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9 febbraio 2010

Ayahuasca: la liana allucinogena dell’Amazzonia

amazzonia

Non sapevo cosa mettere nello zainetto prima di partire. Non perché  mancasse lo spazio, al contrario, dopo anni di vagabondaggi in giro un po’ dove le mie tasche potessero permettermelo, avevo raggiunto una capacità di sintesi nell’organizzare il bagaglio, che tutto mi risultava superfluo.

Accanto al repellente antizanzare infilo un libro di Vargas Llosa, chiudo la tasca dello zainetto definitivamente e non ci penso più. Faccio due tiri a una sigaretta iniziata il giorno prima, che pigra si allunga sul posacenere pieno di cicche mezze consumate e lasciate lì dalla fretta. Lasciavo di nuovo la capitale, il mondo organizzato e asettico che vivevo quotidianamente. Prendo un taxi che mi lascia all’ingresso secondario della stazione degli autobus di Quito, una struttura più simile a un girone dantesco che progettato per accogliere autobus e viaggiatori. Capire dove andare non è facile, bisogna districarsi tra una miriade di persone, di venditori ambulanti e gente che grida la destinazione senza minimamente informarti sull’orario di partenza.

18 gennaio 2010

Ciò che resta del Cammino di Santiago

cammino di Santiago di compostela

Avere paura, normalmente.
Quando il cuore ha il passo veloce.

Avere paura, e non capirlo.

Eccolo l’intimo viaggio che ognuno fa, senza saperlo.
 
Oscar Lo Iacono
E’ l’idea stessa del viaggio ad intimare un legame con l’atto del movimento e con la meta da raggiungere: il fascino dell’avventura, della distanza dai luoghi abituali e quella paura che nasce quando si affronta un’esperienza nuova... Il Cammino di Santiago di Compostela è un po’ tutto questo, un percorso che assume una molteplicità di significati per coloro che scelgono di affrontare 800 Km a piedi; un cammino che assume oggi un significato molto diverso da quello dei viaggiatori del medioevo. Manlio ed Oscar due “moderni” pellegrini con alle spalle l’intero percorso, ci hanno raccontato la loro storia.