dunque considerata come estranea alla propria esistenza. Vivere in un mondo libero è un privilegio che ci è stato donato, senza che prendessimo parte alla sua creazione; ma il mantenimento di questa libertà spetta a noi, noi e nessun altro.
Ilary Loiudice

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