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30 ottobre 2014

Il Tao della fisica - Fritjof Capra (Saggio - 1975)

Il Tao della fisica
«Nella concezione orientale, quindi, come in quella della fisica moderna, ogni cosa dell'universo è connessa a ogni altra cosa e nessuna sua parte è fondamentale. Le proprietà di una parte qualsiasi non sono determinate da qualche legge fondamentale, ma dalle proprietà di tutte le altre parti.»

20 agosto 2014

Il delta di Venere - Anaïs Nin (Racconti - 1969)

Il delta di Venere
Fingendo colpa e vergogna, si gettò contro le ginocchia del frate e piegò la testa come per piangere, ma in realtà il contatto con la nappa l'aveva portata all'orgasmo ed era scossa dai fremiti. Il frate, credendo che fossero dovuti al senso di colpa e di vergogna, la prese tra le braccia, la fece alzare dalla sua posizione in ginocchio, e la confortò.
Scritti su commissione, i racconti erotici di Anaïs Nin narrano di seduttori, donne lascive, prostitute, preti morbosi, ragazzini curiosi, ermafroditi; un carosello di amori incestuosi, pedofili, omosessuali, necrofili.

27 maggio 2014

Il capitano è fuori a pranzo - Charles Bukowski (Diario - 1998)

Bukowsky il capitano è fuori a pranzo
Nella morte non c'è niente di triste, non più di quanto ce ne sia nello sbocciare di un fiore. La cosa terribile non è la morte, ma le vite che la gente vive o non vive fino alla morte. Non fanno onore alla propria vita, la pisciano via. La cagano fuori. Muti idioti. Troppo presi a scopare, film, soldi, famiglia, scopare. Hanno la testa piena di ovatta. Mandano giù Dio senza pensare, mandano giù la patria senza pensare. Dopo un po' dimenticano anche come si fa a pensare, lasciano che siano gli altri a pensare per loro. Hanno il cervello imbottito di ovatta. Sono brutti, parlano male, camminano male. Gli suoni la grande musica dei secoli ma loro non sentono. Per molti la morte è una formalità. C'è rimasto ben poco che possa morire.
Tra la fine dell'estate del 1991 e l'inverno del 1993, mentre aspettava la morte, Bukowski scrisse questo sincero e intimo diario. Vi troviamo uno scrittore che cerca serenità, solitudine (che sente anche quando si trova sommerso nella folla degli ippodromi), che non vuole essere disturbato e che sbudella contro il mondo, poeti, pensatori, lettori, tutto il suo astio, la sua burbera misantropia. Ogni pretesto è buono per riflettere sulla vita, sul mondo, sull’onnipresente morte; bastano una corsa, i fari di un'auto, una visita, un ricordo, il suo mitizzato computer, le unghie dei piedi ad accenderlo, illuminarlo nella buia notte dell’esistenza. Nessun rammarico, nessun rimorso in queste pagine; anche se l'idea di abbandonare il mondo, la vita come la intese lui, la scrittura, la moglie, da qualche parte lo fa vacillare.

18 marzo 2014

L'Agnese va a morire - Renata Viganò (Romanzo - 1949)

L'Agnese va a morire - Renata Viganò
Sognò di andare a tirar giù l'impiccato. Si rammentava di non aver potuto vedergli la faccia. Adesso che era disteso in terra, si chinò per sapere chi era: riconobbe Palita, vivo, che si tolse la corda dal collo, e sembrava che stesse benissimo. Subito lui l'abbracciò; parlava forte, con una bella voce: - Sono venuto per dirti che sei una brava moglie e una brava compagna. Va' pure avanti così senza paura. Non ti succederà niente, a te e agli altri. Sono contento che tu lo sappia che cosa mi hanno fatto i tedeschi.

7 febbraio 2014

La natura - Tito Lucrezio Caro (Poema - I sec. a. C.)

La natura - Tito Lucrezio Caro
E quand'anche il tempo raccogliesse la nostra materia dopo la morte e di nuovo la disponesse nell'assetto in cui si trova ora e a noi fosse ridata la luce della vita, tuttavia neppure questo evento ci riguarderebbe minimamente, una volta che fosse interrotta la continuità della nostra coscienza.
Sei libri di fuoco, eccellenti per stile e filosofia professata; un omaggio alle dottrine di Epicuro, presumibilmente il più grande filosofo dell'antichità. Lucrezio, riponendo fiducia nei sensi, scagliandosi contro le superstizioni religiose, scrive un’opera inattuale, umanista, illuminista, materialista. Liberato da qualunque peso superstizioso, coglie il mondo sotto una nuova luce e solo allora può permettersi di iniziare a discutere sull’universo, sulla natura, e a scoprire che è la materia composta di atomi l’unico sostrato della natura. Nell’elogio dei sensi, l’atomismo, il materialismo, il meccanicismo trovano ragione d’essere e ogni cosa trova il suo ordine, la sua geometria, il suo significato. E la conoscenza della natura può divenire strumento per raggiungere la felicità; la gnoseologia per l'etica. Lo scopo della scienza sarà perciò quello di raggiungere l'atarassia, l'imperturbabilità dell’animo, afflitto e stanco dal fardello dell’ignoranza e delle credenze che incutono terrore e allontanano l’uomo dalla serenità. È dunque un libro che descrive ciò che è e, allo stesso tempo, descrive ciò che dovrebbe essere…

13 dicembre 2013

Piccole scene amorose - Pierre Louÿs (Racconti - 1927)

Piccole scene amorose

"Sei proprio gentile, Simone, a ospitarmi nel tuo letto... Ma non vorrei scandalizzarti"."E come?"."Non posso addormentarmi senza... senza..."."Ah! sei stata proprio cortese a dirmelo. Io l'avrei fatto senza confessartelo"."Ah! tu pure?... Ma tutto il letto trema, sappilo, quando io lo faccio. Per questo ho preferito avvertirti...".
Se volete eccitarvi, nel vero senso della parola, non potete non leggere questa spassosissima raccolta di scenette dialogiche a sfondo libidinoso. Brevissime e veloci scene; in poche battute sono descritti amori lesbici, confidenze erotiche, giochi onanistici a bizzeffe, ménage à trois, immaginazioni, desideri, voluttà, carnalità... Sono quasi unicamente donne le protagoniste che si raccontano, senza pudicizia, senza pregiudizi. Ma non tutto è innocente e gustabile: sono infatti raccontate storie estreme, spesso incestuose, di coprofagia, persino di pedofilia che non hanno nulla di eccitante e provocante.

4 ottobre 2013

Il castello di Crowley - Elizabeth Gaskell (Racconto - 1863)

Il castello di Crowley
L'amore era da lungo tempo scomparso dall'abitazione di quella coppia: un'abitazione, non una casa, persino nei giorni migliori. L'amore era uscito dalla finestra, prima ancora che la povertà entrasse dalla porta: eppure quella spietata ospite, che non tarda a scovare un giocatore poco raccomandabile, era arrivata.
Una visita a un castello normanno in rovina, edere che ne ricoprono le mura, boschi, un ponte su un fossato asciutto, un cimitero semi abbandonato, un vecchio custode testimone di una decadente storia: inizia in questo modo il racconto della scrittrice inglese, un invitante impasto di topos del ghost-story ottocentesco. Eppure questi elementi sono solo pretesti che danno alla narratrice l'occasione di riportare il racconto del vecchio guardiano sulla sfortunata Theresa Crowley. Promessa sposa a un brillante cugino, Duke, Theresa gli mostra sin dall'infanzia una certa indifferenza e così a Bessy, figlia del vicario e amica di giochi e innocenze. Mentre per tre anni il cugino sarà assente per il grand tour in Europa, l'adolescente Theresa si trasferisce a Parigi per crescere in eleganza e raffinatezza. Qui, sedotta dall'opulenza della città e dai modi gentili del conte di Grange, Theresa, di nascosto dal padre, si sposa con il conte; personaggio losco e dissoluto... Ben presto, però, la ragazza si accorgerà della vanità del loro amore e, infelice e con una dote dilapidata, subirà la tristezza che si affaccia prepotente nella sua vita. Nel frattempo il cugino promesso sposo si congiunge con Bessy di cui si era innamorato. Invidia e perfidia sconvolgono Theresa che, dopo la morte per assassinio del marito, ritorna al castello, dal deluso padre che intanto ospitava proprio Bessy e Duke. Anni dopo, morta Bessy per una strana malattia, dopo qualche tempo, finalmente, Theresa e Duke, tra lo smarrimento di amici e parenti, si sposano. Ma i due non saranno felici. Una volta scoperto che Victorine, la sempre fedele domestica di Theresa, era stata l'assassina di Bessy, Duke abbandona il castello e lascia da sola Theresa che morirà di disperazione appena dopo. Si spiega così il perché della rovina del castello di Crowley...

23 giugno 2013

Horror pleni - Gillo Dorfles (Saggio - 2008)

Horror pleni
Il tempo di un Paese e dei suoi abitanti, dunque - nonostante la presunta globalizzazione e gli scambi incessanti tra i popoli - rimane ancora ancorato a quello che è lo stadio evolutivo, piuttosto che alla sua peculiarità etnica. Per cui la concezione temporale non potrà uniformarsi a quella dominante sul pianeta se anche il linguaggio non avrà compiuto una sua lenta, ma inesorabile, evoluzione (o involuzione).
Non esiste uno spazio vuoto. Etere, muri di città, strade: nulla respira. Nella nostra società del consumismo siamo saturi di messaggi, siamo bersagliati da informazioni che spesso non hanno consapevolezza in noi. È un bene tutto ciò? Ecco una delle domande che si pone l'autore di questa raccolta di articoli rielaborati e già pubblicati dal «Corriere della Sera». Viviamo in una società in cui 'la (in)civiltà del rumore', come recita il sottotitolo, è pregnante, assuefacente. Politica, letteratura, arte, moda, siamo assuefatti dalle novità, dall'originalità a tutti i costi e non c'è più spazio per lo stupore. Una pioggia battente e costante che scivola sulla nostra pelle di plastica. L'inquinamento prodotto da notizie-proiettili che non riusciamo a schivare e che ormai ci vedono impermeabili, il rumore fastidioso quanto orripilante che coinvolge tutti i nostri sensi, ecco cosa ci resta di questo bombardamento. 

8 maggio 2013

La volontà di essere felici - Thomas Mann (Racconti - 1896/1905)


La volontà di essere felici
Credere, poter credere al dolore... Ma egli credeva al dolore, così intimamente che, qualsiasi cosa gli accadesse nel dolore, non poteva ritenerla né dannosa né cattiva. Il suo sguardo si posò sul manoscritto e strinse ancora di più le braccia al petto. Il talento stesso non era forse sofferenza?

Quattro racconti in cui l'Italia, la bellezza, la malattia, lo scetticismo sembrano sfondo comune che si interseca con i temi dell'arte come etica, sacrificio, fatica, sudore.

26 febbraio 2013

L'amante - Marguerite Duras (Romanzo - 1984)

L'amante - Marguerite Duras
E la ragazza si era alzata come per andare a uccidersi a sua volta, a buttarsi a sua volta in mare e poi aveva pianto, perché aveva pensato all'uomo di Cholen e tutto a un tratto non era più sicura di non averlo amato, solo che quell'amore non l'aveva visto perché si era perso nella storia come acqua nella sabbia e lei lo ritrovava soltanto ora, nell'istante della musica sul mare.
Romanzo autobiografico, un romanzo di ricordi, una pennellata amara dell'Indocina francese degli anni Trenta. Racconta la passione di un intenso rapporto erotico e d'amore che rivelerà, alla quindicenne protagonista, un distacco dalla famiglia quasi connaturato, dalla madre soprattutto e le consentirà di capire quanto amore e soprattutto quanto odio covava in lei.

15 gennaio 2013

Il ballo - Irène Némirovsky (Racconto - 1930)


Quattordici anni, i seni che premono sotto l'abito stretto da scolara, che feriscono e impacciano il corpo debole, infantile... I piedi grandi e quelle lunghe bacchette con all'estremità due mani arrossate, dalle dita sporche d'inchiostro, che magari un giorno diventeranno le più belle braccia del mondo... Una nuca fragile, capelli corti, incolori, secchi e leggeri...
In questo incalzante e raffinatissimo racconto lungo, Antoinette, una quattordicenne che sin dalle prime pagine si presenta insofferente, si sente soffocata dalla presenza dei genitori. E, nonostante la giovane età, ricorda con ardore i severi rimproveri, seppur lontani nel tempo, impartiti dai genitori alla presenza di altri. Cresce quindi nella giovane, piano piano, ma caricandosi sempre più ferocemente, un sentimento di fastidio, di irrequietezza, che quasi sfocia nell'odio. Antoinette è sognatrice, dall'intelligenza affilata; i genitori invece, diventati ricchi improvvisamente, preoccupati di apparire opulenti più che ricchi di esperienza e di fatica, non riescono a cogliere la sensibilità e i desideri della figlia adolescente. La madre sopratutto, la vera antagonista.

4 dicembre 2012

Fiori italiani - Luigi Meneghello (Romanzo - 1976)



E' stata una lotta, interrotta soltanto per esaurimento di classi scolastiche, una fatica a tratti lacerante, che non ha dato frutti proporzionati. L'Italia è oggi un paese di quaranta o cinquanta anni più recente, più giovane: strano, invece di invecchiare il paese sembra ringiovanire. Ma come ringiovanisce male...

Un libro sull'educazione dunque. Un libro il cui scopo è definire i limiti dell'educazione scolastica, il ruolo dell'educatore e dell'allievo, di ieri e di oggi. Per farlo il testo diventa un romanzo che nella memoria, tema centralissimo dell'autore veneto, raccoglie ricordi e pensieri, e come fiori del passato li trapianta in nuovi vasi. Quelli raccontati sono gli anni delle medie, del liceo, dell'università negli anni Trenta, assorbiti in un sistema ideologicamente ben definito.

5 novembre 2012

Madame Edwarda - Georges Bataille (Racconto - 1941)

Madame Edwarda

I movimenti scomposti l'avevano denudata fino al pube: la sua nudità, ora, aveva l'assenza di senso e al tempo stesso l'eccesso di senso di un abito funebre. La cosa più strana - e la più angosciosa - era il silenzio in cui Madame Edwarda rimaneva chiusa: dalla sua sofferenza, non c'era più comunicazione possibile e io mi facevo risucchiare in quella mancanza di vie d'uscita - in quella notte del cuore, non meno deserta né meno ostile del cielo vuoto. Il suo corpo guizzante come un pesce, l'ignobile rabbia espressa dal suo viso cattivo, calcinavano in me la vita e la sbriciolavano fino alla nausea.

22 ottobre 2012

Dostoevskij e l'uccisione del padre - Sigmund Freud (Saggio - 1928)

Dostoevskij e l'uccisione del padre


Ora tu sei il padre, ma il padre morto; il meccanismo abituale dei sintomi isterici. E dunque: ora il padre ti uccide. Per l'Io il sintomo di morte è un soddisfacimento della fantasia del desiderio maschile e, al tempo stesso, un soddisfacimento masochistico; per il Super-io un soddisfacimento punitivo, ovvero un soddisfacimento sadico. Entrambi, Io e Super-io, continuano a recitare la parte del padre.
In questo breve saggio Freud non discute sul Dostoevskij artista; lo paragona a Shakespeare ed è lampante che sia un autore che ama. L'analisi invece inizia quando Freud si concentra sul non apprezzato Dostoevskij moralista, l'uomo che aspira alla santità, che si sente vicino a Cristo e a un'idea di liberazione dell'uomo inumana. Lo scrittore peccherebbe, infatti, della mancata rinuncia del peccato in modo da non pentirsi un attimo dopo. Un moralista dunque che vive imbevuto di sensi di colpa; che è sadico e masochista al contempo. Ambivalenza quest'ultima che farebbe di Dostoevskij un nevrotico. E l'epilessia, manifestata violentemente quando morì il padre, ne sarebbe solo il sintomo. Freud vede, inoltre, una disposizione inaccettabilmente bisessuale che rafforzerebbe ancora di più la nevrosi. Ecco quindi spiegate le manie dello scrittore russo, le sue difficoltà relazionali, il vizio ossessivo e punitivo per il gioco.

13 settembre 2012

L'anno della vittoria - Mario Rigoni Stern (Romanzo - 1985)

trilogia dell'altipiano


Si avvicinò al focolare, aprì la cenere e mise a nudo alcune braci, ravvivò il fuoco e si fermò immobile, in piedi, a guardare le fiamme e le faville che salivano su per la cappa nera. Silenziosamente incominciò a piangere, sentiva che con quel fuoco e con quelle lacrime finiva anche la sua giovinezza.
Il secondo capitolo della Trilogia dell'altipiano, che possiamo dividere in due parti, inizia con una veloce descrizione dell'ultimo bombardamento sui monti del '18, con un delizioso richiamo a Tönle, con il ricordo della fuga dei civili verso la pianura nel '16. Tönle, il cui richiamo lungo tutto il romanzo evoca tenerezza e affetto, è appena morto, ma il suo spirito rinasce in Matteo. È quest'ultimo, infatti, il protagonista della storia, un adolescente cresciuto in fretta, segnato dalla guerra, che ha lo stesso animo di Tönle, la sua stessa forza, la stessa passione per la vita. Di ritorno nel suo Altipiano, il giovane si misura con la distruzione che la stupidità umana ha prodotto, ma si confronta anche con la malattia e la morte che l'epidemia di spagnola porterà nella sua famiglia. La straziante pagina della morte di Orsola colpita dalla febbre, la sorella più piccola di Matteo, una nuova Cecilia di manzoniana memoria, è tra le più belle dell'intero romanzo. Straordinario nella sua fugacità anche il ricordo ovattato di Caterina, una bambina anch'essa rapita dalla febbre.

30 agosto 2012

Donna Mimma - Luigi Pirandello (Racconti - 1925)

novelle per un anno

E ve ne liberate, voi, almeno di quest'orribile ingombro materiale, andando a lasciare i vostri morti al camposanto. Sarà una pena, sarà un fastidio; ma poi vedete sciogliersi il mortorio, calare il feretro nella fossa; là, e addio. Finito.
Vi sembra poca fortuna?
 
Non pochi dei racconti di questa raccolta hanno le sembianze della favola, della storia con una morale di fondo. Morale amara però, con un retrogusto di pessimismo e relativismo che desola, che rattrista. L'invidia, il contrasto tra l'antico e il moderno, le astuzie della ragione che sbriciolano le maschere e le ipocrisie fissate da false certezze, l'assurdità che spesso riesce a vincere, sono i temi portanti che si possono cogliere. I personaggi sono tutti sofferenti, che si dolgono per i dolori dell'esistenza generati dall'invidia, dalla gelosia, dalla relatività dei punti di vista.

11 luglio 2012

Storia di Tönle - Mario Rigoni Stern (Romanzo - 1978)

Trilogia dell'altipiano

Ma Tönle Bintarn pascolava le sue pecore fuori da tutto ciò; sovente, nella sua solitudine, gli veniva da pensare a quanto gli aveva raccontato il carbonaio e a quanto gli aveva insegnato la vita; e forse riusciva a vedere le cose e i fatti che stavano accadendo in un vasto panorama storico - la solitudine, la montagna? - che ai più forse sfuggiva perché immersi dentro.
Primo capitolo della Trilogia dell'altipiano, è la storia di Tönle Bintarn, bracconiere e pastore, che, ferito una guardia regia, è costretto a fuggire tra le montagne dell'Altipiano di Asiago. Siamo dunque nel 1866, quando il Veneto fu coinvolto nel terzo conflitto d'indipendenza del Regno d'Italia. Le vicende si susseguono tra viaggi in cerca di lavoro, incontri nascosti con i familiari, gli anni che passano, la neve e il freddo che si fanno coprotagoniste, un'amnistia che arriva solo una quarantina d'anni dopo, una solitudine vissuta nell'anonimato. Gli eventi si accavallano, si addensano velocemente, novecentescamente; non c'è troppa meditazione sugli episodi, sono essi stessi che comandano il racconto. Tönle non disprezza la solitudine, ama il suo gregge (ed è spontaneo che venga in mente il pastore leopardiano), il distacco dalle necessità, e, seppur informato, non ha alcuna intenzione di essere coinvolto dai fatti che la storia umana ci consegna. Vuole essere solo uno spettatore. Però, per futili motivi, è considerato un traditore e la Grande Guerra lo coinvolgerà nella sua stupidità. Ormai anziano è catturato dagli austriaci, ma riesce a ottenere la libertà. Inizia allora il lungo viaggio del ritorno nella sua terra, nella sua casa. Una terra e una casa che troverà distrutte e che, nella rassegnazione, porteranno Tönle, una sera di Natale, a pensare alle tranquillità del passato, mentre la morte improvvisa lo coglie subitanea.

16 giugno 2012

Critica della tolleranza - Herbert Marcuse (Saggio - 1967)

Critica della tolleranza

Ma la società non può esser priva di discriminazioni dove la pacificazione dell'esistenza, la libertà e la felicità stesse sono in pericolo: qui, alcune cose non possono venir dette, alcune idee non possono venire espresse, alcune politiche non possono esser proposte, alcuni comportamenti non possono esser permessi senza fare della tolleranza uno strumento per la continuazione della schiavitù.
La tolleranza: ormai da qualche secolo tema sempre attuale.

27 maggio 2012

La marchesa di O..., Michael Kohlhaas - Heinrich Wilhelm von Kleist (Racconti - 1808/1810)

La marchesa di O..., Michael Kohlhaas
Sulle rive della Havel, verso la metà del sedicesimo secolo, viveva un mercante di cavalli di nome Michael Kohlhaas, figlio di un maestro di scuola, uno degli uomini più giusti e insieme più terribili del suo tempo.
Iniziamo col dire che quest'ultima è stata una lettura lagnosa, quasi irritante direi. Del romantico tedesco, e in particolare del romanticismo tedesco in generale - filosofico e letterario -, non ho molta stima. La mia ammirazione nei loro riguardi è pressoché trascurabile. E questi racconti, di certo, non hanno contribuito ad aumentarla.

27 aprile 2012

Minima moralia - Theodor Wiesengrund Adorno (Saggio - 1951)

Minima moralia

La negazione della verità oggettiva attraverso il ricorso al soggetto include la negazione di quest'ultimo: non resta più nessuna misura per la misura di tutte le cose, che cade in balìa della contingenza e si trasforma in falsità. Ma tutto ciò rinvia al processo reale di vita della società.
Scritto tra il '44 e il '47 del secolo scorso, è un libro di pensieri e aforismi (153 per l'esattezza) sull'etica e sull'estetica. Già il sottotitolo, Meditazioni della vita offesa, ci annuncia il disagio dell'uomo che ha subito la guerra, che subisce la tecnologia e il brutto. Se vogliamo, possiamo pensare al libro come a un invito alla riflessione sull'impegno politico, più nello specifico al ruolo che l'arte potrebbe avere sull'etica: l'estetica al servizio, a guida della politica. Ma nel prendere sul serio l'assoluto, il bello, l'arte, occorre prima di ogni cosa riconoscere che Hegel si sbagliava (e ciò non è difficile) e ribaltarlo considerando il tutto come falsità. Quindi è la critica delle apparenze, il rovesciamento di tesi e antitesi per una sintesi nell'idea della falsità, che ci dà il fondamento di tutto. Ecco perché credo sia un libro, oggi contraddittoriamente dal forte sapore reazionario, sul dovrebbe essere. L'incipit di tutto dovrebbe essere l'individuo, ma la cultura di massa e il kitsch non permettono una piena realizzazione dell'uomo.