Visualizzazione post con etichetta artisti. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta artisti. Mostra tutti i post

25 ottobre 2017

Florence Biennale: Earth

Padiglione Spadolini - Florence Biennale (Fortezza da Basso, Firenze)

Nei primi giorni di ottobre ho avuto l’opportunità di visitare il Padiglione Spadolini, spazio aperto ad esperienze artistiche, facente parte del complesso della Fortezza da Basso di Firenze. Riportato ad una condizione zero, il padiglione, ha accolto artisti provenienti da oltre 70 paesi del mondo dando loro la possibilità di confrontarsi in un ciclo artistico espositivo che le opere degli stessi hanno dato vita negli ambienti del padiglione.

14 ottobre 2017

Lucio Fontana: una nuova dimensione



La nuova concezione di spazio è stata stabilita nella seconda metà del XX secolo da Lucio Fontana. Se fino a quel momento gli artisti si erano interrogati sul proprio IO interiore, versando sulla tela sensazioni e suggestioni, con Fontana l'interrogativo passa alla materia stessa. Debitore dell'interpretazione informale e dell'astrattismo, oltrepassa il confine del tangibile, cercando risposte in spazi sconosciuti.  

2 settembre 2017

Percorsi artistici nell’opera di Flavia Alexandra Grattacaso: tra antichità e moderno

Sine Carrus
È arte tra cielo e terra, tra i simboli umani e animali di questa terra e la rappresentazione divina dei magnifici templi di Paestum, quella firmata da Flavia Alexandra Grattacaso. Giovane artista cresciuta all’ombra delle celeberrime rovine di Paestum, quello di Flavia è il caso di un’artista le cui radici, insieme alla tradizione del suo luogo natio, hanno inciso in misura decisiva e costante su tutta la sua trama artistica. La storia dei suoi quadri racconta il passato del luogo nel quale l’artista è cresciuta, ossia Paestum, con i suoi templi e un lascito artistico e storico immenso, che ha reso questo luogo meta prediletta di artisti provenienti da tutta Europa. È con il Grand Tour che Paestum diventa meta di pellegrinaggio artistico di intellettuali assettati delle bellezze e della storia italiana. A celebrare nei loro scritti ricchi di testimonianze la bellezza di Paestum parteciperanno, tra i tanti, due figure di spicco della scena artistica del passato come Goethe e il Winckelmann. Alla stregua di un moderno Grand Tour alla volta di Paestum, l’artista sembra riproporre, secondo un percorso simbolico e alternativo, le tappe attraversate dagli intellettuali del passato, aggiungendovi non pochi elementi di mistero. 

24 novembre 2016

L'emblema musivo tra Palestrina e Ravenna


La decorazione musiva fiorisce in varie realtà nel corso della storia, occupando un importante posto in tribuna tra le arti figurative. Le sue fattezze mutano a seconda del contesto in cui si colloca, ma grazie ai pregiati materiali utilizzati, molti modelli sono arrivati fino ai giorni nostri riportandoci un valido esempio di tecnica ornamentale.
La vasta gamma di cromie che compongono le superfici donano a chiese e palazzi un tocco elegante e di prestigio.

30 settembre 2016

Francesco Borromini. Anabasi architettonica, catabasi umana

Francesco Borromini

Roma e l'arte hanno spesso camminato insieme, alternandosi nel tempo, in uno scambio di ispirazioni reciproche. L'una ha plasmato paziente, come il più minuzioso degli artigiani, un colle di grano in un manto di marmo durante il periodo che ancora oggi viene chiamato dagli studiosi come Seculum Augustum. L'altra col fascino perpetuo di una città che è nata, sin dal suo primo respiro, con l'ombra del sangue fratricida è stata vortice e centro di correnti artistiche che hanno portato uomini e artisti a toccare le vette della fama quasi al pari degli dei, a discapito di altri che nel buio hanno saputo trarne la luce del loro genio, ma non loro stessi.

26 settembre 2016

La pittura pompeiana precorritrice dei tempi


Il sorriso malizioso di una giovane americana, il commento divertito di un ragazzo alla fidanzata che osserva un satiro itifallico o lo sguardo attento di un gruppo di visitatori davanti ad un affresco bucolico di Pompei... Nel Museo Archeologico di Napoli, ma anche in altri musei sparsi nel mondo (per non parlare dell'area di Pompei) queste scene sono famigliari; il fascino dell'Antico giunto fino a noi ci mostra un mondo altro fatto di credenze e costumi scomparsi. Ma al di là di questo aspetto, delle sfumature storiche o delle evocazioni che le didascalie ci possono raccontare con precisione, c'è qualcosa che più di tutto mi ha sconvolto la prima volta che mi sono trovato davanti ad una pittura pompeiana.

9 marzo 2016

Maria Lai: legami, paesaggi, storie e parole


Nata a Ulassai nel 1919, Maria matura la sua passione per l’arte elaborando la solitudine in cui la confina la sua salute troppo cagionevole, il disagio dell’inserimento scolastico e il dolore scaturito dalla perdita precoce dei suoi fratelli. Quello che ne esce però, è tutto fuorché tristezza: l’arte di Maria Lai è un inno alla vita, al lieto fine e alla speranza, che attinge da quelle fiabe e da quelle leggende in cui ama evadere e perdersi e che devono essere raccontate perché, come ha affermato, sono «bozzoli di verità».

18 luglio 2015

Conversazione con Cézanne (Mercure de France: 01/06/1921)

autoritratto Cézanne

Pubblicata presso l'editore parigino «Mercure de France» nel 1921, Conversazione con Cézanne è una deliziosa disquisizione su passato, presente e futuro delle arti figurative intrapreso da due tra i pittori più rappresentativi della loro epoca, Émile Bernard e, appunto, Paul Cézanne. Il dialogo, spesso dai toni critici e provocatori, mette a nudo le peculiarità delle due diverse esperienze pittoriche: da una parte lo studio minuzioso delle opere del passato da riproporre in chiave moderna, tipico di Bernard; dall'altra la volontà di riprodurre la realtà tralasciando qualsiasi influenza scolastica e accademica, fondamento del pensiero di Cézanne. Il breve soggiorno di Bernard a Aix-en-Provence diventa così un pretesto per un confronto con il maestro dell'impressionismo francese, dal quale si evincono affinità e divergenze di punti di vista, spaziando dalla filosofia alla teologia, dall'arte classica al delicato tema della rappresentazione naturale.

11 aprile 2015

Le opere d'arte cancellate dalla storia recente


Gli spaccapietre

Gli spaccapietre di Courbet (1849)

Appare evidente quanto gli eventi storici, le guerre e gli incendi, abbiano devastato città e distrutto opere d'arte di cui rimpiangiamo l'assenza. Uno degli esempi più noti di questa lacerazione è senza dubbio l'incendio della Biblioteca di Alessandria d'Egitto, dove la perdita di migliaia di manoscritti ha cancellato fin troppi tasselli della cultura del passato. Tuttavia su certi eventi storici si è, in un certo qual senso, indulgenti dato che l'importanza di preservare le opere è un concetto acquisito solo in epoca moderna; un po' come per le spoliazioni medievali dei monumenti greci e romani... Ciò che desta rabbia e stupore invece è quando la perdita è avvenuta in epoca moderna per cause accidentali, per conflitti o per mera stupidità umana: proprio come accade oggi in Iraq presso i siti archeologici sumeri.
In questo articolo si mostreranno alcune opere d'arte il cui valore è talmente grande da non poter immaginare il fatto che non esista più nessun originale.

11 febbraio 2015

“I am a sender”: il Fluxus ‘firmato’ Joseph Beuys

Joseph Beuys

La cesura in forma artistica dal mondo di ieri a quello della moderna azione delle arti si compie dopo il 1945. Data singolare e precipua per le sorti storiche e culturali dell'intero mondo, una data di non ritorno per ogni forma culturale che successivamente sarà investita di valori, quesiti e riflessioni più profonde. La data di non ritorno segna idealmente il passaggio forzato ad una modernità tanto agognata, sognata, cercata che contrasta con la violenza e la disumanità dell'obiettivo raggiunto. Essere moderni ed essere schiavi di questo processo, dei mezzi e degli oggetti della modernità è il paradosso che l'arte tende a risolvere con altrettanti mezzi salvifici: l'ironia, una nuova ermeneutica artistica e un occhio sulla realtà capace di penetrarla e in essa leggere la più controversa delle opere dopo il 1945, ossia il rapporto dell'uomo con i suoi oggetti nello spazio di questa modernità.


16 giugno 2014

Interpretazione “scientifica” di un quadro di Pollock


Pollock

In una mia recente visita al Museum of Modern Art di New York (MOMA), famoso per l'esposizione delle Demoiselles d'Avignon di Picasso e della Notte stellata di van Gogh, a parte gli altri capolavori, sono rimasto folgorato soprattutto da un quadro di Jackson Pollock One: number 31. In questo articolo infatti vorrei soffermarmi proprio su questa tela, perché tra tutte è stata in grado di stimolare diverse considerazioni che precedentemente non avevo immaginato e che vorrei condividere con i lettori di Elapsus.

1 agosto 2013

I minuti che riportano alla scelta: lo shock di Marina Abramović e Gillian Wearing

Marina Abramović   Gillian Wearing
Marina Abramović   Gillian Wearing

Venute al mondo per smuovere le nostre coscienze attraverso lo shock artistico, Marina Abramović - classe 1946, di Belgrado – e Gillian Wearing – 1963, Birmingham – sono due artiste equidistanti di uno stesso piano orizzontale. Simbolo di una società mutata troppo in fretta, i contorni amorfi, liquidi – per riprendere la fortunata definizione del sociologo Bauman – e a tratti horror di una modernità mutilata, spiccano nelle loro opere per contrastare la ferma (finta) mobilità di esistenze in fuga eppure inscatolate. 

27 giugno 2013

Il mondo fluttuante delle stampe giapponesi (ukiyo-e)

altUkiyo-e di Toyohara Chikanobu

Una delle forme d'arte che ha reso celebre la vita e i paesaggi giapponesi sono senza ombra di dubbio gli ukiyo-e, le stampe giapponesi. Questa modalità espressiva nata in epoca Edo, cioè dal 1600, ha conosciuto un rapido sviluppo in tutto il paese per giungere poi in Europa dove ha influenzato la pittura degli impressionisti prima e l'art nouveau poi.


9 marzo 2013

PartendoDaZeroProject: artisti di tutto il mondo unitevi!

Ne Il sistema dell'arte contemporanea, Francesco Poli afferma:

Il numero delle gallerie che sono tali di nome (non avendo alcuna importanza all'interno del vero mercato) è dappertutto abbastanza consistente. [...] La principale attività dei gestori di queste gallerie è quella di organizzare mostre personali o collettive a pagamento. Un lavoro di questo tipo non richiede, per funzionare, che un locale adatto. Non è necessaria, infatti, nessuna competenza artistica da parte del gallerista, [...] il costo della mostra in posti del genere, per un artista, varia a seconda della collocazione della galleria, dell'ampiezza e del lusso delle sale, delle spese per il catalogo e la pubblicità, e della durata della mostra (mai più di un mese). [...] Il suo unico interesse è attirare il maggior numero di partecipanti, tutti di mediocre livello, essendo, ovviamente, l'iscrizione a pagamento.

È ormai piuttosto frequente, per un giovane artista, ricevere inviti di questo tipo da parte di gallerie più o meno quotate. Devo ammettere che anche nella mia casella di posta elettronica sono finite spesso sgradevoli convocazioni ad eventi analoghi. L'ultima, rappresentativa dell'irritazione collettiva dei numerosi utenti contattati, recava la risposta di uno di questi: anche se dall'evento in questione fosse derivato un guadagno di 700 euro – scriveva l'interlocutore - di certo non ne avrebbe dati 500 ad una galleria che non si curava nemmeno di mettere in copia carbone gli indirizzi degli altri artisti. La superficialità che ha portato a commettere il clamoroso errore, è stata forse l'ultima goccia per un artista che, come molti altri, non sarà magari il novello Cattelan, ma nel proprio lavoro ci crede.

27 dicembre 2012

L'Urban Art di Massimo Mion


Big bad wolf di Massimo Mion
Big bad wolf di Massimo Mion

L'Urban Art nasce negli Stati Uniti agli inizi degli anni Settanta da un fenomeno artistico denominato Graffitismo che continua ancora oggi ad essere uno degli aspetti più caratteristici delle aree metropolitane di tutto il mondo.
Le rappresentazioni iniziali non sono altro che delle scritte, delle tag, ovvero le firme degli autori o delle crew che per un bisogno di autoaffermazione o di protesta decidono di rivendicare un diritto o un'area d'appartenenza nei ghetti newyorkesi.
Ben presto quest'arte si trasforma in un fenomeno alla moda, da seguire ed imitare e mentre alcuni, ancora oggi, continuano a considerarla solo una forma di vandalismo, l'Urban Art riceve consensi da parte di critici e intellettuali che vedono in questi disegni un'originale forma d'arte portatrice di grandi contenuti sociali.
Keith Haring, Jean Michel Basquiat, Banksy, sono solo alcuni dei nomi più celebri che hanno fatto e che continuano a fare dell'arte di strada un vero e proprio manifesto alla libertà d'espressione.

13 dicembre 2012

Le pittrici del Seicento

Uomo offre dei soldi a una giovane donna di Judith Leyster
Uomo offre dei soldi a una giovane donna (1631) di Judith Leyster

Il Seicento è un secolo dove la possibilità di esprimersi attraverso l'arte da parte delle donne comincia timidamente a divenire realtà. Sono soprattutto i paesi protestanti a concedere più spazi, con ruoli e possibilità espressive di primo piano del tutto sorprendenti per l'epoca. Nei paesi cattolici invece la donna è costretta a superare molti più ostacoli, ma non per questo l'espressività ne è ridimensionata.
Le vite e le vicende delle pittrici di quest'epoca sono in molti casi avvincenti e curiose, e permettono di scoprire una storia dell'arte fin troppo trascurata. 


8 agosto 2012

La vita di Rosalba Carriera in un romanzo storico, intervista all'autrice


Autoritratto di Rosalba Carriera
Autoritratto di Rosalba Carriera (1715)

Tra i tanti artisti che la storia dimentica c'è da annoverare sicuramente Rosalba Carriera pittrice vissuta tra il 1673 e il 1757 e profondamente legata alla città di Venezia. Amica del famoso pittore Antoine Watteau e apprezzata ritrattista, la sua vita ha attratto l'interesse della scrittrice Valentina Casarotto che ha pubblicato il romanzo Il segreto nello sguardo - Memorie di Rosalba Carriera prima pittrice d'Europa. Di seguito la nostra intervista.


22 febbraio 2012

Le pittrici del Rinascimento

Tre bambini con cane (1570-1590) di Sofonisba Anguissola
Tre bambini con cane (1570-1590) di Sofonisba Anguissola

C’è una storia dell’arte che non si racconta, una storia oscurata da preconcetti e da un secolare maschilismo della cultura. C’è una storia che vede le donne come muse ispiratrici, mere rappresentazioni sensuali e veneri immortali, ma v’è anche una storia che le vede protagoniste nel ruolo inconsueto di pittrici… 
Per quanto sin dall’epoca medievale vi sia traccia di donne dedite alle varie forme di espressione d’arte è nel Rinascimento che il loro valore comincia ad emergere, con storie a volte sorprendenti.


2 ottobre 2011

Intervista a Graziano Cecchini

Graziano Cecchini

L’imprevedibile Graziano Cecchini, classe 1953, ha un solo obiettivo: risvegliare le coscienze degli uomini verso l’azione e la critica.
I suoi primi gesti eclatanti risalgono all’ottobre del 2007 quando versa del colorante rosso nella Fontana di Trevi e nel gennaio del 2008 lasciando cadere 500mila palline colorate dalla scalinata di Trinità dei Monti verso Piazza di Spagna.
Pochi mesi fa il suo ultimo blitz futurista in Piazza della Repubblica, sempre a Roma, questa volta l’obiettivo è la Fontana delle Naiadi (fontana realizzata da Mario Rutelli bisnonno di Francesco Rutelli, ex sindaco di Roma), ne tinge l’acqua di rosso, bianco e verde e posizionando un busto di donna in gesso con dei rubinetti al posto dei seni, grida: «IO NON CI STO perché la cultura, così come l’acqua, è di TUTTI e DI TUTTI deve restare!»
Cecchini, artista anticonvenzionale, come ama definirsi, è sempre in prima linea contro l’ arroganza del potere e in attesa di una sua nuova irriverente performance attraverso questa intervista cerchiamo di conoscere meglio chi è questo futurista del terzo millennio.


24 marzo 2011

Il volto del domani, le facce dell’oggi


The face of tomorrow

Il linguista settecentesco Melchiorre Cesarotti, già traduttore di Omero e di Ossian, nel suo saggio Sulla filosofia delle lingue introduce il concetto di Genio, inteso come il carattere originario e tipico di un popolo. L’intellettuale affronta questo argomento per contrattaccare le tesi dei cosiddetti “puristi” del linguaggio, i quali rifiutano categoricamente la possibilità che nella lingua italiana possano entrare parole straniere. Secondo loro, infatti, l’uso di qualsiasi termine alloglotto corromperebbe irrimediabilmente il nostro idioma.
Il ragionamento del linguista padovano si basa sul fatto che ogni lingua, così come ogni popolo, ha delle caratteristiche proprie che lo rendono unico e riconoscibile. Per genio, quindi, possiamo intendere l’inclinazione naturale di una determinata cultura, la sua indole, il suo spirito o, insieme, le sue caratteristiche più intime.
Ma come mai parto da così lontano, da considerazioni forse troppo erudite e, in apparenza, per niente pertinenti? Perché, guardando le immagini di The face of tomorrow, mi è venuto in mente proprio Cesarotti e il suo Genio. Face of tomorrow è un progetto open source che si basa sul morphing, ovvero la creazione di compositi facciali generati dalla sovrapposizione di immagini che vengono interfacciate via software in base ad alcuni punti notevoli, come il profilo degli occhi, del naso e così via. Pioniera di questa tecnica è un’artista americana, Nancy Burson, che ha sviluppato software usati anche dalla polizia per il riconoscimento e il ritrovamento di bambini rapiti.