Si sa quanto sia difficile, di una donna, intendere i lineamenti segreti, i crocicchi dei nervi, le maree degli umori, le impronte digitali dell'anima. E quanto sia ancora più difficile penetrarne veramente il corpo, al di là d'una effimera presunzione di possesso carnale. Lo stesso accade con la donna Sicilia, volta a volta una medusa che impietra e una 'Mater dolorosa' trafitta al cuore da sette pugnali. Forse così converrebbe che un pittore la ritraesse: una Madonna Erinni, con un'aureola sul capo e, sotto la cuffia azzurra, cento viperette nascoste...
Della Sicilia e dei siciliani non mancano meravigliose descrizioni, profonde analisi sociali, coraggiosi affronti e contraddittori spergiuri. C'è chi li ha amati, chi invece li ha odiati, chi li ha fraintesi (li giustifichiamo però, l’incoerenza è nel carattere stesso della Sicilia). Eppure, in questo assedio d’emozioni, difficilmente si è riuscito a carpire un senso univoco (che non c'è, lo sappiamo tutti) dell'isola e dei suoi isolani. Forestieri o isolani che siano, nei loro occhi ingannati dalla natura selvaggia e atroce della luce, trovare il momento di sintesi è tutt'altro che facile. Lo abbiamo scritto poche righe sopra: la Sicilia è terra di contraddizioni, di antitesi, di ossimori; è questo il senso... Sempre uguale e sempre diversa, affabile e scontrosa a un tempo, virtuosa e insieme viziosa, blasfema e religiosissima, feroce e misericordiosa...