29 marzo 2020

Paure, ansie e apprensioni da Covid-19: dentro la malattia

Vi ricordate i lunghi giorni dell'assedio di Sarajevo? Noi li abbiamo vissuti da questa parte della barricata, ma sarebbe meglio dire da questa parte dello schermo, perché abbiamo semplicemente visto dalla TV e dalle foto ciò che avveniva. La vita da reclusi degli abitanti, l'ansia di chi doveva andare a fare la spesa col rischio d'essere ferito se non ucciso da un cecchino, le corse per evitare d'essere intercettati e poi le stragi del mercato dove una granata maciullava gente inerme. Quelle paure sono distanti, al massimo filtrate dalle immagini drammatiche eppure reali. L'attuale epidemia di Coronavirus sembra configurarsi con una modalità simile. Si resta a casa, ma si deve uscire a fare la spesa o andare al lavoro e si rischia. Si rischia d'essere colpiti da un cecchino invisibile da cui poi si deve cercare di guarire rischiando a volte la vita...

13 marzo 2020

Saramago - Cecità (audiolettura)

josé saramago

Tutto cominciò con un'auto ferma al semaforo e con il conducente che improvvisamente afferma di non vede più, anzi di vede tutto bianco: è diventato improvvisamente cieco! Una volta soccorso però accade che anche le altre persone che gli sono state a contatto diventano cieche e così avanti, si scopre così in poco tempo che è scoppiata una vera e propria epidemia di cecità.

9 marzo 2020

Galimberti e il concetto di “impestato” al tempo del Coronavirus

emergenza Coronavirus

L’emergenza Coronavirus nell’inesorabile avanzata del contagio apre spazi di riflessione importanti. Il riposo forzato per molti e la limitazione dei contatti tra le persone favoriscono un inevitabile momento di introspezione. L’intangibilità del contagio, l’invisibilità del virus (se non per i suoi effetti) e il rischio potenziale di incontrare una persona infetta, amplifica un inevitabile sentimento di angoscia: la paura cioè per qualcosa che non si conosce e non si può vedere.

24 febbraio 2020

La Cappella Sansevero spiegata da Jago


Jago è un giovane scultore di grande talento, su cui sarebbe interessante soffermarsi ulteriormente, il quale ci descrive la Cappella Sansevero di Napoli come raramente succede. Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare egli non parla del significato delle sculture, dei simboli e di tutto ciò che una comune guida potrebbe raccontare. Jago parla da scultore, perché è dell'arte scultorea che a lui preme confrontarsi...

10 febbraio 2020

Il primo vero amore di D’Annunzio: Giselda Zucconi

D'annunzio
D’Annunzio in un'incisione di Ephraim Moses Lilien

Girando tra i mercatini di libri vecchi mi imbatto in un volume di Ugo Ojetti dal titolo Cose viste edito nel 19281. Il libro copre il triennio 1926-1928 e fa parte di una serie di sette volumi dove Ojetti (1871-1946) aveva raccolto gli articoli scritti per il Corriere della Sera nell’arco di 15 anni, dal 1923 al 1939. Oggi Ojetti è praticamente dimenticato anche per il suo passato di fascista e l’adesione alla Repubblica Sociale Italiana (Gramsci scrisse di lui che “la codardia intellettuale dell’uomo supera ogni misura normale”) ma Indro Montanelli in un articolo del 2000 ne ha rivalutato le qualità di giornalista e scrittore2.