31 gennaio 2012

L'orologio a palette e il teleindicatore Solari

Teleindicatore solari
Teleindicatore solari. Foto di Gabriel White (da Flickr)

L'orologio a palette nasce da un'idea e dall'abilità meccanica di Remigio Solari che assieme al fratello Fermo fonda la  ditta Solari, che diverrà celebre in tutto il mondo proprio per questo prodotto e per altri direttamente correlati. Remigio infatti inventa un sistema che permette la scansione del tempo attraverso un sistema meccanico a palette. Una prima idea viene abbozzata poco prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, da cui giungerà anche la nascita della macchina timbra cartellino che utilizza proprio questo sistema. Ma è nel 1947 che prende davvero avvio il progetto del famoso orologio chiamato Cifra 5.


30 gennaio 2012

Gaspard de la Nuit - Aloysius Bertrand (Poema in prosa - 1836)

Gaspard de la Nuit - Aloysius Bertrand

Dodici maghi danzavano un girotondo sotto la grande campana di Saint-Jean. Uno dopo l'altro evocarono la tempesta, e rintanato nel mio letto contai spaventato dodici voci che in processione attraversarono le tenebre.
Ispiratosi evidentemente alla drammaticità di una certa pittura e al fantastico romantico di Hoffmann, tanto che il sottotitolo recita: «Fantasie alla maniera di Rembrandt e di Callot» - il primo a simboleggiare i chiaroscuri dell'interiorità, il secondo la forma dell'apparenza –, Bertrand ci anticipa alcune delle successive idee 'maledette', simboliste e surrealiste. Opera sperimentale, alchemica direi, in cui si incontrano e coagulano fantasie medioevali, pittura, musica, poesia, prosa, filosofia.

29 gennaio 2012

In ricordo di Vincenzo Consolo

Vincenzo Consolo

«Eh, la penna… Hai il dono della penna!» gli diceva Cicco Paolo.
«E tu della parola.»«Parlo si, e quel che dico svanisce come il fumo…»«Sai ragionare»«Forse… ma immaginare è meglio…»Vincenzo Consolo, Nottetempo casa per casa
Abbiamo tutti, noi del gruppo originario di Elapsus, chi più chi meno, un debito di riconoscenza verso Vincenzo Consolo. La sua incessante ricerca sul suono delle parole, sulla musicalità del verso; la sua indagine archeologica sulle espressioni dialettali, il suo pastiche letterario, ci hanno insegnato tanto. La notizia della sua morte ci ha molto colpito, per ricordarlo vi rimando ad un bel post scritto da Fabio Stassi per Minima & Moralia, il blog della casa editrice Minimum fax.

Stassi ricorda i suoi incontri personali con Consolo: nel 1995 alla Biblioteca di Storia contemporanea della Sapienza di Roma, dove il gruppo organizzatore aveva invitato anche José Saramago, ma il Dipartimento si era opposto perché non lo aveva ritenuto un personaggio così noto.

25 gennaio 2012

La cremazione dei morti nel tempio di Pashupatinath

tempio di Pashupatinath

In maniera inspiegabile alcuni paesi hanno da sempre esercitato un fascino particolare nel mio immaginario.
Sin da piccolo, dalle radici della mia fantasia, alcuni luoghi emergevano più di altri, come inafferrabili gemme in mezzo al grande calderone dei paesi del mondo, creando inevitabilmente in me un'attrattiva misteriosa ed irresistibile.
Così è stato per il Vietnam, l’Ecuador, la Cambogia, il deserto Algerino, la Mongolia... ed anche per il fantomatico Nepal, impervio cuore dell’Asia meridionale.
L’immagine accesa della capitale, Kathmandu, insieme all’incredibile scenario della catena dell’Annapurna, l’Himalaya, l’Everest e il K2 continuano, oggi come allora, ad essere autentici miti inestricabilmente connessi con le pluriennali leggende sugli instancabili portatori ed eccezionali guide di alta montagna, gli impareggiabili sherpa.
Ma anche la sacralità dei templi induisti e buddisti non si sottrae al magnetismo di un paese diventato rifugio di ciò che una volta era il libero Tibet, ormai da decenni divenuto territorio cinese.
Nel dicembre del 2009 anch'io ho avuto la fortuna di visitare quei luoghi.

23 gennaio 2012

Elegante e austero: l’ultimo Faletti

Tre atti e due tempi

Non avevo mai letto niente di Faletti, a parte qualche riga rubata durante le frettolose “sniffate” in libreria. L’ultimo suo libro pubblicato, uscito alla fine del 2011, Tre atti e due tempi – Einaudi, dodici euro – mi ha davvero sorpreso. Certo, ormai Faletti è una firma sicura e accettata, nonostante il “peccato originale” dello strepitoso successo commerciale dell’esordio, anche dalla critica più esigente. Il potente critico del «Corriere» Antonio D’Orrico, poi, è un suo dichiarato ammiratore. Ciò non toglie che da un autore di thriller che dispone di una platea di lettori così ampia, non mi aspettavo questa qualità. Tre atti e due tempi è un romanzo sussurrato, elegante, educato, scritto con parole precise e misurate. Certe atmosfere da provincia sonnolenta care a Simenon e la solitudine del protagonista sono davvero ben descritte: