12 gennaio 2021
L'estate muore giovane a Castle Rock o in un paesino del Gargano
30 novembre 2020
Rodari e il fantastico errore
22 novembre 2020
Intervista a Ginevra Roberta Cardinaletti autrice del libro "Il sorriso è dei forti"
In un periodo di difficoltà e di ansia come quello che stiamo vivendo, sorridere sembra essere diventato un lusso. Per Ginevra Roberta Cardinaletti, invece, è l'unica (o quasi) forza a cui aggrapparsi. Proprio come recita il titolo del suo nuovo libro, Il Sorriso è dei Forti (Edizioni Aloha). Autrice che negli ultimi anni, con le sue precedenti opere letterarie (Il Peggio è Passato e gli ho Sorriso, Undici Donne e Ci Vediamo Fuori Luogo) ci ha abituato ad uno stile frizzante, fresco, romantico, ma al tempo stesso profondo e ricco di personale introspettiva. Come personale è Il Sorriso è dei Forti, un tuffo nel mondo di Ginevra Roberta Cardinaletti, dove i protagonisti sono le tante persone che incontrate nel suo percorso e che tanto l'hanno arricchita in termini di sentimenti ed esperienze umane. Un nuovo capitolo nell'attività letteraria di Ginevra Roberta Cardinaletti, un volume pronto ad affascinare e, perché no, a strappare un sorriso. Ma sentiamo cosa ci ha raccontato di se stessa, e del suo più recente lavoro, la brava Ginevra Roberta Cardinaletti...
15 ottobre 2020
Un giallo in versi: indagini del commissario Magrelli
Con questi versi Valerio Magrelli (Roma, 1957) apre la sua «piccola ma nutrita enciclopedia del reato» come lo stesso commissario la definisce nella quarta di copertina, opera che nasce da una profonda insofferenza verso la recente “giallizzazione” della letteratura contemporanea.
6 ottobre 2020
Invito al viaggio: da Dante a Over the garden wall
Osservazioni (semi) serie sul II canto dell’Inferno e sulla miniserie animata Over the garden wall
«Ma la modernità di Dante?», questo si domanda Carlo Verdone nel film Gallo cedrone; infatti non esiste autore più moderno di Dante Alighieri: le sue opere, in primis la Commedia, hanno ancora molto da insegnarci. La letteratura non ha età: i tormenti dell’animo umano non mutano, i sentimenti e le emozioni non cambiano aspetto nell’avvicendarsi dei secoli. Ecco perché, ad esempio, testi come il II secondo canto dell’Inferno possono descrivere alla perfezione un nostro stato d’animo, come se ci fossimo confidati con l’autore e questi avesse deciso di mettere tutto per iscritto!
Quanti nel corso della propria vita hanno dovuto affrontare un viaggio importante? Quanti invece sono in procinto di lasciare la propria terra, la propria zona di comfort, per dirigersi verso una nuova, distante mèta? Qual è l’emozione predominante? Sicuramente la paura ed il dubbio!
Nulla di allarmante, anche Dante provò questi stessi tormenti.
10 febbraio 2020
Il primo vero amore di D’Annunzio: Giselda Zucconi
D’Annunzio in un'incisione di Ephraim Moses Lilien |
Girando tra i mercatini di libri vecchi mi imbatto in un volume di Ugo Ojetti dal titolo Cose viste edito nel 19281. Il libro copre il triennio 1926-1928 e fa parte di una serie di sette volumi dove Ojetti (1871-1946) aveva raccolto gli articoli scritti per il Corriere della Sera nell’arco di 15 anni, dal 1923 al 1939. Oggi Ojetti è praticamente dimenticato anche per il suo passato di fascista e l’adesione alla Repubblica Sociale Italiana (Gramsci scrisse di lui che “la codardia intellettuale dell’uomo supera ogni misura normale”) ma Indro Montanelli in un articolo del 2000 ne ha rivalutato le qualità di giornalista e scrittore2.
6 giugno 2019
«Parlo con Paul Auster?» «Qui non c’è nessuno che si chiami così.»
«Parlo con Paul Auster?»«Qui non c’è nessuno che si chiami così.»
14 gennaio 2019
Edgar Allan Poe: un uomo che intrise di mistero anche la sua morte
15 maggio 2018
«A escrita é um delírio organizado». António Lobo Antunes e il profumo delle parole
12 marzo 2018
E’ – dicono – la Regina del Pulp. Ma la sua corona è ereditaria…
Il mio nome è Starlet. Non so perché i miei mi abbiano chiamato così. Nemmeno loro lo sanno. Non amano le cose facili, già collaudate.
Comunque Starlet mi piace. È insolito, diverso come me. Anche la figlia di Marisa Berenson si chiama Starlet. Mi diverte la faccia che fa certa gente quando sente il mio nome. Se mi chiamassi Laura o Sabrina, nessuno ci farebbe caso.
28 dicembre 2017
Come Bufalino può cambiare la vita
Ritratto di Bufalino (dal libro In fondo agli occhi. Ritratti siciliani di Arturo Patten - Edizioni di passaggio editore) |
2 dicembre 2017
«Morire, come ogni altra cosa, è un'arte». Due scomparse indecenti e una morte ambiziosa
Giuseppe Tomasi
di Lampedusa
|
Gesualdo Bufalino
|
Rino Gaetano
|
Mi applicai, per puro amore della materia e dei suoi effimeri portatori, alla elaborazione di malattie che fossero rispetto alla morte aditi e corridoi, atrii, anticamere fastose, vestiboli; coltivai la mira di fare del morire grazie ad opportuni affanni del corpo un itinerario interminabile e sacro […].
Giorgio Manganelli
6 agosto 2017
La vita in un bagaglio a mano. Consigli per l’uso di Gabriele Romagnoli
9 aprile 2017
Universale e particolare nella poetica di Kafka
20 febbraio 2015
Il peso della storia - Il grande quaderno (A. Kristóf, Trilogia della città di K., PT. I)
12 novembre 2014
La Venezia eterna secondo Brodskij
Quando Iosif Brodskij lascia l'Unione Sovietica nel giugno del 1972, fuggendo da una censura nei suoi confronti sempre più opprimente, opta per un breve soggiorno in Europa, precisamente a Vienna, dove grazie alla complicità di W. H. Auden riesce ad ottenere un posto presso la University of Michigan. Appena cinque mesi dopo il suo approdo negli States il giovane scrittore si trova nuovamente in Europa, stavolta sulle sponde dell'Adriatico, attratto da qualche reminiscenza di letture di Henry de Régnier e da una serie di dodici datate cartoline color seppia appartenenti alla nonna di una sua amante che ritraevano una città meravigliosa, avvolta da una densa atmosfera invernale, estremamente intrigante e vagamente somigliante alla sua San Pietroburgo. Quel luogo era Venezia, e nel freddo Natale del 1972, mettendo piede nella città che più di tutte amerà, il visitatore ricorda con un tono enigmatico che «molte lune fa il dollaro era a quota 870 e io ero a quota 32. Il globo era anch'esso più leggero – due miliardi di anime in meno – e il bar della Stazione, in quella gelida sera di dicembre, era deserto». A dispetto del traumatico primo impatto con la città lagunare Brodskij vi si recherà con una certa assiduità nel corso dei successivi diciassette anni; e proprio nel 1989, due anni dopo l'assegnazione del Nobel per la Letteratura all'autore russo, il Consorzio Venezia Nuova commissiona la stesura di un'opera in qualche modo celebrativa e definitiva sulla Serenissima.
15 settembre 2014
Un Leopardi inaspettato
27 marzo 2014
Il “veleno” e la donna nella letteratura scandinava: Tove Ditlevsen
25 marzo 2014
Ipotesi filologica su un’epigrafe di Brancati
sue braccia senza cadere nelle sue mani.
Ambrose Bierce
2 novembre 2011
Due racconti di Alberto Savinio
Nel mondo c’era la Testa. Poi venne la Croce. Allora Testa e Croce si misero a giocare a testa e croce, e tutto il male viene da lì.Alberto Savinio, Occhio n. 6
Alberto Savinio, L'annunciazione, 1932, coll. priv. |
Avevo letto di Savinio solo una cosa, la raccolta di racconti Casa «la Vita», e già avevo ammirato la sua lingua pastosa, riccioluta, insolentemente inutile. Alberto Savinio ha sempre (ingiustamente) sofferto la “sindrome del fratello famoso” («Savinio?», «si, il fratello di De Chirico»). Non lo meritava, lui che aveva ideato col fratello la Metafisica e che aveva finito per non goderne la fama indaffarato com’era ad arrischiare nuove strade e nuove forme d’espressione e forse, come si vocifera, volontariamente oscurato dal fratello, col quale ruppe ogni rapporto dopo anni di benefici traffici artistici.