23 marzo 2023

L'uomo e i suoi linguaggi: la parola presso l'uomo primitivo

Il linguaggio presuppone una lunghissima evoluzione, sia biologica che culturale. Secondo il linguista Noam Chomsky, il linguaggio non sarebbe puramente imitativo da parte del bambino, che quindi non si limiterebbe a ripetere le frasi ascoltate da altri. In un primo momento certamente è così, è questa la fase dell'apprendimento della lingua per imitazione. Tuttavia, secondo lo studioso americano, solo nella specie umana vi sarebbe una conoscenza innata delle regole del linguaggio. A dimostrazione di ciò, in tutte le lingue esistono delle strutture sintattiche fondamentali che ricorrono. Secondo gli studiosi, solo nella specie umana, quale sua evoluzione biologica sarebbe presente, un meccanismo precipuo di apprendimento linguistico noto come LAD ovvero Language Acquisition Device. In ogni uomo esisterebbe un programma filogenetico inscritto nel codice genetico, in quanto prodotto dell'evoluzione della specie, che permetterebbe al bambino di imparare a parlare. In sostanza l'esperienza dell'apprendimento linguistico del bambino ricapitolerebbe l'esperienza percorsa dall'umanità dai suoi primordi.

Quando nasce il linguaggio verbale?

I documenti più antichi relativi a un linguaggio verbale risalgono alle tavolette d'argilla incise in caratteri cuneiformi dai Sumeri alla fine del IV millennio a.C. Nasce così il linguaggio scritto dopo la lunghissima gestazione del linguaggio orale e si apre la pagina della storia.

Quanti linguaggi?

Vi sono dei linguaggi che privilegiano la vista quale canale per comunicare: basti pensare allo sguardo, ai gesti, alla mimica, ai movimenti e alla posizione che assumiamo rispetto al nostro interlocutore. Esiste anche il linguaggio di soli gesti, ad esempio quello dei sordo-muti o il linguaggio silenzioso di certi monaci nel Medioevo appartenenti a ordini a cui non era permesso parlare, per cui comunicavano facendo dei segni con le dita.

Immagini e disegni

Gli affreschi e i mosaici presenti nelle chiese medievali raccontavano le vite dei santi, e migliaia di anni prima gli antichi greci hanno dipinto su vasi di terracotta scene che raccontavano le loro vicende mitiche. Gli egizi utilizzavano le sculture e le pitture per narrare gli avvenimenti. Anche nella società odierna le immagini sono fondamentali per la comunicazione, basti solo pensare ai cartelloni pubblicitari, ai siti internet, etc.
Linguaggio basato sul canale sensoriale uditivo: è il linguaggio che l'uomo produce facilmente con la voce principalmente, ma anche con le mani. I suoni articolati fanno parte del linguaggio verbale.
Il fischio è un altro mezzo per comunicare, ad esempio in alcune parti del mondo esistono delle vere e proprie lingue fischiate.

Città: segnali luminosi e acustici

Rientrano nel linguaggio visivo e uditivo. Al giorno d'oggi in particolare sono diffusi i segnali convenzionali, quali ad esempio i segnali stradali, quelli che troviamo nelle stazioni ferroviarie, oppure quelli delle guide turistiche.

Comunicazione a distanza

Fondamentale si è rivelata nella storia dell'uomo la comunicazione a distanza, e in particolare al giorno d'oggi delle telecomunicazioni, che ne rappresentano la versione estremamente sofisticata. Alcuni sistemi di comunicazione usati in tempi antichi e anche relativamente recenti consistevano nel comunicare mandando oggetti, ad esempio corde con dei nodi che contenevano messaggi in codice. Per millenni il modo più semplice per inviare un messaggio da un posto a un altro è consistito nell'utilizzare le segnalazioni con i fuochi, oppure con i suoni di trombe, ad esempio nei campi di battaglia. Basti pensare alla Chanson de Roland, in cui il paladino Orlando nei poemi epici suona l'olifante, la sua temibile tromba. Comunicare a distanza anche messaggi complicati si è reso possibile con l'invenzione del telegrafo a partire dal 1835, col telefono, la radio in tempi successivi e con la televisione in tempi più recenti, e oggi con internet che amplifica ulteriormente questa possibilità.

Linguaggio, canale tattile: comunicazione per contatto

Per quanto riguarda il contatto fisico, la stretta di mano che usavano già i Romani, è l'esempio più antico di comunicazione per contatto. Rientrano in questo tipo di comunicazione anche gli abbracci, i baci, le carezze, le pacche sulle spalle.

La parola dell'uomo primitivo

Prima di comunicare con la parola e quindi con il linguaggio, i nostri antenati comunicavano con i gesti. Con le braccia e le mani, essenziali per la caccia, si scambiavano informazioni importanti, riducendo al minimo il rumore per non far fuggire le prede.
I ritrovamenti dei resti dell'Homo Habilis hanno permesso di stabilire che possedeva due caratteristiche propedeutiche alla nascita del linguaggio: ovvero le aree cerebrali di Broca e di Wernicke che sono deputate specificamente all'elaborazione e alla comprensione del linguaggio verbale e la laringe anatomicamente posizionata in basso che si sviluppa già a partire 100mila anni fa in Africa. In realtà, stando a un recente studio condotto dall'Università di Grenoble-Alpes in Francia, il linguaggio umano si sarebbe evoluto dai nostri primi antenati simili alle scimmie. In particolare i ricercatori ritengono che il linguaggio si sia sviluppato molto prima, rispetto a quanto si pensasse, negli antenati scimmieschi. Questi ultimi, sempre secondo lo studio, sembra che fossero in grado di "vocalizzazioni umane", in particolare dei suoni vocalici contrastanti. Sempre nello studio pubblicato sulla rivista Science Advances è stato posto in evidenza che una laringe bassa che si ritiene indispensabile per la nascita del linguaggio, non solo non sarebbe caratteristica propria solo dell'uomo, ma non sarebbe neanche necessaria per produrre i suoni vocalici del linguaggio. I ricercatori sono giunti a queste conclusioni sulla base di studi che hanno messo in rapporto tra loro il comportamento dei primati, le vocalizzazioni e la comunicazione, e la creazione di modelli acustici. Sulla base di questa scoperta gli studiosi hanno potuto datare la nascita del linguaggio non a 200mila anni fa, bensì ad oltre 20 milioni di anni fa.

Come parlavano i nostri antenati

L'evoluzione delle tecniche di caccia dell'uomo primitivo, si pensi solo ai manufatti litici, in particolare alla lavorazione intenzionale della selce, comportava anche un più alto grado di complessità per quanto
riguarda la comunicazione. Tuttavia il linguaggio primitivo non costituiva una vera e propria lingua, quanto piuttosto rappresentava una evoluzione, sia pure ancora rudimentale, delle prime forme di comunicazione tra i primati. Le prime parole in realtà erano fonemi comunque dotati di significato, quindi probabilmente risultavano costituite da una o due suoni, non di più.

Marco Troisi

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