16 aprile 2019

Notre-Drame de Paris

Incendio Notre-Dame
«Senza dubbio vi sono ben poche pagine d’architettura più belle di questa facciata dove, una parte dopo l’altra, e tutte insieme, i tre portali gotici incavati, la fascia ricamata e dentellata delle ventotto nicchie regali, l’immenso rosone centrale fiancheggiato dalle due finestre laterali come il prete dal diacono e dal suddiacono, l’alta e fragile loggia di arcate a trifoglio, che regge una pesante piattaforma sulle colonnine lievi, e infine le due scure e massicce torri con i loro tetti di ardesia, parti armoniose di un magnifico insieme, sovrapposte in cinque piani giganteschi, si spiegano allo sguardo, in folla ma senza tumulto, con gli innumerevoli loro particolari di statuaria, di scultura e di cesellatura, potentemente armonizzate alla tranquilla grandiosità dell’insieme, vasta sinfonia in pietra, per così dire, opera colossale di un uomo e di un popolo.»Victor Hugo Notre-Dame de Paris - traduzione di Luigi Galeazzo Tenconi 2010 
Lunedì 15 aprile 2019 ore 19 le fiamme divampano, dalla cima della cattedrale. Un incendio devastante, dovuto al crollo della guglia e del  tetto, ha colpito la struttura. Opera di un popolo, come ricorda Victor Hugo, ha visto lo stesso in lacrime davanti alla tragedia. 


Ancora ignote le cause, la scintilla è scattata nel cantiere in fase di ristrutturazione, avviato nel 2018 che vede partecipi diverse imprese edili.
lavori tetto notre-dame
Le impalcature sul tetto

Al centro di componimenti letterari, opere teatrali e cinematografiche, studi architettonici, la
nostra cattedrale dal cuore gotico, è comparsa vestita a festa per grandi e piccini, mostrando di sé sempre il suo lato migliore.

Già nel 1800 Victor Hugo si diceva preoccupato per il futuro di Notre-Dame, vittima della distruzione del tempo e dell’uomo, tanto da scrivere il famoso romanzo Notre-Dame de Paris. «Se il tempo agisce inconsapevolmente “cieco”, l’uomo dotato di intelletto, deve adoperarsi a correggere i danni del tempo e a non causarne altri.» Proprio grazie al romanzo nel 1845 sotto la direzione di Viollet-le-Duc, la cattedrale fu sottoposta ad importanti lavori di restauro al fine di salvaguardare l’opera. 

Molte polemiche girano intorno all’accaduto, che purtroppo però non ridaranno bellezza al volto della nostra cattedrale. Il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron ha dichiarato in seguito all’episodio: «La ricostruiremo, tutti insieme. È quello che i francesi si aspettano, che la nostra storia merita.»  Ma a parte la vicenda in sé è utile puntualizzare un aspetto importante di questo incendio: da ieri sera abbiamo scoperto un po’ tutti d’avere ancora un’identità comune tremendamente viva. L’incendio non ci ha colpiti solo come europei legati alla storia, alla letteratura, alla religione e al patrimonio artistico, ma come fattore di collettività. Si critica l’Europa istituzionale ma ci si ritrova subito vicini a quella spirituale.


In questo dramma forse abbiamo compreso qualcosa in più, ossia che in quanto europei non possiamo fare a meno di un simbolo che fino a ieri abbiamo svilito, ignorato e gettato ai margini del nostro interesse. Ed ecco che nel momento in cui questo simbolo iniziava a bruciare è riemerso in tutta la sua potenza come necessità di preservarlo, nonostante tutto.



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