Dalla Russia di fine ‘800 emerge un’opera tanto arcana quanto moderna, misteriosa nella sua potenza narrativa immaterica e, allo stesso tempo, di un pragmatismo tutto moscovita. L’autore, Vladimir Sergeevič Solov'ëv, filosofo, teologo, critico letterario e poeta, ci pone davanti a una visione-racconto su come, quando e con quali connotazioni emergerà l’ultimo Nemico dell’Uomo. Egli, osannato dalle masse, verrà accolto come Salvatore dell’intera umanità. Una Collettività ignara di aver ceduto al sommo inganno della ragione, accecata da un mare di buon senso dove però risiede un vuoto senza ritorno.