6 luglio 2011

Intervista a Marco Werba


Marco Werba

Marco Werba è nato in Spagna, ha studiato diversi aspetti della musica classica in Italia, Francia e Stati Uniti. Come compositore ha scritto un certo numero di brani da concerto classico. Ha sempre avuto un forte interesse per il mezzo cinematografico, creando colonne sonore di film, lavorando con registi come Dario Argento e Cristina Comencini, solo per fare due nomi. Tra i premi vinti si ricordano il prestigioso Globo d'oro 2011, il premio Colonna Sonora dell'Ente dello Spettacolo e il Fantasy & Horror Award.

Come è iniziata la sua avventura musicale di compositore?
All'età di 14/15 anni girai dei cortometraggi in 'Super 8'. Il mio desiderio era quello di diventare regista. Dopo aver visto il film di fantascienza Logan's Run di Michael Anderson (del 1976), mi resi conto delle potenzialità della musica (in questo caso scritta dal Premio Oscar Jerry Goldsmith) unita alle immagini. Per le sequenze all'interno della città del futuro, Goldsmith aveva scritto una musica elettronica molto moderna, per quelle all'esterno della città, una musica sinfonica molto 'classica'. Trovai queste soluzioni musicali molto efficaci.
Da ragazzo avevo studiato il flauto dolce ma solo dopo aver visto questo film ho sentito il desiderio di studiare la musica con impegno e passione, in particolare la composizione finalizzata alla scrittura di colonne sonore. Ho quindi studiato negli Stati Uniti, composizione, musica per film e orchestrazione presso il Mannes College of Music di New York, pianoforte, armonia e contrappunto in Italia, (mi sono diplomato in Composizione corale e direzione di coro presso il Conservatorio L. Refice di Frosinone, sotto la guida di Colomba Capriglione), ed ho seguito dei corsi di direzione d'orchestra in Francia con Jean-Jacques Werner.

Come è cambiato nel corso degli anni il suo modo di lavorare per il cinema?
Domanda interessante. Diciamo che, nel corso degli anni, c'è stata un'evoluzione stilistica. Per il mio primo lavoro; Zoo di Cristina Comencini (un film sensibile e poetico al quale sono molto legato) ho usato prevalentemente una strumentazione classica 'da camera', con flauto, oboe, arpa, pianoforte e archi. Una scrittura intimista, piu vicina alle musiche dei compositori europei che non a quelli statunitensi. Negli ultimi anni invece ho sentito l'esigenza di scrivere una musica di 'largo respiro', piu sinfonica, corposa, probabilmente piu adatta ai film americani che non a quelli europei.

Qual è lo strumento musicale che esalta le sue caratteristiche di compositore?
Non ce n'è uno in particolare. Lo strumento che uso per comporre è il pianoforte ma l'ho usato raramente come strumento solista. Amo molto la famiglia degli archi (violini, viole, violoncelli e contrabbassi). Dalla nota piu bassa del contrabbasso a quella piu acuta del violino, vi è una enorme estensione che permette di muoversi con agilità ed espressività, lavorando sui contrasti tra le note basse e quelle acute. Un tipico esempio è la musica scritta da Bernard Herrmann per la scena della doccia di Psycho: note dei violini sul registro acuto, alternate da note nel registro grave dei violoncelli e dei bassi. Per questo film Herrmann, per la prima volta, usò l'orchestra d'archi per comunicare stati di forte tensione emotiva. In quegli anni, ad Hollywood, gli archi venivano usati esclusivamente per eseguire musiche romantiche.



Werba dirige
Werba dirige la Bulgarian Symphony Orchestra
Qual è l’album della sua vita che di tanto in tanto ama riascoltare?
Che domanda difficile! Non ce n'è uno in particolare. Ho ritrovato da poco un LP che amavo molto (che riascoltandolo ho scoperto di amare ancora). Si tratta di una raccolta molto raffinata di musiche natalizie eseguite dalla splendida voce di Joan Baez (che tra l'altro nel cinema ha avuto modo di collaborare con Ennio Morricone per la ballata di Sacco e Vanzetti e con Georges Delerue per la struggente canzone del film A priest to Kill). Questo disco dal titolo Noel è proprio un gioiello. C'era poi un LP degli Inti Illimani che amavo molto (Viva Chile), che qualche volta riascolto.
Da ragazzo ero anche fan dei fratelli Guido e Maurizio De Angelis, ed ascoltavo le musiche della serie Orzowei, del film Per grazia ricevuta e soprattutto la musica del western Continuavano a chiamarlo Trinità. A differenza del primo film Lo chiamavano Trinità con le musiche di Franco Micalizzi (che avevo comunque apprezzato), quelle dei De Angelis non seguivano le orme di Morricone per i films di Sergio Leone, ma si ispiravano invece al folclore 'Country Western' americano, usando armonica a bocca, chitarra Country, fiati e archi. In quel film tra l'altro, c'era una bellissima canzone nostalgica (Remember) usata in versione strumentale come tema d'amore.

Quando lavora a una colonna sonora per un film è solito andare sul set per farsi un’idea o preferisce tenersi lontano da quel tipo di macchina laboriosa?
Si, credo che sia importante per assorbire l'atmosfera del film e capire anche il modo in cui lavorano il regista e gli attori.  Per Zoo mi recai varie volte sul set. C'era una giovanissima Asia Argento (aveva 13 anni) che recitava con impegno. La sera il padre Dario veniva a riprenderla. Le scene esterne venivano girate nei giardini del Lycée Chateaubriand di Roma.
Spesso, purtroppo, non è possibile assistere alle riprese perché il compositore viene coinvolto quando il film è in fase di montaggio, costringendo l'autore delle musiche a lavorare di corsa senza avere il tempo di assorbire l'atmosfera del film.

Ci può raccontare come è avvenuta la proposta per comporre la colonna sonora di “Giallo”. Aveva già visto film precedenti di Dario?
Certo. Sono appassionato di film thriller e avevo visto tutti film di Argento (eccetto il film storico Le cinque giornate). Il destino ha voluto che fossi in contatto, nel momento giusto, con la produzione americana che aveva finanziato il film (la Hannibal Pictures). Claudio Simonetti (il musicista di fiducia di Argento) non era più coinvolto nel film e cercavano un altro compositore. Mi chiesero di inviare alcune composizioni da film thriller via mail ed io inviai una selezione delle colonne sonore di Darkness surrounds Roberta e Colour from the dark. Scrissi anche un 'demo musicale' specifico senza aver visto alcuna scena del film (avevo solo letto la trama) ed inviai due versioni del tema, una per violino e orchestra e l'altra per pianoforte e orchestra. Insieme a queste due versioni del tema aggiunsi un terzo brano di suspence. Dopo dieci giorni mi arrivò un messaggio del produttore Richard Rionda Del Castro, in cui mi chiedeva di richiamarlo a Los Angeles. Per telefeno mi comunicò che ero stato scelto per scrivere le musiche del film. Dopo venni a sapere che lo stesso Adrien Brody, aveva ascoltato i miei 'demo' e aveva appoggiato la mia candidatura. A quel punto il produttore mi fece chiamare da Dario Argento per fissare un appuntamento. Mi incontrai con Dario a casa sua ed iniziammo a lavorare sulle musiche.


giallo

Conoscendo l’inscindibile impatto emotivo che Argento ama creare nello spettatore secondo una dinamica estetica tramite il binomio fra musica e immagine, lei di conseguenza per “Giallo”, come si è approcciato a questa peculiarità del Maestro?
Conoscevo le musiche dei precedenti film di Argento. Avevo apprezzato quelle scritte da Morricone per i primi tre film, quelle dei Globlin ma sopratutto quella scritta da Keith Emerson per Inferno. In fondo nei film di Argento c'erano due scuole di pensiero che si alternavano; quella piu 'classica' vicina ad Herrmann e quella piu moderna, figlia di Mike Oldfield; (l'autore di Tubular Bells, usato nell'Esorcista). Per Giallo volevo scrivere una musica diversa dalle precedenti musiche usate nei suoi films (soprattutto da quelle dei Goblin) per due motivi: il primo perché si trattava di un giallo 'classico', di un ritorno alle origini, il secondo perché non accettavo il fatto che i fans di Argento considerassero la musica rock quella più adatta ai film di Dario Argento. Quindi in qualche modo volevo provocarli; spingerli, ad apprezzare anche la musica orchestrale. Infatti la reazione dei fans è stata inizialmente violenta, quasi di rifiuto, in quanto l'estetica musicale che avevo usato non rispecchiava i loro gusti musicali. Poi, dopo aver riascoltato le musiche, preso atto che il mio lavoro era stato apprezzato da vari critici e che aveva ricevuto tre importanti riconoscimenti (Il Fantasy & Horror Award, il Fantapipistrello e il Fantasy Horror Cine festival Award) in molti si sono ricreduti. L'altro motivo era legato al fatto che il film era una produzione statunitense, la sceneggiatura era scritta da due americani e le scene di inseguimento erano più alla Brian De Palma che non alla Dario Argento. Per questo motivo ho scritto una musica sinfonica dal sound molto americano.

Quale è stata l’intuizione o l’idea iniziale per comporre il tema musicale del film “Giallo”?
Nel primo tema che ho scritto (poi usato nel film come motivo musicale legato al protagonista; l'ispettore Enzo Avolvi) c'era una parte centrale basata su una scala cromatica discendente/ascendente. Questa idea era vicina a quella usata da Andrew Lloyd Webber nel Fantasma dell'Opera. Curiosamente, nessuno dei critici cinematografici e musicali che hanno recensito la musica di Giallo si è accorto di questa idea basata sul Fantasma dell'Opera e in molti, invece, hanno trovato dei riferimenti alla musica di Danny Elfman per Batman, alla quale invece non avevo pensato in fase di scrittura e che quindi erano riferimenti casuali.



Dario Argento e Marco Werba
Dario Argento e Marco Werba premiati al "Fantasy & Horror Award"
(foto scattata dal giornalista/fotografo Lorenzo Muscoso)
A quale pellicola del passato avrebbe voluto lavorare?
Tante! La fuga di Logan in primis. Ho saputo che l'anno prossimo sarà prodotto il remake di Logan's run. Scrivere la musica di quel film sarebbe una delle soddisfazioni piu grandi della mia carriera artistica. Ho amato molto anche La cosa (The thing) di John Carpenter. So che è stato realizzato il remake (attualmente in postproduzione) ma hanno gia scelto il compositore. Amo molto anche i film in costume. Ho aprezzato L'ultimo imperatore, Braveheart, L'ultimo dei Moicani etc. Ho scritto la musica di tre film in costume: Il conte di Melissa di Maurizio Anania, Amore e libertà, Masaniello di Angelo Antonucci e Anita di Aurelio Grimaldi. Nel mio curriculum mancano i western e le commedie. Finalmente si sta avvicinando la possibilità (che sembrava ormai tramontata) di scrivere la musica di un western italiano ed uno statunitense. Il regista Emanuele Ruggiero girerà il western/horror La mano del morto e il regista statunitense David Lee Madison, con il quale ho lavorato sulle musiche del thriller Mr. Hush, ha deciso di girare un western.

Al di là dei classici strumenti prova attrazione per qualche oggetto sonoro?
Bella domanda. Non sono uno che ama sperimentare a tutti i costi sonorità nuove ma ho cercato varie volte di inserire suoni particolari all'interno delle mie colonne sonore. In Zoo usai il suono di una ocarina mescolato con quello di un flauto dolce basso per creare un suono indefinito che doveva sembrare quello di un animale. Sempre in Zoo chiesi al flautista di suonare il flauto dolce 'frullando' il suono, per ottenere l'effetto di un uccello che vola. In A dio piacendo di Filippo Altadonna (un film inedito) usai suoni elettronici mescolati con l'orchestra d'archi del Pantheon. In Giallo ho usato una voce femminile 'sospirata', mescolata con una vibrazione elettronica; un suono di sintesi che subisce una 'metamorfosi sonora'. In Native di John Real, ho usato voci femminili e sonorità elettroniche di sintesi mescolate con l'orchestra della Radio Di Skopje. Native ha da poco ricevuto il Globo d'oro per la musica, per la canzone con il testo e la voce del cantante Franco Simone (con il quale ho avuto una splendida collaborazione) e per la regia.



Native
Locandina del film "Native" di Johan Real
Quali sono i compositori di colonne sonore per film che predilige, e quali sente più affini al suo stile?
Penso che John Williams sia il migliore compositore di musiche per film vivente. Ho visto una volta un documentario dove parlava del modo in cui aveva lavorato sulle musiche di Memorie di una Geisha ed ho avuto la conferma della sua professionalità. C'è una sua musica (poco conosciuta) che ha scritto per il thriller parapsicologico The Fury di Brian De Palma che è un capolavoro. Alcuni anni fa ho avuto il piacere di conoscere Georges Delerue, che ritengo il compositore francese più importante nel settore della musica applicata. La musica di La Femme d'a coté (La signora della porta accanto) di Francois Truffaut è stupenda. Ho apprezzato molto anche la musica del polacco Preisner scritta per La doppia vita di Veronique, soprattutto la cantata drammatica per soprano, coro e orchestra.

Secondo lei la musica è più scienza o arte?
Direi entrambe le cose.



John Real e Marco Werba
Il regista John Real e Marco Werba
Attualmente a cosa sta lavorando?
Tra poco inizierò a lavorare sulle musiche del film drammatico Lacrime di S.Lorenzo, opera prima di Giampiero Caira (detto Siddharta), che si basa su una storia realmente accaduta. Diciamo che è un incrocio tra L'ultima neve di primavera e L'Olio di Lorenzo. A settembre dovrebbero iniziare invece le riprese di un film horror girato tra l'Italia e gli Stati Uniti. Successivamente dovrei collaborare con il regista Antonio Baiocco (che ho avuto il piacere di conoscere quando ero in Giuria al festival dello stretto di Messina), che girerà un horror dal titolo The Red death, con un cast internazionale. Nel 2012 lavorerò anche alle musiche del film statunitense The Driver, oltre ai due western dei quali ho parlato prima.

Marco Werba
Marco Werba - 2008

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