3 dicembre 2011

Ricordando Nino Rota e le sue evocative note

Nino Rota

Il cinema italiano del passato, indubbiamente lucente, è stato un caposaldo e un punto di riferimento per ogni cinematografia nel mondo. Ma, forse, avremmo assistito a un'altra storia, difficile da immaginare, qualora non fossero state create le colonne sonore che l'hanno caratterizzato, un felice sposalizio in cui più delle volte la musica ha determinato l'immortalità del prodotto film. La forza evocativa delle immagini di un film, per forza di cose, è indissolubilmente legata alla colonna sonora, alla cosiddetta musica per cinema, che funge essa stessa in qualche misura da racconto e fulcro evocativo: un ondeggio emozionale, una trapelante rilucenza di note; declinandosi in note di supporto, o descrittive, o narrative, o di accompagnamento, o di enfatizzazione, in base alle esigenze filmiche, che i compositori nostrani hanno creato sempre con originalità, tenendo precipuamente in considerazione la tradizione musicale più colta, o meglio, anche la tradizione musicale più colta: melodrammatica, romantica. La storia del cinema italiano ha conosciuto delle coppie di registi e compositori di musiche per cinema, eccelse come poche; due esplicitativi esempi: Morricone/Leone, Rota/Fellini.

Oggi, in occasione del centesimo anniversario della nascita di Nino Rota (1911-2011), provo a ricordarlo con queste modeste parole e un frammento di un documentario in cui figura anche Federico Fellini che racconta il tipo di musica che immagina per uno dei suoi film in lavorazione.
Nino Rota nasce nel 1911 da una famiglia di musicisti, inizia a studiare pianoforte con la madre, la pianista Ernesta Rinaldi, e di seguito con altri maestri con cui si diploma nel 1929 all'Accademia Cecilia in Roma. Nel 1930, si reca negli Stati Uniti con una borsa di studio del Curtis Institute di Philadelphia e vi rimane due anni per frequentare corsi di composizione e direzione d'orchestra, perfezionandosi sempre più, seguendo anche altri percorsi.

Compositore precoce compone per una commedia lirica, e poi ancora opere e musiche di scena; per il balletto compone La strada, tratto dal soggetto dell'omonimo film di Fellini. E ancora sinfonie, musica da camera, musica vocale, anche se tutti lo ricordiamo per le sue colonne sonore totali, e quindi per le collaborazioni con grandissimi cineasti oltre il già citato Fellini, come: Luchino Visconti, Luigi Zampa, Eduardo De Filippo, Mario Monicelli, Renato Castellani, Franco Zeffirelli. Confermando la sua caratura anche all'estero componendo le musiche del film Il padrino di Francis Ford Coppola e due anni dopo Il padrino, parte II, grazie alle quali viene premiato con l'Oscar. Vincendo pure per ben cinque volte il Nastro d'argento, l'ultimo dei quali assegnato alla carriera.


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