7 giugno 2025

Lo stereotipo della zitella in letteratura: Miss Marple e la rivoluzione di Agatha Christie

Nel 1930, dalla penna di Agatha Christie, nasce Miss Marple, la prima donna detective, non coniugata, che assurge al ruolo di protagonista di un testo letterario di genere investigativo. Ma facciamo un passo indietro, prima di Miss Marple la zitella ha un ruolo marginale e molto caratterizzato che si esemplifica in due macro categorie: la zitella tirchia, impicciona, anaffettiva e la zitella ingenua smaniosa di trovare marito. 

Alla prima categoria appartiene Ferdinanda Uzeda,  ovvero la “zitellona”,  così definita dall’autore Federico De Roberto nel romanzo I Viceré. Ferdinanda viene descritta nei suoi tratti peculiari:  

La zitellona contava allora trentotto anni, ma ne dimostrava cinquanta; né in età più fresca aveva mai posseduto le grazie del suo sesso. Destinata a restar nubile per non portar via nulla del patrimonio riserbato al fratello principe. Non era parsa mai donna, né di corpo né d’anima. Quando, bambina, le sue compagne parlavano di vesti e di svaghi, ella enumerava i feudi di casa Francalanza. Asciutta e verde come un aglio, la zitellona pareva sfidare il tempo, solo le mani si coprivano di rughe e si indurivano a contar denari.

In questo caso ci troviamo di fronte ad uno scontato stereotipo della zitella utilizzata come personaggio comico intriso di luoghi comuni, al limite del caricaturale. 

Il secondo grande filone letterario è qui rappresentato dal romanzo La signorina Cormon, titolo in francese La vieille fille, letteralmente Celibato o La zitella, pubblicato da Honoré de Balzac nel 1836.
È la storia di una ricca provinciale, non più giovane ma piena di desideri, che vuol prendere marito; indecisa tra due pretendenti, un nobiluomo squattrinato e un borghese grossolano, sceglie il secondo che si rivelerà una scelta sbagliata. Esiste anche un terzo pretendente, uomo sinceramente innamorato della signorina, il giovane Athanase Granson che morirà suicida per amore.
Balzac ricorre spesso al doppio senso, all’allusione, all’ammiccamento e ne descrive la caratteristica principale:

la signorina Cormon aveva uno smodato e legittimo desiderio di marito.

Nel testo di Balzac la figura della protagonista risulta poco aderente alla psiche e al comportamento del genere di appartenenza. Nonostante il romanzo goda di un’impeccabile forma, che dimostra un’indiscutibile padronanza del mestiere di scrittore, la sostanza, nel tratteggio psicologico del personaggio, rivela una stereotipizzazione che non gli rende giustizia, ma bensì ne evidenzia una ricerca della facile risata. L’utilizzo di un linguaggio intriso di allusioni e doppi sensi è un retaggio più maschile che femminile, difficilmente una donna usa tale forma di comunicazione.
Per quanto zitella e attempata, la Cormon è sicuramente mossa da ben altre motivazioni che partono dal cervello. Pur comprendendo l’intento grottesco dell’autore, che ha plasmato il personaggio in modo da suscitare nel lettore precise reazioni, possiamo dedurre che Balzac non abbia voluto esplorato l’universo femminile, ma solo delinearlo in superficie per poter raggiungere determinati obiettivi.

Dopo aver preso in esame il personaggio della zitella ridotta a caricatura di se stessa, sacrificata dagli autori per provocare nel lettore una smorfia di ilarità, ecco che una scrittrice inglese decide di cambiare le carte in tavola e di affidare ad una donna non maritata, per di più anziana, il ruolo di protagonista, scardinando tutti i cliché fin d’ora utilizzati per descrivere tale figura. Nel 1932 Agatha Christie pubblica una raccolta di racconti dal titolo Miss Marple e i tredici problemi

I racconti sono ambientati nel villaggio di St Mary Mead in casa di Miss Marple dove suo nipote Raymond West, rivolgendosi agli altri commensali chiede loro di raccontare storie di delitti irrisolti e di cercare di risolverli. Tutti gli invitati sembrano scordarsi della mite Miss Marple. Ben presto dovranno ricredersi, in quanto sarà sempre lei a fornire la soluzione giusta ad ogni mistero.
L’autrice ci fornisce una descrizione della Marple e si esprime in questi termini:

Un vestito di broccato nero, molto schiacciato intorno alla vita. Un pizzo Mechlin era posto a fiocco sulla parte anteriore del corpetto. Indossava guanti di pizzo nero e una cuffia di pizzo nero sormontato da masse ammucchiate di capelli di color neve. Stava lavorando a maglia, qualcosa di bianco, morbido e lanoso. Aveva occhi azzurri benigni e gentili, osservò il nipote e gli ospiti con dolce piacere. 

Miss Marple vive nei pressi del vicariato locale, ma il luogo dove maggiormente ama stare è il giardino. Lei stessa ammette che: 

Vivendo così soli, in una parte del mondo quasi remota, è necessario avere un passatempo. Ci si può occupare naturalmente dei lavori a maglia, delle ragazze esploratrici, delle opere di beneficenza, come ci si può divertire a dipingere dei bozzetti, ma il mio passatempo è sempre stato La Natura Umana. Così varia e così affascinante! E naturalmente in un piccolo villaggio, senza altre distrazioni, non manca il modo di approfondire questo studio. 

Degne di nota sono le trasposizioni televisive delle avventure della nostra acuta detective che è stata interpretata da molte attrici, si citano in particolare: Margareth Rutherford e Angela Lansbury, l’intramontabile interprete di Jessica Fletcher nella serie televisiva la Signora in giallo

È interessante rilevare che nei paesi anglosassoni il personaggio della zitella acquista maggiore dignità, oltre a Miss Marple, non possiamo dimenticare una irresistibile Mary Poppins e una travolgente Tata Matilda, due libri di successo che sono diventati dei film, dove delle zitelle magiche si destreggiano con originalità ed intelligenza, risolvendo problemi di ogni tipo, senza essere perennemente ossessionate dal matrimonio.

Basta un attimo per inciampare nuovamente nella banalità. Si prospetta un ritorno alle origini con Il Diario di Bridget Jones, pubblicato nel 1995 da Helen Fielding. In questo libro ritroviamo la protagonista che cerca disperatamente di accasarsi, avendo come sua unica ragione di vita la ricerca di un compagno. Cambia la terminologia: da zitella a single ma la sostanza è la stessa di centocinquantanove anni fa. Bridget Jones è la novella signorina Cormon che, con linguaggio aggiornato, ne ripropone i tratti salienti. 

Ma non facciamoci prendere dallo sconforto e cerchiamo nel  mondo del fumetto, che potrà fornirci un punto di vista differente. Nella trasposizione cinematografica prendono vita personaggi come Catwoman e Wonder Woman: eroine forti, indipendenti, belle, impegnate a combattere il nemico. La novella amazzone Wonder Woman e la donna gatto Catwoman, ci fanno ben sperare che il personaggio della donna sola possa essere rappresentato con successo, senza farla inciampare nei soliti stereotipi. Ben venga il vagare notturno e solitario di Catwoman sui tetti della città e ben venga l’acume investigativo di una vecchia signora come Miss Marple che, nonostante sia perennemente sottovalutata da tutti, riesce a risolvere casi intricati con il suo spirito di osservazione. 

La scrittura è figlia dei tempi e del periodo storico in cui viene esercitata, quindi è d’obbligo chiederci cosa è cambiato dal 1836 ad oggi. Certi personaggi femminili vengono posti in secondo piano, oppure resi in forma caricaturale all’interno del tessuto narrativo. Ma se guardiamo oltre e cerchiamo altrove, possiamo incontrare Agatha Christie che ci illumina con la sua rivoluzione letteraria, inventando il primo detective donna, zitella ed anziana. 

Un cambiamento che parte da Miss Marple: protagonista irresistibile, provvista di ironia ed ingegno, immune all’usura del tempo e giunge fino a Selina Kyle ovvero Catwoman: donna dalle sette vite che ci regala un’immagine di felina indipendenza, segno intangibile di grande libertà che ogni individuo dovrebbe esercitare.  

       Catia Mattiuzzo

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