29 novembre 2021

Fermare Pechino. Una sfida per l'Occidente

Il giornalista Federico Rampini è sempre molto puntuale ma soprattutto molto concreto nei suoi interventi. In questa conferenza del Festival Filosofia tenutosi a Modena nel settembre 2021 parla del suo libro raccontando le differenze politiche e culturali tra Oriente e Occidente. 

Tra i passaggi interessanti del discorso di Rampini troviamo la spiegazione del successo cinese basato su una grande continuità politica e su una coesione nazionale basata sull'ideologia. Xi Jinping guida la Cina dal 2013 seguendo un'idea di paese che può perseguire fino alla fine, mentre in Occidente gli USA cambiano presidente ogni 4 anni. Le decisioni politiche si scontrano con i veti del Senato e le opposizioni, qualsiasi dichiarazione di intenti trova il freno della società civile e della politica. In Cina si programmano riforme e nessun ente o gruppo crea un impedimento in virtù di un sistema autoritario totale. La Cina investe in armamenti per avere una forza di coercizione geopolitica, l'Italia per esempio mantiene un ruolo in ombra e anche l'ipotesi di modificare gli investimenti, onde avere un assetto geopolitico diverso, sono considerati un tabù. 

L'ascolto del video consente di avere molti spunti di riflessione sull'oggi. Personalmente ne ho trovato uno su cui da un po’ di tempo mi interrogo. Se il sistema cinese evidenzia il suo successo su tutti i campi, potrebbe l'Occidente dover seguire i mandarini sullo stesso piano? Non potremmo, già tramite le necessarie misure di contenimento della pandemia, supporre che Parlamento e istituzioni democratiche siano orpelli poco funzionali alla gestione del presente? In effetti molti degli ultimi sviluppi politici fanno supporre ciò...

Davide Mauro

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