1 marzo 2019

Se per la scienza la diminuzione dell'intelligenza dipende solo da una causa


Giorno 16 febbraio è andata in onda la puntata della trasmissione RAI Presadiretta di Riccardo Iacona dal titolo Attacco al cervello. L'intera puntata si è concentrata sul presunto collegamento tra la presenza di elementi inquinanti nell'aria e nel cibo e i crescenti problemi cognitivi riscontrati nelle nuove generazioni. L'attenzione in particolare si è soffermata sul fatto di aver riscontrato una diminuzione del quoziente intellettivo medio dell'uomo.

Come spiegato nei vari servizi partendo, da vari dati statistici, si è riscontrato che fino agli anni '90 il quoziente intellettivo medio delle popolazioni veniva stimato in aumento, generazione dopo generazione, poi un brusco calo fino ad oggi che tendenzialmente prosegue. 
Questo stesso argomento è stato trattato poi in diverse forme dalla stessa trasmissione ma con argomenti diversi. Nella puntata del 4 febbraio dal titolo Poveri noi si affrontava l'argomento della povertà e in uno dei passaggi si citava uno studio (definito come Teoria della scarsità) secondo la quale lo stato di povertà determina una variazione del QI in funzione delle preoccupazioni legate allo status ma anche al fatto di vivere in un ambiente non stimolante, e magari privo di libri.

Andando ancora indietro al 15 ottobre del 2018 è andata in onda l'interessantissima puntata dal titolo Iperconnessi in cui si affrontava la riduzione del QI a causa dell'invasività delle nuove tecnologie quali gli smartphone. La presenza di uno smartphone non solo determina una costante "disconnessione" con la nostra interiorità ma anche una perdita di capacità di concentrazione e attitudini cognitive.


Ancora una volta si affronta un aspetto diverso della questione ma che conduce al medesimo punto, il calo del QI. Ma a prescindere dai punti di vista su cui si potrebbe dibattere a lungo, specie sul valore del test del QI che valuta certe qualità cognitive e ne esclude molte altre. Appare interessante notare come sia le trasmissioni televisive che gli stessi scienziati intervistati, tendano a sezionare i problemi e settorializzarli. In pratica il problema del QI per alcuni scienziati sensibili ad un aspetto dipende dall'introduzione della tecnologica, per altri dall'inquinamento, per altri ancora da fattori ambientali. Ma nessuno di essi afferma il fatto che l'argomento della trasmissione sia solo uno dei tanti fattori che contribuiscono al risultato finale. Si affronta infatti il problema come se l'argomento trattato fosse il solo aspetto principale se non l'unico all'origine del fenomeno.

Questo esempio mostra come l'approccio scientifico attuale così settorializzato spezzetti il problema della cognizione e dell'intelligenza, non in maniera sistemica ma specifica, limitando anche la comprensione completa del problema. Un esempio lampante di come la scienza oggi mostri dei limiti oggettivi di approccio ai fenomeni più complessi e multifattoriali.

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