24 gennaio 2019

In viaggio con Erodoto - Ryszard Kapuściński (Autobiografia - 2004)

In viaggio con Erodoto

Anch’io, come molti altri probabilmente, durante le lezioni di letteratura greca ho lasciato viaggiare la mente, con i gomiti poggiati su un banco di legno e gli occhi sognanti davanti ai racconti delle avventure di Erodoto. In balia degli eventi, come direbbe “il greco”, mi sono ritrovata tra le mani questo libro ed ho iniziato a leggere.


Siamo nella Polonia del 1951 quando lo scrittore e futuro reporter sente parlare per la prima volta di Erodoto durante le lezioni di storia greca. Non lascia trapelare molti dettagli su quanto queste abbiano potuto influenzare la sua scelta lavorativa. Comunica semplicemente al lettore che, così come se fosse stata la cosa più naturale del mondo:
«Terminai gli studi e cominciai a lavorare in un giornale. Si chiamava Sztandar MlodychNella mia qualità di principiante, seguivo soprattutto le Lettere al Direttore. Vi si denunciavano torti e miseria: mucche requisite dallo stato, villaggi senza corrente elettrica.»
La carriera del giovane inizia come da routine: affari, notizie, cronaca interna. Ma il varco della frontiera non tarda ad arrivare. L’anno dopo, Ryszard, un po’ spaventato e diffidente, è già in volo verso l’India. Ma non viaggia solo, le storie del suo fedele compagno, lo accompagnano in ogni nuova scoperta. 

Nella vecchia Delhi la gente vive in modo bizzarro, cerca di fare qualche soldo esponendo merce sui marciapiedi e vedendo oggetti di ogni genere. Vive di poco e continua a sorridere perché quel poco gli basta. È forse questo il significato più profondo dell’umiltà. Nella Pechino del presidente Mao, arriva in una giornata polverosa e grigia, col desiderio di vedere la Grande Muraglia
«I cinesi hanno innalzato la Grande Muraglia per difendersi dalle mire espansionistiche delle irrequiete tribù nomadi mongole che, con eserciti e mandrie, irrompevano dalle steppe mongole, dai monti dell’Altaj e dal deserto del Gobi attaccandoli, minacciandone il regno e terrorizzandoli con lo spauracchio di stragi e schiavitù.»
Ryszard cerca di divulgare le informazioni con lo stesso occhio imparziale di Erodoto. Quest’ultimo è affascinato dalle imprese dei grandi uomini e decide fortemente di fissarle su carta così da non essere dimenticate. Narra dell’incontro tra Solone e Creso; della sconfitta della Lidia per mano persiana, causata dalla brama di possesso; delle divinità egizie:
«gli Egiziani sono quelli che per primi fra gli uomini celebrarono grandi solennità religiose nazionali e cortei sacri e da loro hanno appreso i Greci.» 
Nel 1960 il nostro reporter si trova a Khartum, nel cuore del Sudan. Il sole cocente impedisce di godersi appieno le attività durante il giorno, mentre la sera fresca anima la città. Tutto si sarebbe aspettato da Khartum, tranne di essere accolto, in un piccolo stadio, dal concerto di Amstrong e la sua compagnia. 
Immerso nelle battaglie tra Persiani e Sciti (400 a.C), nel 1979 la realtà lo porta proprio a Persepoli antica città persiana fondata da Dario. E proprio qui ha l’occasione di notare le tracce del passato e i cambiamenti del presente. Ci sono ancora i Propilei, la Sala delle Cento Colonne, il Palazzo di Dario e l’Harem di Serse. “È una grande città di palazzi e templi in pietra posata su una gigantesca terrazza scavata nel fianco delle montagne che si ergono di colpo dalla pianura”.

I viaggi di Ryszard proseguono in Congo dove vede la guerra, la fame, la disperazione; In Etiopia dove intraprende tragitti balzani in compagnia di Negusi; in Algeria, punto di incontro tra la cultura araba e la cultura cristiana. Ed Erodoto nel frattempo continua a raccontare la storia di Dario e del suo successore Serse. 

Il nostro ormai affermato reporter ha letto e riletto quelle pagine ed ogni volta ha captato qualche insegnamento nuovo. Ha imparato ad osservare il destino delle persone, gli stati d’animo che influenzano le scelte, il modus vivendi dei popoli. Come prima di lui Erodoto, ha imparato ad essere un uomo del suo tempo.

Siate curiosi.


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