7 febbraio 2014

La natura - Tito Lucrezio Caro (Poema - I sec. a. C.)

La natura - Tito Lucrezio Caro
E quand'anche il tempo raccogliesse la nostra materia dopo la morte e di nuovo la disponesse nell'assetto in cui si trova ora e a noi fosse ridata la luce della vita, tuttavia neppure questo evento ci riguarderebbe minimamente, una volta che fosse interrotta la continuità della nostra coscienza.
Sei libri di fuoco, eccellenti per stile e filosofia professata; un omaggio alle dottrine di Epicuro, presumibilmente il più grande filosofo dell'antichità. Lucrezio, riponendo fiducia nei sensi, scagliandosi contro le superstizioni religiose, scrive un’opera inattuale, umanista, illuminista, materialista. Liberato da qualunque peso superstizioso, coglie il mondo sotto una nuova luce e solo allora può permettersi di iniziare a discutere sull’universo, sulla natura, e a scoprire che è la materia composta di atomi l’unico sostrato della natura. Nell’elogio dei sensi, l’atomismo, il materialismo, il meccanicismo trovano ragione d’essere e ogni cosa trova il suo ordine, la sua geometria, il suo significato. E la conoscenza della natura può divenire strumento per raggiungere la felicità; la gnoseologia per l'etica. Lo scopo della scienza sarà perciò quello di raggiungere l'atarassia, l'imperturbabilità dell’animo, afflitto e stanco dal fardello dell’ignoranza e delle credenze che incutono terrore e allontanano l’uomo dalla serenità. È dunque un libro che descrive ciò che è e, allo stesso tempo, descrive ciò che dovrebbe essere…

Ecco in breve gli argomenti dei singoli libri. Nel I Lucrezio descrive l'universo come composto e vivente nel moto degli atomi. Qui troviamo efficaci pagine contro la religione tradizionale. Nel II libro è esposta la teoria del clinamen e del libero arbitrio. Nel III, per me il libro più bello, l'anima è definita corpo, materia, composta di atomi e quindi mortale. Sono solo i sensi gli strumenti che ci permettono di conoscere. Nel IV libro è presentata la teoria dei simulacra. Inoltre non dobbiamo temere la morte perché quando si presenterà perderemo le sensazioni. Nel V propone la dottrina della mortalità del mondo. Tutti i fenomeni terreni sono effetti di cause naturali, non divine. È anche un libro di astronomia, di biologia, di storia del progresso umano. Nel VI e ultimo libro il poeta dell’epicureismo dà una spiegazione naturale dei fenomeni fisici e chiarisce perché non dobbiamo temere gli dei (se esistono, non si interessano delle vicende umane).

Chissà dove saremmo oggi se filosofie come questa avessero vinto nella storia le guerre contro le assurde metafisiche, che a vuoto hanno cercato di descrivere il mondo e che hanno soggiogato l’uomo sotto la zavorra del pressappochismo e dell’assopente religione.

Le foto e i post, se non diversamente specificato, sono state realizzate da Salvatore Calafiore e si possono trovare, insieme ad altro, su: http://salvokalat.blogspot.com/

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