3 dicembre 2019

Proporzioni e simboli nelle cattedrali gotiche

cattedrale di Laon

Le cattedrali gotiche francesi sono forse la forma più elevata di costruzione sacra in Occidente, l’alta espressione artistica e simbolica e la loro sacralità non è dettata solo da fattori estetici e costruttivi ma soprattutto dalle suggestioni emotive che si provano al loro interno. Approfondendone meglio la loro costruzione e la struttura si scopre una complessità inattesa, come la complessa interpretazione delle facciate a bassorilievo e le impressionanti proporzioni matematiche di ogni elemento architettonico. La complessità e la ricchezza di significati sono legati ovviamente alla mentalità dell’epoca, per cui la geometria, il numero e la forma trasmettevano dei significati potenti in grado di comunicare all’inconscio un messaggio religioso ma soprattutto esoterico. 

Introduzione

La base costruttiva delle cattedrali risiedeva nel fattore numerico. Il numero in epoca medievale aveva un’importanza qualitativa molto maggiore di quella che diamo oggi. René Guénon nei suoi scritti ha esposto l’importante distinzione tra quantità e qualità. Il numero infatti rappresentava una qualità, ossia conteneva molteplici fattori simbolici e contenutistici che oggi ignoriamo e che abbiamo trasformato in mera quantità. Infatti oggi il numero, ci descrive esclusivamente una quantità e anche quando si svelano le svariate proporzioni utilizzate nel passato, esso continua a comunicarci ben poco. 

Il numero e le sue proporzioni esprimevano la bellezza e l’ordine supremo del creato in quanto come dice Platone: “Dio geometrizza”. Ciò significa che Dio si esprime attraverso le proporzioni matematiche (vedi la sezione aurea) e la perfezione geometrica. Le piante, il corpo umano e gli esseri viventi in generale evidenziano in ogni loro parte dei rapporti matematici esatti che a sua volta sono alla base del nostro concetto di bellezza (la bellezza come proporzione). Tale corrispondenza mette l’uomo in relazione col divino. Così le architetture del passato, sposando la sacralità delle proporzioni divengono un mezzo per esprimere tale legame.

Per Sant’Agostino la musica e l’architettura erano materie sorelle e connesse entrambe ai numeri. Dei numeri Sant’Agostino ammirava il rapporto 1:1 perché considerato come un rapporto di consonanza e di uguaglianza. Ma vi sono anche i rapporti 1:2, 2:3 e 3:4 assimilabili ai rapporti musicali di ottava, quinta e quarta. In geometria le figure geometriche, secondo la tradizione, rappresentano la perfezione divina tramite il cerchio e il Logos tramite il suo diametro.

L’erezione di una cattedrale

L’erezione di una cattedrale seguiva sei fasi cariche di significato, dato che simboleggiavano i sei giorni della creazione. Queste sei fasi prevedevano:

1. La scelta del luogo
2. La determinazione dell’asse verticale
3. L’orientamento spaziale
4. La quadratura del cerchio
5. La costruzione
6. La consacrazione

Esse non sono un’invenzione medievale ma provengono da un’antica ritualità probabilmente egiziana e che venne parzialmente descritta anche da Vitruvio nel suo De architectura (15 a.C.).

È interessante notare come l’unità di misura utilizzata nelle cattedrali gotiche sia il cubito reale egizio, non solo per l’evidente legame con la tradizione costruttiva egizia ma anche per l’interessante relazione con il nostro metro secondo il rapporto π/6 che equivale a 0,5236 m. Ciò significa che se moltiplichiamo 0,5236 x 2 = 2,618 la cui radice quadrata equivale a 1,6180 ossia il numero aureo. Tale rapporto era sicuramente noto ai costruttori…

Le fasi costruttive

I luoghi sacri (in questo caso le cattedrali) non venivano mai scelti a caso ma seguivano un legame ancestrale con le linee energetiche dei luoghi. Oggi la presunta individuazione dei luoghi energetici avviene tramite gli strumenti dei radioestesisti che dovrebbero percepire le vibrazioni dei luoghi. Queste vibrazioni sarebbero anche in grado di interagire con le persone alterando gli stati emotivi. Ovviamente queste “vibrazioni” non sono riconosciute dalla scienza ufficiale, non esiste uno strumento che ne misuri l’intensità, essendo una percezione riconoscibile solo da alcune persone.
Tuttavia è pur vero che seguendo questo principio i luoghi sacri permangono nel tempo, molte chiese infatti venivano erette laddove vi era già un tempio pagano. In Iran ad esempio molte antiche moschee vennero erette nel medesimo luogo dei templi zoroastriani anche se le successive religioni si contrapponevano alle precedenti. 
Un altro elemento degno di nota è il fatto che quasi tutte le cattedrali gotiche venivano costruite sopra una vena d’acqua, che secondo la tradizione è un importante elemento energetico.

Per iniziare la costruzione è necessario partire dall’erezione di un asse verticale su cui verrà centrato un cerchio che ci servirà per determinare l’orientamento della chiesa stessa. L’asse verticale oltre ad assolvere alla funzione pratica di svelamento delle ombre prodotte dal sole ha anche una funzione simbolica di collegamento tra cielo e terra, come ombelico del mondo o persino come albero cosmico.

All’alba del giorno prescelto (legato ad una festa liturgica o ad un santo) sulla cui scelta inciderà l’orientamento esatto della chiesa e le caratteristiche proprie della costruzione, verrà tracciata la proiezione dell’ombra del sole sul cerchio centrato sull’asse, in modo da determinare i punti cardinali all’alba, a mezzogiorno e al tramonto. Così facendo si poteva individuare l’asse est-ovest (decumano) e quello nord-sud (cardo). Tali assi costituivano anche gli elementi quaternari con cui simbolicamente nel cerchio tracciato (il cerchio è un simbolo di perfezione divina nonché di legame col celeste) veniva eseguita la quadratura (il quadrato è il simbolo della materia o del terrestre, la quadratura quindi identifica l’unione dell’alto col basso).
Tradizionalmente la porta di ingresso delle chiese è sempre posta a ovest mentre a est vi è l’altare. L’orientamento ad est, cioè a levante, determina che tutti i fedeli guarderanno in questa direzione in ogni chiesa. L’aspetto simbolico di questa disposizione si lega alla luce del sole che si leva ogni giorno per far svanire le ombre dell’ignoranza e dell’oscurità. C’è da aggiungere che l’est delle chiese non era mai preciso perché determinato tramite albe e tramonti di un giorno specifico che non era (salvo rare eccezioni) il giorno dell’equinozio in cui le direzioni combaciano perfettamente.


cardo e decumano

Una volta individuati i punti cardinali nel cerchio si ottiene il cosiddetto “quadrato del cielo” unendo i punti. In maniera sovrapposta ma non equivalente si traccia anche il cosiddetto quadrato della terra sulla cui intersezione con il cerchio si ottengono le posizioni dei quattro pilastri di base dove si andranno a sviluppare il transetto e la navata. Notate anche come la sovrapposizione di due quadrati sia alla base della figura dell’ottagono che simbolicamente è definito come la figura dell’equilibrio cosmico: non a caso i battisteri hanno in genere questa forma, ma anche nel mondo arabo e indù l’ottagono è spesso utilizzato nella forma di fontane all’interno di aree sacre.


quadrato del cielo


asse transetto
Questa operazione segna anche la modalità di sviluppo strutturale della chiesa che potremmo definire come modulo del tempio. Utilizzando un diverso rapporto tra diametro A (quello del cerchio tracciato) e diametro B (quello dello sviluppo strutturale) si può determinare facilmente la posizione delle prime quattro colonne poste al centro della crociera dell’edificio. Se nelle chiese romaniche il rapporto era generalmente uguale a uno, nelle cattedrali gotiche cambia. Così avremo 5/6 per la cattedrale di Reims o 7/6 come per la cattedrale di Chartres, 8/9 per la cattedrale di Troyes. Questo rapporto esprime ovviamente una differente caratteristica nello sviluppo delle colonne e quindi nella proporzione dei transetti. 


Modulo della cattedrale di Reims
Modulo della cattedrale di Reims

Il successivo posizionamento delle colonne e lo sviluppo della pianta della cattedrale avverrà secondo i principi della proporzione aurea. Si intende che attraverso la costruzione di figure geometriche quali il pentagono e quindi la stella è possibile ottenere una proporzionalità di distanze auree. 

Le strutture verticali

Le strutture verticali delle cattedrali gotiche sono rivoluzionarie rispetto a quelle delle costruzioni precedenti. Si pensi a come si è riusciti nel giro di poco tempo a passare dal romanico caratterizzato da edifici con pareti laterali portanti allo sviluppo di archi a sesto acuto, volte e ampi finestroni. Evitando di soffermarci su questo importante cambiamento architettonico, è necessario descrivere la struttura di queste chiese. Come detto la struttura portante è caratterizzata dalle colonne che affondano nel terreno. Subito sopra si trova il triforio caratterizzato da loggette con arco a sesto acuto e una galleria al suo interno. Il triforio non è una novità dello stile gotico perché già presente in alcune chiese romaniche, ma è una componente essenziale. Subito sopra si trova il claristorio o cleristorio, un’elevazione tipicamente aperta da ampi finestroni nelle cattedrali gotiche che ha la funzione prevalente di apportare luce alla struttura. Le dimensioni dei cleristori sono ampiamente maggiori rispetto a quelle dei trifori. La struttura verticale si completa con la chiusura superiore ad arco a sesto acuto con crociera. Tale disposizione oltre a bilanciare le spinte strutturali dei contrafforti laterali determina un effetto di slancio verso l’alto dell’intera struttura.


elementi architettonici chiesa gotica

Le misure relative alle linee verticali e a tutti gli elementi architettonici, come archi, finestre e decori seguono sempre una proporzionalità dettata da criteri numerici. In particolare vengono prese in considerazione specifici rapporti quali:
  • L’altezza delle colonne
  • La distanza da terra alla chiave delle arcate
  • L’altezza della linea di base del triforio
  • L’altezza della linea di base del cleristorio
In questo caso partendo dalla misura tra le colonne A viene moltiplicato a questo valore il rapporto aureo (1,618) oppure il rapporto musicale di quinta, ossia 3/2 già presente anche nella disposizione degli spazi lungo la pianta della cattedrale.

A questo punto è necessario un approfondimento legato, non al rapporto aureo, che appare come una misura ovvia e di cui chiunque ne comprende l’importanza, ma al rapporto musicale di quinta. Questo rapporto scaturisce dai rapporti generati dalla Tetractis ossia 1+2+3+4=10, questa somma può anche essere rappresentata come un triangolo equilatero i cui rapporti 1/1, 1/2, 2/3 e 3/4 se applicati ad uno strumento musicale chiamato monocordo sviluppano delle note. 


Tetractis

  • 1/1 ossia la corda piena sviluppa la nota musicale Do detta unisono
  • 1/2 ottenuto posizionando un ponte che blocca la corda a metà lunghezza svilupperà la nota Do’ detta ottava
  • 2/3 ottenuto posizionando un ponte a 2/3 della lunghezza svilupperà la nota Sol detta quinta
  • 3/4 invece svilupperà la nota Fa detta quarta.
Rapporti musicali


Questi rapporti dimostrano all’uomo dell’epoca quanto la matematica, la musica e le proporzioni siano una componente comune in natura e pertanto sono da considerarsi il linguaggio divino. La musica in particolare veniva associata anche al macrocosmo, tanto da parlare persino di armonia delle sfere celesti. Pertanto l’applicazione di questi rapporti, un po’ come per il rapporto aureo costituiscono un modo per avvicinarsi alla perfezione di Dio e per suonare l’armonia cosmica nel gioco delle proporzioni architettoniche. Per questa ragione tutti gli elementi architettonici delle alzate: colonne, archi ogivali, base del triforio, quota delle finestre e così via mostrano una proporzionalità facilmente prevedibile. Con questa costruzione l’intera struttura della cattedrale diviene un disegno formidabile in grado di mostrare anche un’armonia estetica oltre che geometrica.


nome musicali architettura gotica


Il labirinto

Oltre agli elementi architettonici essenziali, le cattedrali presentano una serie di parti che ne arricchiscono la carica simbolica ed estetica. Tra gli elementi più misteriosi e affascinanti vi sono i labirinti. In passato erano molto più presenti nelle chiese perché nel corso dei secoli molti di essi sono stati smantellati, come quello della cattedrale di Reims eliminato nel Settecento. Il labirinto allude alla vicenda di Teseo e del Minotauro, ma anche alla casa di Dedalo. In senso generale esso esprime le difficoltà che incontra l’uomo nel cammino della vita, soprattutto se vissuta secondo una prospettiva iniziatica. Spesso i labirinti avevano una forma circolare o ottagonale (il labirinto ottagonale è stato adottato in Francia come simbolo accluso ai monumenti storici). Tipicamente hanno 11 spire la cui somma 1+1 indica la dualità. 


Labirinto della cattedrale di Amiens
Labirinto della cattedrale di Amiens
Generalmente vengono rappresentati con bande bianche e nere. Il nero è il percorso e il bianco sono i muri del labirinto. Questi colori consentono anche di mostrare il rovesciamento di prospettiva per cui quando ci si concentra sulle righe bianche si scopre che raggiungere il centro è molto più semplice. Questo perché chi segue una via iniziatica capovolge il proprio punto di vista e può vedere con semplicità ciò che appare complesso. Altra caratteristica è quella che il punto da raggiungere si trova al centro e quasi sempre alla quinta spira compare la prima curva. 

Le finestre

Le aperture laterali sono composte dagli ampi finestroni con arco a sesto acuto, forma presente in ogni parte della struttura (vedi sotto). Le finestre a bifora con la colonna nel mezzo, oltre a possedere una funzione pratica richiamano anche al concetto di dualità che a sua volta può divenire quaternità se la finestra presenta un’ulteriore suddivisione. Il simbolo della dualità riappare anche nelle due tipiche torri campanarie poste sulle facciate delle cattedrali.


bifora
Una bifora
La parte superiore della bifora è spesso decorata da un rosone circolare che presenta una suddivisione a sei petali più quello centrale ossia 7 aperture. Altre volte è presente un’apertura a tre petali, figura costruita partendo da un triangolo equilatero su cui si inseriscono dei cerchi che determinano poi i tre lobi. Questa conformazione richiama simbolicamente la trinità e il passaggio dal duale della bifora alla trinità dell’apertura superiore. 



Il rosone

Il rosone prende il nome dalla rosa. Tale elemento architettonico ha una grande importanza simbolica e costruttiva nelle cattedrali. La rosa infatti è un simbolo molto presente in vari ambiti, da quelli iniziatici (templari, massoneria, Rosa Croce) in cui la rosa è un emblema, ma soprattutto nel cristianesimo la Vergine Maria è definita come Rosa mistica. La rosa simbolicamente è equivalente al Graal, ossia la coppa che raccoglie il sangue di Cristo. Ma abbiamo anche la Candida rosa come rappresentazione nella Divina Commedia ossia il luogo dove risiedono le anime del Paradiso. Il nome rosa/rosone si avvicina anche a quello del rosario che possiede sempre un legame finale con la Madonna. Questo forte richiamo mariano è inevitabile dato che le cattedrali francesi sono sostanzialmente dedicate alla Nostra Signora. Oltre a ciò il rosone si collega ad una ruota come simbolo dei cicli cosmici e persino al mandala.
Il rosone a sei petali è associato al sigillo di Salomone, alla figura del Cristo, al fiore della vita e ai giorni della creazione, i sei giorni di attività più il settimo in cui Dio si riposò; quello a sette petali i sette Sacramenti, le sette virtù, le sette età dell’uomo, i sette peccati capitali e in generale alla sacralità. Il rosone a otto petali rappresenta la rigenerazione avvenuta come ottavo giorno della creazione, ma anche alla resurrezione di Gesù. Il rosone a undici petali corrisponde alla somma di 6 + 5 ovvero macrocosmo e microcosmo che si fondono. Quello a dodici petali ai dodici apostoli e a tutta la simbologia legata al numero 12.
I rosoni vengono costruiti geometricamente partendo dalla sovrapposizione di un cerchio e un quadrato a cui poi vengono eseguite delle suddivisioni atte a trovare il centro e a costruire le ulteriori suddivisioni interne.

Le vetrate

Le vetrate delle chiese gotiche sono un elemento architettonico essenziale. L’aumentata dimensione delle finestre permette lo sviluppo di ampie vetrate che oltre a filtrare la luce secondo precisi criteri, permettono anche di raccontare personaggi e aspetti dottrinali importanti. Certamente il punto di maggior compimento delle vetrate è nel rosone dove spesso la composizione raggiunge un’enfasi di astrazione simbolica.
L’utilizzo dei vetri colorati e lo sviluppo di nuove tecniche, che in molti casi fanno il paio con le tecniche alchemiche, fa sorgere la figura del maestro vetraio in grado di produrre veri e propri capolavori. Le vetrate così nell’attenuare la luce esterna consentono il giusto raccoglimento all’interno delle navate. Questo effetto si espleta generalmente utilizzando il colore blu per le finestre poste a nord. Mentre quelle a est hanno il colore verde, a sud il colore giallo e a ovest, ossia al tramonto il rosso.

Sainte-Chapelle di Parigi
Ciclo di vetrate della Sainte-Chapelle di Parigi

Gli archi ogivali

L’altro elemento tipico delle cattedrali gotiche è l’arco ogivale la cui costruzione geometrica è più complessa rispetto a quella semplice ottenuta da un arco circolare. La descrizione su come ottenerli è suggerita da Villard de Honnecourt nel XIII secolo, tramite il suo metodo dei tre archi. Partendo da un cerchio col centro in C1 e considerato il punto sul cerchio in C3 si disegna un arco con apertura C1-C3. Ottenuto così il punto mediano C2 si disegna un arco della medesima misura che determinerà nella parte superiore un arco a sesto acuto e in quella inferiore un arco equilatero. Nell’arco equilatero infatti è possibile inscrivere un triangolo rettangolo.

regola dei tre archi Villard de Honnecourt

I pilastri

Louis-Marie Charpentier nel suo libro sulla cattedrale di Chartres fa notare come i pilastri che in genere sono a sezione tonda o ottagonale possono essere anche a costoloni se utilizzati come colonnine. Queste in particolare hanno una sezione circolare che presenta quattro cerchi minori in rapporto col pilastro centrale. La costruzione di questa sezione utilizza cerchi e quadrati le cui proporzioni fanno riferimento ancora una volta al rapporto aureo.
Sezioni dei pilastri gotici e costruzione geometrica

Conclusioni

Come abbiamo visto nelle cattedrali è presente una complessità architettonico-simbolica notevole. Questa complessità però verrà perduta nel corso dei secoli. Se infatti nel Rinascimento i principi di Vitruvio hanno ancora un valore qualitativo e simbolico forte, nelle chiese barocche e in quelle dei secoli avvenire tutta questa costruzione viene meno. Rimane in piedi l’impianto architettonico che obbliga i costruttori a una proporzione basata perlopiù su una finalità estetiche. Svaniscono i legami tra matematica, geometria e musica. Svanisce l’aura mistica e il mistero, svanisce anche l’antica tradizione esoterica dei costruttori. In questo passaggio c’è l’evoluzione della società e dei costumi sempre meno sacralizzati e sempre più appannaggio di una razionalità filosofica e tecnica. Pertanto oggi le cattedrali gotiche, con i loro mille misteri, con la fascinazione di proporzioni oggi non più fondamentali, sono quel monumento in pietra che ci lega a delle tradizioni millenarie sepolte.

Per la stesura di questo articolo si è fatto riferimento ai testi di Vincenzo Pisciuneri, Daniele Corradetti e Gioni Chiocchetti.

3 commenti:

Unknown ha detto...

Grazie per il bell'articolo. E poi dicono che il Medioevo è un'epoca oscura, dopo i gioielli delle cattedrali che ha prodotto, per non dire nient'altro, che sono a mio avviso le opere architettoniche più formidabili mai realizzate

Vincenzo Pisciuneri ha detto...

Un riferimento per chi ha fatto il lavoro è gradito. Grazie

Vincenzo Pisciuneri✨

Davide Mauro ha detto...

Grazie della puntualizzazione, il riferimento agli autori è stato appena inserito.