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20 gennaio 2012

Indagine su un artista al di sopra di ogni sospetto

L’arte non è più altro, ormai, che un’idea prostituita nella sua realizzazione.
Jean Baudrillard

È […] assurdo dire che l’arte contemporanea è inesistente e che tutto ciò non porta a nulla, perché è proprio questa la sua funzione vitale: quella di illustrare la nostra inutilità e la nostra assurdità.
Jean Baudrillard

Un tranquillo posto di campagna

Certo, con gli artisti, quelli veri, fare paragoni è impossibile, ognuno è un mondo a sé; ma quando mi capita di rivedere uno degli undici film che hanno onorato la breve carriera di Elio Petri, non posso fare a meno pensare a lui: Stanley Kubrick.

Kubrick e Petri non hanno niente in comune, tranne una cosa: hanno ostinatamente sperimentato. Tutta la vita. Ogni film un genere diverso, ogni film uno stile registico differente. Dall’esordio con il giallo/noir L’assassino, al drammatico (tra Neorealismo e Nouvelle vague) I giorni contati; dalla commedia, con Il maestro di Vigevano, alla fantascienza, con La decima vittima, fino al film apertamente politico, il suo più noto e probabilmente migliore, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto. Petri è stato un artista eclettico, un generoso contaminatore di linguaggi. Eppure, a una attenta analisi dei suoi film, non sfugge la chiave di lettura di tutta la sua opera: la società, il popolo.

6 gennaio 2012

BIOS Vincent “Il muro ha un suono”


BIOS Vincent
Dodici (2011), Polistirene, cemento, sparo, cm 265 x 312

A Palermo la stagione espositiva del 2012 promette grandi sorprese: Palazzo dei Normanni inaugura il 13 gennaio 2012 Il muro ha un suono, personale di BIOS Vincent, a cura di Martina Cavallarin. Una mostra coraggiosa e fuori dall’ordinario che conferma la spiccata propensione del Parlamento Siciliano a cogliere e far proprie le dinamiche di contaminazione che i linguaggi dell’arte contemporanea sono capaci di attivare.

3 gennaio 2012

Film Blu. La stoffa dell'essere

film blu 
Ma dietro l’esistente che cade da un presente all’altro, senza passato, senza avvenire, dietro questi suoni che si decompongono, si squamano, e scivolano verso la morte, la memoria resta la stessa, giovane e ferma come un testimone spietato.
Jean Paul Sartre 

Film Blu parla della libertà, delle imperfezioni della libertà umana. Fino a che punto siamo veramente liberi?
Questa domanda è il filo di Arianna del regista Krzystof Kieslowski, con il quale intesse il primo film della sua trilogia dedicata ai valori della Rivoluzione Francese: Libertà (Film Blu), Uguaglianza (Film Bianco), Fratellanza (Film Rosso). 


2 ottobre 2011

Intervista a Graziano Cecchini

Graziano Cecchini

L’imprevedibile Graziano Cecchini, classe 1953, ha un solo obiettivo: risvegliare le coscienze degli uomini verso l’azione e la critica.
I suoi primi gesti eclatanti risalgono all’ottobre del 2007 quando versa del colorante rosso nella Fontana di Trevi e nel gennaio del 2008 lasciando cadere 500mila palline colorate dalla scalinata di Trinità dei Monti verso Piazza di Spagna.
Pochi mesi fa il suo ultimo blitz futurista in Piazza della Repubblica, sempre a Roma, questa volta l’obiettivo è la Fontana delle Naiadi (fontana realizzata da Mario Rutelli bisnonno di Francesco Rutelli, ex sindaco di Roma), ne tinge l’acqua di rosso, bianco e verde e posizionando un busto di donna in gesso con dei rubinetti al posto dei seni, grida: «IO NON CI STO perché la cultura, così come l’acqua, è di TUTTI e DI TUTTI deve restare!»
Cecchini, artista anticonvenzionale, come ama definirsi, è sempre in prima linea contro l’ arroganza del potere e in attesa di una sua nuova irriverente performance attraverso questa intervista cerchiamo di conoscere meglio chi è questo futurista del terzo millennio.


30 giugno 2011

Cattivi maestri: Giuseppe Pagano

Domani penserò alla morte […]I miei amici parleranno/di piccoli affari domestici/ quando mi seguiranno al cimitero/ E non vale avvertire: non venite!/Ci vengono/ E verranno magari da lontano/e parleranno di cose segrete/ che io non saprò mai:/le coincidenze dei treni/ o i progetti di nuove città. Almeno sghignazzassero pensandomi/vivo e scurrile e triviale:/ Mi sentirei ancora presente/come quando parlavo con loro/ di merda e di amori e di arte/ Una volta ero un uovo maturo/ Ma sarà bello non sentire/ il pianto di Paola/Sarà sottile sottile/ e maledirà Dio
Università Bocconi

Giuseppe Pagano, Università Bocconi, Milano, 1937-41_foto da: Corriere.it

C’è un uomo dal volto incavato e due occhi che la sofferenza, il dolore e la resa, ha ormai quasi spenti. Non ne può più. Scrive, stremato. Ha esaurito tutte le energie. Di più, vuole morire.

Un uomo così non potrebbe mai essere Giuseppe Pagano; la sua sfrontata vitalità, la sua incondizionata passione non gli consentirà mai dinieghi, tentennamenti. Soprattutto nei momenti decisivi.

24 marzo 2011

Il volto del domani, le facce dell’oggi


The face of tomorrow

Il linguista settecentesco Melchiorre Cesarotti, già traduttore di Omero e di Ossian, nel suo saggio Sulla filosofia delle lingue introduce il concetto di Genio, inteso come il carattere originario e tipico di un popolo. L’intellettuale affronta questo argomento per contrattaccare le tesi dei cosiddetti “puristi” del linguaggio, i quali rifiutano categoricamente la possibilità che nella lingua italiana possano entrare parole straniere. Secondo loro, infatti, l’uso di qualsiasi termine alloglotto corromperebbe irrimediabilmente il nostro idioma.
Il ragionamento del linguista padovano si basa sul fatto che ogni lingua, così come ogni popolo, ha delle caratteristiche proprie che lo rendono unico e riconoscibile. Per genio, quindi, possiamo intendere l’inclinazione naturale di una determinata cultura, la sua indole, il suo spirito o, insieme, le sue caratteristiche più intime.
Ma come mai parto da così lontano, da considerazioni forse troppo erudite e, in apparenza, per niente pertinenti? Perché, guardando le immagini di The face of tomorrow, mi è venuto in mente proprio Cesarotti e il suo Genio. Face of tomorrow è un progetto open source che si basa sul morphing, ovvero la creazione di compositi facciali generati dalla sovrapposizione di immagini che vengono interfacciate via software in base ad alcuni punti notevoli, come il profilo degli occhi, del naso e così via. Pioniera di questa tecnica è un’artista americana, Nancy Burson, che ha sviluppato software usati anche dalla polizia per il riconoscimento e il ritrovamento di bambini rapiti.

19 marzo 2011

Gino Severini, frammenti di vita parigina

Gino Severini

Gino Severini non è solo un pittore italiano nel novecento a cavallo tra cubismo, futurismo e nuove avanguardie; egli è un testimone del suo tempo, un artista che prova a comprendere la sua epoca descrivendo l’arte e gli artisti attraverso la pittura e la scrittura. Ne La vita di un pittore racconta le sue vicende artistiche ma anche i suoi incontri con personalità come Balla, Boccioni, Marinetti, Picasso, Modigliani e Apollinaire. Un ritratto lucido e obiettivo quello di Severini, artista umile quanto basta per poterne esaltare le sue doti di equilibrato osservatore.

1 marzo 2011

Michael Wolf e la Google Street Photography


Google Street View

Chi non ha mai usato Google Street View per curiosare, per guardare la propria casa, il proprio quartiere o una città che vorrebbe visitare? Michael Wolf, un fotografo tedesco, però, ha usato questo servizio per scattare delle fotografie senza mai spostarsi dal proprio appartamento. Ha passando ore ed ore su Google alla ricerca di particolari curiosi o significativi. Quello che ha ottenuto è la raffigurazione un giorno di straordinaria quotidianità in un mondo che scorre fluviale nella sua normalità.


24 novembre 2010

Esistenza, mistero e femminilità nell’arte di Gabriel von Max

Scheletro von max
Scheletro dal sito glaubenssache-online.ch
Se fossero musica le opere di Gabriel von Max sarebbero accompagnate dalla melodia struggente e mistica della sinfonia n. 3 di Mahler, da quella tiepida sicurezza che le note a tratte calme del compositore, regalano a chi le ascolta. Non è però solo così. Dopo aver calmato l’orizzonte passionale dell’uomo, riducendolo nelle note meno tristi, il momento tragico impiega poco a tornare attraverso le note agghiaccianti e a tratti fastidiose della oscillazione musicale. La musica, come l’arte, rappresenta l’infinita parabola umana, con i suoi colori scuri accanto ai pastelli chiari, con le ombre generate dalla luce, in un gioco di contrasti che spiega nel suo ossimoro l’intera esistenza umana. E’ in questo gioco che l’uomo si muove nella sua pesantezza, nella impossibilità di dominare l’immenso, nella incapacità di comprendere persino se stesso. A tratti così poeticamente leopardiane, le scene di von Max rimandano al paesaggio infinito, la scena dello sconfinato vuoto che la natura impone all’uomo, sobbarcando su di lui l’onere di essere più di una scimmia pensante. Manca in lui, però, la presenza dell’elemento naturale, della forza anche distruttrice e non solo benevola della natura che riprende ciò che una volta ha donato; il triste annuncio del ritorno alla terra suggellato dalla magnificenza del mistero della vita, è tutto presente nell’uomo stesso, come a dire che la natura nella sua indecente crudeltà vive e alberga nell’uomo stesso, non ha bisogno di palesarsi. Von Max, infatti, ai paesaggi naturali preferisce le immagini degli uomini, dei corpi di bellissime donne morte, distrutte dopo una notte in cui la lascivia ha preso il sopravvento dopo un ballo praghese; preferisce lo studio delle sagome delle scimmie attraverso il Mittel artistico.

15 ottobre 2010

L’esperienza mistica di Godard: dalla fenomenologia alla vita

Due o tre cose che so di lei
Copertina del film di Godard Due o tre cose che so di lei

La parola che non ha più degno riscontro nella società dell’immagine, la parola che perde la sua funzione descrittiva in favore della preminenza visiva, immediata delle sigle che appaiono sui palazzi di una Parigi in piena crisi socio-culturale silenziosa, espressione della catastrofe mondiale – maggiormente europea – del nichilismo è ciò che Jean-Luc Godard, a distanza di tempo, ha saputo evidenziare nelle sue fattezze originarie.

26 settembre 2010

Cattivi maestri: Giuseppe Terragni

Casa del Fascio di Como
Facciata della Casa del Fascio di Como_Foto di Stefano C. Manservisi (Flickr)
Immaginate una forma di governo particolarmente oppressiva, diciamo una dittatura; immaginatela retorica e reazionaria. Immaginate la maggiore crisi economica mondiale che l’occidente abbia mai avuto. Immaginate ora un architetto dalle stravaganti idee che operi nel suddetto regime e alle suddette angustie economiche. Cosa resterà di questo architetto, della sua “ricerca” se, come se non bastasse, interrompa la sua carriera professionale a soli 39 anni? 
Se l’architetto è Giuseppe Terragni rimarranno svariati capolavori e il privilegio d’essere stato il primo (e il più rappresentativo) razionalista italiano.

21 settembre 2010

Andrea G. Pinketts ricorda Claude Chabrol

La vita è un cortometraggio. Hai voglia di fare un kolossal ma non basta la pellicola.
Andrea G. Pinketts, Nonostante Clizia

Claude Chabrol


Rien ne va plus. Fine dei giochi. Il maestro è morto. 

Claude Chabrol si è spento il 12 settembre, a 80 anni. Per ricordarlo abbiamo intervistato Andrea G. Pinketts, autore che condivideva col regista francese stima, amicizia e interessi.

23 maggio 2010

La Video art di Bill Viola

Bill Viola

Oggi viviamo in un’ epoca in cui l’importanza e il riconoscimento di un’artista deriva sempre più spesso dal giudizio esclusivo di un ristretto gruppo di esperti.
C’è un’artista invece che con i suoi video e le sue installazioni riesce a coinvolgere un ampio pubblico: Bill Viola. Newyorkese classe ’51, artista unico e geniale, esponente della visual art, lavora con il pubblico e non contro di esso, la sua arte è per tutti, per l’uomo comune più che per gli intenditori.
La video arte si afferma nel contesto artistico degli ultimi anni ’60, in una fase di slancio creativo e sperimentale; ed è proprio in questi anni che Bill Viola inizia la sua carriera artistica affiancando i padri fondatori della visual art: Bruce Nauman e Nam June Paik.



31 marzo 2010

La Morte: quattro quadri a confronto

Il 3 di maggio 1808 a Madrid goya

Il tema della morte è stato utilizzato nell’arte per rappresentare, sotto forme diverse, il trapasso verso un’altra dimensione ma anche per diffondere messaggi sociali, religiosi o politici. Dalla tipica iconografia medievale del memento mori, l’interpretazione di questo soggetto è mutato radicalmente assieme alla società e ai costumi, attraverso una pittura fatta di stilemi ora realistici, ora romantici, ora astratti...

20 marzo 2010

L’architettura italiana e la “sindrome di Manganelli”

Giorgio Manganelli
Giorgio Manganelli

Leggete questo:
 
Se ogni discorso muove da un presupposto, un postulato indimostrabile e indimostrando, in quello chiuso come embrione in tuorlo e tuorlo in ovo, sia, di quel che ora si inaugura, prenatale assioma il seguente: CHE L'UOMO HA NATURA DISCENDITIVA. Intendo e chioso: l'omo è agito da forza non umana, da voglia, o amore, o occulta intenzione, che si inlàtebra in muscolo e nerbo, che egli non sceglie, né intende; che egli disama e disvuole, che gli instà, lo adopera, invade e governa; la quale abbia nome potestà o volontà discenditiva.

Tra il 1964 e il 1990 un pazzo s'è aggirato per gli anditi oscuri della letteratura italiana, l'autore di questo e d'altri manicomi verbali: Giorgio Manganelli.

8 gennaio 2010

L’arte (proto)pop di Walter Sickert

Walter Sickert
Walter Sickert, foto di George Beresford

«Tutto è rappresentazione. Se reciti bene inganni gli altri, se reciti male inganni te stesso».
Sarebbe piaciuta a Walter Sickert questa frase che Zhang Yimou mette in bocca ad una sua attrice in Lanterne rosse - se avesse potuto udirla, cinquant'anni dopo la sua morte.


5 settembre 2009

L’arte della follia: Filippo Bentivegna

Filippo Bentivegna

Negli anni Cinquanta un pittore svedese scelse Sciacca per soggiornare assieme alla moglie in Sicilia. Trovando il paesaggio incantevole preparò tele e pennelli per immortalare i volti contadini e i paesaggi bruciati dal sole. Lavorò alacremente, finché soddisfatto dei risultati decise di organizzare una mostra personale in un ex albergo del paese; l’iniziativa rese il pittore piuttosto famoso, tanto da attirare l’attenzione di artisti e uomini di cultura saccensi. Dopo aver stretto amicizia con essi ebbe modo di parlare delle tradizioni siciliane, della leggendaria Isola Ferdinandea, ma anche di un saccense ritenuto da tutti un folle: un folle che ossessivamente scolpiva teste in pietra…


22 aprile 2009

Futurismo = Velocità+Arte+Azione

Balla

È stato relegato ingiustamente in un angolo per molti anni, bistrattato come fosse un movimento secondario: eppure il Futurismo era la prima avanguardia artistica italiana, un movimento che ha influenzato il Raggismo e il Costruttivismo Russo nonché le successive arti del novecento. La “colpa” risiede forse in quell’adesione fin troppo evidente alle euforie belliciste e a quel fascismo che, per giusta causa, resta fin troppo scomodo.
Ad un secolo di distanza da quella nascita, una valutazione oggettiva del movimento è ormai possibile. Per questa ragione Milano, capitale del futurismo oggi come ieri, sceglie di celebrare il centenario con una grande esposizione a Palazzo Reale: Futurismo 1909-2009 Velocità+Arte+Azione.