23 febbraio 2014

L'assenza di un modello

Domenico De Masi

La puntata di ieri di Otto e mezzo è stato un raro esempio di televisione di approfondimento. Ospiti in studio c'erano Vittorio Zucconi e il sociologo Domenico De Masi il quale ha argomentato parlando della società contemporanea dando degli spunti di riflessione davvero impeccabili.

De Masi, presentando il suo ultimo libro Mappa Mundi ha spiegato che tutte le società sono nate su un paradigma: il Sacro Romano Impero sul Cristianesimo, il Risorgimento sulle idee di Gioberti, Mazzini ecc. Mentre la società postindustriale in cui viviamo è l'unica ad essere nata senza un piano... Secondo De Masi infatti il problema attuale è il fallimento degli intellettuali. 

Durante l'assolutismo regio in Francia una cinquantina di persone hanno fondato il pensiero illuminista sul modello di libertà e uguaglianza. Da quel modello nascerà la rivoluzione francese e quella americana. Oggi invece i pochi intellettuali rimasti si limiterebbero alla critica senza avanzare proposte concrete.

La società della conoscenza inoltre è mutata passando da una fase in cui la cultura era prodotta da pochi per pochi: Mozart per il principe. Poi una cultura prodotta da pochi per molti, grazie ai media. E ora, finalmente, una cultura di molti per molti grazie a internet, ma che tuttavia non sviluppa azioni concrete.

In risposta ad una domanda sulla crisi economica, De Masi ha affermato giustamente che l'economia si è mangiata la politica. La finanza si è mangiata l'economia e le agenzie di rating si sono mangiate la finanza. E siccome le agenzie di rating calcolano in minuti, la politica è costretta a perdere il senso del lungo termine, con gli effetti che riscontriamo.

Alla fine seguendo una domanda sul nuovo governo il sociologo ha risposto che il "povero" Renzi non è come Cavour che aveva alle spalle Mazzini o Gioberti, ed è per questa ragione che egli (così come Obama e Putin) non sanno che direzione prendere perché non hanno dei maestri; ed un politico non può sostituirsi ad un intellettuale. In poche parole l'incapacità politica e la crisi della società è sopratutto il venir meno del ruolo degli intellettuali che dovrebbero avere una reale parte in causa. E' proprio l'assenza di un modello ideale di vita a sospingere il mondo senza una visione d'insieme che risolva l'attuale caos socio-economico.

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