Marco Werba è nato in Spagna, ha studiato diversi aspetti della musica classica in Italia, Francia e Stati Uniti. Come compositore ha scritto un certo numero di brani da concerto classico. Ha sempre avuto un forte interesse per il mezzo cinematografico, creando colonne sonore di film, lavorando con registi come Dario Argento e Cristina Comencini, solo per fare due nomi. Tra i premi vinti si ricordano il prestigioso Globo d'oro 2011, il premio Colonna Sonora dell'Ente dello Spettacolo e il Fantasy & Horror Award.
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6 luglio 2011
Intervista a Marco Werba
Marco Werba è nato in Spagna, ha studiato diversi aspetti della musica classica in Italia, Francia e Stati Uniti. Come compositore ha scritto un certo numero di brani da concerto classico. Ha sempre avuto un forte interesse per il mezzo cinematografico, creando colonne sonore di film, lavorando con registi come Dario Argento e Cristina Comencini, solo per fare due nomi. Tra i premi vinti si ricordano il prestigioso Globo d'oro 2011, il premio Colonna Sonora dell'Ente dello Spettacolo e il Fantasy & Horror Award.
16 giugno 2011
Orrore italiano e musica, un patto di sangue
Esiste una linea invisibile che unisce il cinema horror/thriller/esoterico italiano e la musica sperimentale nostrana. Erano gli anni in cui film come Cannibal holocaust, L’aldilà ...e tu vivrai nel terrore, Antropophagus, Buio omega e moltissimi altri rappresentavano il vanto degli spaghetti horror a basso costo in tutto il mondo.
28 aprile 2011
Il dolore dei Soporaeternus and the Ensemble of Shadows
Si può definire la musica dei Soporaeternus solo in un modo: dolore. Ma questa parola non potrebbe comunque racchiudere ciò che i Saporaeternus sono veramente. Una band culto nell’undrerground musicale, che non è mai uscita allo scoperto per propria volontà, un gruppo per orecchie esperte e sopraffine. Nel panorama musicale della fine degli anni ’80, dove l’heavy metal e il punk dominavano le scene e il dark muoveva i primi passi, in Germania sbocciava da una delle menti più geniali del panorama mondiale un progetto musicale destinato a spiazzare tutti.
16 febbraio 2011
(Do not) touch the earth: lo stato dell'improvvisazione nelle banlieue di Parigi
Sons d’Hiver, la rassegna che si svolge nella banlieue parigina, è arrivata alla ventesima edizione. Quest’anno le attrazioni principali erano la rivisitazione di Bitches Brew di Miles Davis ad opera del trombettista Graham Haynes (con Jean Paul Bourelly e DJ Logic tra gli altri) e il regista Melvin Van Peebles col suo progetto musicale Laxatives, assieme ai piano solo di Matthew Shipp (che da anni è di casa qui) e Marylin Crispell e a Joelle Léandre, presente in duo con Mat Maneri e con lo Stone Quartet.
28 gennaio 2011
Little Birds Have Fast Ears: contaminazioni musicali a Oslo
La decima edizione di AllEars è diretta da Lasse Marhaug, che è anche curatore musicale della Henie Onstad Kunstsenter di Hovidokken, venti minuti in bus da Oslo, museo di arte contemporanea (Dubuffet, Max Ernst, Fluxus in allestimento), fino ai linguaggi e alle sperimentazioni contemporanee. Spazio principale dei concerti il Fabrikken, quindici minuti a piedi dal centro di Oslo. Lateralmente NyMusikk, rassegna di contemporanea con sede a Platousgate, pochi minuti dal centro cittadino.
28 ottobre 2010
How to disappear completely: L’enigma nella musica dei Radiohead
Tralasciando le storie di ordinaria follia che alimentano il successo delle più acclamate rock band - maggiormente di quelle britanniche e americane - qui nell’affrontare il discorso Radiohead, si parla di qualcosa di ben diverso, di una impressione che si pone al di là del mero “scandalo” inerente a droghe e simili. Credo, d’accordo con altre interpretazioni, che esista un enigma irrisolto nella musica dei Radiohead che abbisogna di essere indagato, scoperto, deve essere avvicinato e riconosciuto. Il segreto che si cela dietro le note di alcune musiche suggestive del gruppo, affascina e inquieta al contempo. La musica rende inquieti, quasi riecheggia una eco di immobilità della capacità comprensoria dell’individuo, la quale viene scandita dai diversi giri di chitarra che si mescolano, spesso, con il suono uniforme e monotono in sottofondo. Non somiglia alla cantilena da ascoltare sui tram, mentre si corre a lavoro; il sound della band britannica è piuttosto un lavoro poetico non scisso da messaggi cifrati, che ne rende difficile e affascinante il percorso uditivo-visivo.
3 ottobre 2010
La lunga vita di Alma Mahler, “musa del secolo”
Alma Maria Schindler, figlia del pittore Emil Jakob Schindler e di Anna von Bergen, era considerata negli ambienti culturali della capitale austriaca “la più bella ragazza di Vienna”, un soprannome piuttosto banale ma che in realtà cela una personalità complessa ed intrigante; anche per questa ragione nel corso della sua vita verrà definita anche “Sposa del vento”, “Grande vedova” e persino “Musa del secolo”…
Dopo la prematura morte del padre, il pittore Carl Moll, divenuto il secondo marito della madre, introdusse la figliastra presso i migliori ambienti della capitale austriaca determinando così un’inevitabile ascendenza su alcuni artisti del XX secolo.
28 novembre 2009
Quando l’avanguardia fa spettacolo: il teatro musicale di Schittino
La musica, così come l’arte figurativa, ha rotto regole e schemi sin dalle sperimentazioni del primo Novecento determinando un’irreparabile frattura tra pubblico e compositore; così, salvo trovarsi davanti ad un pubblico di esperti, la musica contemporanea (ovviamente non parliamo di musica pop e simili) ha progressivamente perso il suo ruolo di “arte di massa”. Per questa ragione nell’esecuzione di un concerto di musica classica tornano sempre i nomi intramontabili, trascurando apparentemente le ultime innovazioni musicali: in questo contesto si inserisce la ricerca originale di un giovane artista siciliano…
24 novembre 2009
Lasciate spazio alla tristezza: la Dark Music
Parlare oggi della musica dark, alle soglie del 2010, sembra quasi voler riesumare un cadavere seppellito sotto tre metri di terra, dove al funerale hanno assistito i capostipiti del gothic rock attuale incentrato su sonorità più dure e spregiudicate, insieme al corteo di quelle persone che pensano che il dark abbia avuto come unici promotori del genere gli oramai intoccabili e sempreverdi The cure di Robert Smith. In realtà è importante fare un piccolo approfondimento di un genere che ha vissuto un percorso musicale che ha un inizio e una fine ben precisa, una longevità espressamente correlata al malessere sociale di cui ha fatto parte esprimendolo tramite la malinconia, la tristezza e la disperazione (anche con risvolti tragici come vedremo) trasformata in accordi e musica.
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