5 febbraio 2023

Adolescenza: l'età difficile raccontata dalla letteratura


L’adolescenza è una delicata fase di passaggio della nostra vita in cui andiamo alla scoperta di noi stessi

L'adolescenza è un periodo di passaggio in cui siamo alla ricerca di noi stessi. Non siamo ancora quello che vogliamo diventare, ma ci stiamo cercando, andiamo alla scoperta di noi stessi. Età di rivolgimenti, turbamenti, attese, aspettative, desideri, ribellioni, conflitti, passioni, scelte, idealità, sogni. Questa e molto altro ancora è l'adolescenza. Una volta adulti, ci si volge con qualche punta di malinconia e forse di sollievo a questo periodo della vita che ha visto allo stato nascente il sorgere di ogni nostra potenzialità. Ci siamo passati tutti. Emergono le passioni, i talenti e le inclinazioni che potranno indirizzare e dare senso alla nostra vita. Iniziamo a tracciare i primi passi del nostro cammino esistenziale. Come in un ritratto, proviamo a stendere le prime pennellate che nel corso degli anni andranno a semantizzare in un disegno compiuto e coerente la nostra vita in tutti i suoi particolari. Percorriamo nell'adolescenza una via che è soltanto nostra, pur essendo stata percorsa da sempre da quanti ci hanno preceduti. Ma conoscersi è un processo interiore complesso, ricco di sorprese ma anche di insidie. Questo avventuroso viaggio alla ricerca di noi stessi ci vedrà trasformati. Questo tema ha da sempre affascinato gli scrittori, in particolare è presente nella letteratura italiana del 900', basti pensare ad opere quali Agostino di Alberto Moravia, Il garofano rosso di Elio Vittorini, L'Isola di Arturo di Elsa Morante, Il barone rampante di Italo Calvino, Ragazzi di vita di Pier Paolo Pasolini e in tempi più recenti negli anni 90' Jack Frusciante è uscito fuori dal gruppo di Enrico Brizzi. Nell'articolo ripercorriamo l'adolescenza con alcuni riferimenti letterari.

Il giovane Holden, Salinger (1951)


Chi di noi, almeno una volta, negli anni dell'adolescenza, non ha letto il capolavoro dello scrittore americano? Romanzo di formazione, narra la storia di un adolescente in prima persona esponendone i dubbi e i problemi in cui si imbatte con la società, con la famiglia, la scuola e gli altri in senso generale. A quell'età viene facile identificarsi col protagonista. Questo l'incipit del romanzo: 

Se davvero volete sentirne parlare, la prima cosa che vorreste sapere sarà dove sono nato, e che schifo di infanzia ho avuto, e cosa facevano e non facevano i miei genitori prima che nascessi, e altre stronzate alla David Copperfield, ma a me non va di entrare nei dettagli, se proprio volete la verità. Primo, è roba che m'annoia, e secondo ai miei verrebbero un paio di ictus a testa, se andassi in giro a raccontare i fatti loro. Su certe cose sono permalosissimi, specie mio padre. Simpatici, per carità, ma anche parecchio permalosi. E poi non mi metto certo a farvi la mia stupida autobiografia o non so cosa. Vi racconterò giusto la roba da matti che mi è capitata sotto Natale, prima di ritrovarmi così a pezzi che poi sono dovuto venire qui a stare un po' tranquillo.

Herman Hesse: la ricerca della via che conduce a sè


Lo scrittore tedesco, con Siddharta pubblicato nel 1922, è diventato la lettura preferita di generazioni di adolescenti. Non si tratta della biografia del Buddha storico, ma di una rielaborazione narrativa. In molti dei suoi libri affiora la tematica della ricerca di sè e su quanto questo cammino che conduce a noi stessi sia irto di difficoltà, impervio ma anche gratificante. In Demian, ad esempio così scrive Hermann Hesse

La vita di ogni uomo è un cammino verso se stesso, la ricerca di un cammino, la traccia di un sentiero. Mai nessun uomo è stato in tutto e per tutto se stesso; ognuno lotta comunque per diventarlo, uno cupamente, l’altro più luminosamente, ognuno come può.

La linea d'ombra, Joseph Conrad


Questo racconto lungo o romanzo breve di Conrad è stato pubblicato nel 1917. Il passaggio all'età adulta viene segnato proprio da questa linea d'ombra, difficile da varcare ma inevitabile. Una volta superata questa soglia non è più possibile tornare indietro. Ognuno ha la sua. Di certo segna uno spartiacque, un prima e un dopo.

Soltanto i giovani hanno momenti del genere. Non dico i più giovani. No. Quando si è molto giovani, a dirla esatta, non vi sono momenti. È privilegio della prima giovinezza vivere d'anticipo sul tempo a venire, in quella bella continuità di speranze che non conosce né pause né attimi di riflessione. Ci si chiude alle spalle il cancelletto della fanciullezza e si entra in un giardino incantato, dove anche le ombre splendono di promesse e ogni svolta del sentiero ha una sua seduzione. Non perché sia una terra inesplorata. Si sa bene che tutta l'umanità è passata per quella stessa strada. È il fascino dell'esperienza universale da cui ci si aspetta una sensazione non ordinaria o personale: qualcosa che sia solo nostro. Riconoscendo le orme di chi ci ha preceduto, si va avanti eccitati e divertiti accogliendo insieme la buona e la cattiva sorte -­ le rose e le spine come si suole dire -­ il variegato destino comune che ha in serbo tante possibilità per chi le merita o forse per chi ha fortuna. Già. Si va avanti. E il tempo anche lui va avanti; finché dinnanzi si scorge una linea d'ombra che ci avvisa che anche la regione della prima giovinezza deve essere lasciata indietro.
Questo è il periodo della vita in cui è probabile che arrivino i momenti di cui ho parlato. Quali
momenti? Momenti di noia ecco di stanchezza di insoddisfazione. Momenti precipitosi. Parlo di
quei momenti in cui chi è ancora giovane è portato a compiere atti avventati come sposarsi
all'improvviso o abbandonare un lavoro senza motivo alcuno.

Strano giardino, Dino Buzzati



Nella raccolta di racconti intitolata In quel preciso momento compare uno "strano" racconto dello scrittore bellunese che ha come tema il passaggio dalla giovinezza all'età adulta. Questo giardino metaforico corrisponde alle varie età della vita: appare sterminato ai tempi della infanzia, man mano che si cresce e si diviene adulti si delimitano sempre più i suoi confini per poi tornare a sconfinarsi sul finire della vita. Può leggersi anche come una sorta di metafora sul tema iconografico delle età dell'uomo.

Ma un bel giorno - la cosa avvenne quasi d'improvviso e non saprei dire come - il giardino non fu più quello di prima. Misteriosamente si era fatto un giardino piccolissimo, una miseria, un fazzoletto di prato, con qualche vialetto bianco e alcuni cespi di fiori, qua e là. Ad attraversarlo tutto non occorrevano intere giornate, né ore, né mezz'ore. Pochi minuti bastavano, forse un minuto solo, forse meno di un minuto. Una sessantina di passi e già si stava contro alla siepe di cinta. Insomma una cosa ridicola. E io non capivo il perché della metamorfosi, e chiedevo come mai, a chi ne sapeva più di me. E quelli mi dissero ch'era semplicemente la vita.

La giovinezza difficile: Hikikomori, un fenomeno moderno


Negli ultimi anni si sta sempre più diffondendo un fenomeno noto come Hikikomori. Si tratta di una sindrome che riguarda i giovani e i giovanissimi e consiste nell'isolarsi volontariamente dal mondo esterno. Questi giovani sono reclusi nella propria stanza e l'unico contatto col mondo esterno è rappresentato da internet oppure dai social o i videogame. Nella maggior parte dei casi si tratta di giovani tra i 14 e i 30 anni, per il 90% di sesso maschile, figli unici. Spesso il padre risulta assente in famiglia. Pur non rientrando ancora ufficialmente nella diagnosi ufficiale del DSM-5 richiede comunque l'intervento di qualche esperto in salute mentale. Qualcosa di simile è presente anche nei paesi occidentali. Ad esempio in Gran Bretagna si usa il termine NEET (not in employment, education or training) per indicare i giovani che non studiano né lavorano. Anche questa sindrome evidenzia quanto crescere sia un processo difficile irto di ostacoli. Emerge nel profondo un senso di solitudine da parte di questi adolescenti che non trovano adeguato supporto negli interlocutori adulti a vario titolo, a partire dai genitori, dalla scuola e dalle compagini sociali, che possano accompagnarli in questo processo di crescita così delicato e sofferto.

Adolescenza: giovinezza perenne

La bellezza dell'adolescenza sta nell'innocenza, ovvero nell'intraprendere qualsiasi impresa per la prima volta, con una verginità d'intenti non ancora setacciata al vaglio dell'esperienza, severo consigliere.

Forse se anche noi adulti riuscissimo a guardare, di tanto in tanto, il mondo con gli occhi dell'adolescenza, riusciremmo ancora a stupirci, a cogliere con uno sguardo il mistero, la bellezza e anche la crudezza e l'enigmaticità di questa vita che ci è dato vivere. Invece ci volgiamo con apatici occhi non più a contemplare, ma a subire lo spettacolo del mondo. L'adolescenza coincide anche con la scoperta della sessualità e dei primi approcci quindi con l'altro sesso. Se dunque a conclusione dell'articolo volessimo provare a dare una definizione di questa età della vita, ci vengono in soccorso i versi di Sandro Penna sulla giovinezza che possiamo accostare anche all'adolescenza: perenne amare i sensi e non pentirsi.

Marco Troisi

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