12 dicembre 2018

L'epopea di Riccardo Giacconi

Riccardo Giacconi

Sembra essere passata decisamente sotto tono la morte del premio Nobel Riccardo Giacconi, forse perché lontano dall'Italia da troppo tempo, o forse perché la scienza (a meno di non considerare scienziati pop) non mantiene troppo appeal. Eppure la sua vita si situa in ricerche e tentativi che sembrano ricordi di un'epoca d'oro della prima astronautica.

Egli è uno dei padri dell'astronomia a raggi X, lo abbiamo raccontato qualche anno fa in un articolo tra quelle pagine. Grazie a uomini come Giacconi adesso l'astronomia è multi spettro e non osserva solo nel visibile. L'apporto dell'osservazione X ha prodotto scoperte importanti e il lancio del satellite-telescopio Chandra a tutt'oggi, dopo quasi vent'anni ancora in orbita e funzionante. dicevamo dell'epoca d'oro dell'astronautica perché le sue prime imprese si situano nel dopoguerra quando nessuno immaginava che il sole potesse emettere raggi X e che la stessa cosa avvenisse per gli oggetti dello spazio. 

Nella lunga intervista del 2012 che ripercorre la vita e le imprese di Giacconi, colpiscono due cose. Da un lato la critica che egli fa al sistema italiano atto a stroncare ogni iniziativa scientifica, specie in seno alle istituzioni che sembrano "tifare affinché la tua impresa fallisca". Dall'altro una critica all'odierna gestione della scienza spaziale e delle competenze mal gestite dal management americano, impegnato da troppi anni col Webb telescope i cui costi sono aumentati in maniera esorbitante (e il suo ambito di osservazione è il visibile). Per fare un paragone con l'Italia (siamo circa al minuto 48:30) egli dice che è come se si volesse far sviluppare una compagnia aerea e si desse la gestione alle Ferrovie dello Stato. Ogni allusione alle vicende attuali sembra persino comica!


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