3 giugno 2013

Il sorriso dell'ignoto marinaio - Vincenzo Consolo


Antonello da Messina

E ora si scorgeva la grande isola. I fani sulle torri della costa erano rossi e verdi, vacillavano e languivano, riapparivano vivaci. Il bastimento aveva smesso di rullare man mano che s'inoltrava dentro il golfo. Nel canale, tra Tìndari e Vulcano, le onde sollevate dal vento di scirocco l'avevano squassato d'ogni parte. Per tutta la notte il Mandralisca, in piedi vicino alla murata di prora, non aveva sentito che fragore d'acque, cigolii, vele sferzate e un rantolo che si avvicinava e allontanava a seconda del vento.

"Non posso dire come Calvino, nella prefazione del 1964 al Sentiero dei nidi di ragno, 'Questo romanzo è il primo che ho scritto' poiché Il sorriso dell'ignoto marinaio è per me il secondo, avendo già pubblicato anni avanti il mio, in qualche modo, 'Sentiero', nato certo in ben diverso terreno e in più diverso clima, di esito certo non comparabile, primo romanzo in ogni modo di iniziazione o formazione, La ferita dell'aprile. Secondo romanzo dunque, 'Il sorriso', che è, come sa ogni scrittore, più rischioso forse del primo, poiché consumate esperienza, urgenza, innocenza, libertà, dovrebbe segnare il superamento d'una esposta adolescenza, impostare la voce, confermare la fisionomia dell'autore, determinarne il futuro". (Vincenzo Consolo)

Il testo è tratto dal blog di Emiliano E Zammitti Via degl'incipit

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