19 gennaio 2013

Glenn Gould - Le variazioni Goldberg

Glenn Gould

Glenn Gould
ha inciso le Variazioni Goldberg due volte. La prima volta, nel 1956 dandone un'interpretazione estremamente controversa ed eterodossa per i tempi, che lo ha subito portato all'attenzione del pubblico mondiale, sancendo l'inizio della sua brillantissima e breve carriera concertistica. Gould, infatti, all'apice del successo, ritenendo che il rapporto con il pubblico inquinasse fatalmente la sua concentrazione musicale, decise, nel 1964, di non dare più concerti per dedicare la propria vita alla ricerca pura ed alla registrazione.

15 gennaio 2013

Il ballo - Irène Némirovsky (Racconto - 1930)


Quattordici anni, i seni che premono sotto l'abito stretto da scolara, che feriscono e impacciano il corpo debole, infantile... I piedi grandi e quelle lunghe bacchette con all'estremità due mani arrossate, dalle dita sporche d'inchiostro, che magari un giorno diventeranno le più belle braccia del mondo... Una nuca fragile, capelli corti, incolori, secchi e leggeri...
In questo incalzante e raffinatissimo racconto lungo, Antoinette, una quattordicenne che sin dalle prime pagine si presenta insofferente, si sente soffocata dalla presenza dei genitori. E, nonostante la giovane età, ricorda con ardore i severi rimproveri, seppur lontani nel tempo, impartiti dai genitori alla presenza di altri. Cresce quindi nella giovane, piano piano, ma caricandosi sempre più ferocemente, un sentimento di fastidio, di irrequietezza, che quasi sfocia nell'odio. Antoinette è sognatrice, dall'intelligenza affilata; i genitori invece, diventati ricchi improvvisamente, preoccupati di apparire opulenti più che ricchi di esperienza e di fatica, non riescono a cogliere la sensibilità e i desideri della figlia adolescente. La madre sopratutto, la vera antagonista.

9 gennaio 2013

Il diavolo in corpo - Raymond Radiguet

Il diavolo in corpo

Devo aspettarmi dei rimproveri. Ma che cosa posso farci? È forse colpa mia se compii dodici anni qualche mese prima che la guerra fosse dichiarata? Probabilmente i turbamenti provocati da quel periodo straordinario furono d'un genere che non si prova mai a quell'età; ma dato che non esiste nulla di abbastanza forte da invecchiarci malgrado le apparenze, era destino che mi comportassi come un bambino in un'avventura che avrebbe messo in difficoltà persino un adulto.

5 gennaio 2013

La peggior recensione

Geoffrey Rush in La migliore offerta
Geoffrey Rush in La migliore offerta


Ho visto al cinema La migliore offerta, l’ultimo film di Giuseppe Tornatore. Ne avrete già ampiamente sentito parlare in TV: è la storia di un importante esperto d’arte molto refrattario ai rapporti umani (in particolar modo femminili) alle prese con una giovane e misteriosa donna.
Non ho potuto fare a meno di pensare a questo film forzando una metafora sull’Italia di quest’ultimo anno. Sono assolutamente certo che Tornatore, alla spericolata metafora che vi proporrò, risponderebbe con l’affettuoso sorriso che si riserva agli imbecilli. E avrebbe ragione. Però io mi diverto con poco… lasciatemela dire questa sciocchezza.


31 dicembre 2012

Lettera di Capodanno

             

 Le temps, le temps toujours recommencé…
Dicono che repetita iuvant;
che il secondo bacio è più sapiente del primo,
che il bis d’un minuto felice
s’insaporisce d’un miele che ci sfuggì quella sera…
Ma l’anno che ritorna col suo rauco olifante
A soffiarci dentro le orecchie
l’ennesima Roncisvalle,
e ingrossa i fiumi, impoverisce gli alberi;
l’anno che nello specchio del bagno conserva
a uno svogliato rasoio la barba sempre più bianca;
l’anno che cresce su sé con l’ingordigia dei numeri,
sgranando sul calendario
il recidivo blues del Mai più…
chi oserebbe dire che meriti il bacio del Benvenuto?
chi potrebbe giurare che non sia peggio degli altri?
Il male si raddoppia e repetita non iuvant.
Eppure…
Eppure nella tombola arcana del Possibile
fra i dadi e il caso la partita è aperta;
gonfiano fiori insoliti il grembo d’una zolla;
lune mai viste inonderanno il cielo;
due ragazzi in un giardino
si scambieranno i telefoni, i nomi,
stupiti di chiamarsi Adamo ed Eva;
verrà sotto i balconi
un cieco venditore d’almanacchi
a persuaderci di vivere…
Crediamogli un’ultima volta.

Gesualdo Bufalino, “Lettera di Capodanno”, da: Tommaso e il fotografo cieco ovvero Il Patatràc, Bompiani, 1996, pag.162