28 luglio 2021

Gero Marino (Un libro sogna)


Oggi conosceremo Gero Marino, un altro giovane autore che ha scelto la strada dell’auto pubblicazione. Il libro dal titolo Gocce di parole è una raccolta di 37 racconti di varia natura, dall’horror, al romantico, al noir, alla fantascienza. La fantasia di Gero non ha confini e nemmeno la sua simpatia. Venite a conoscerlo. Buon ascolto!

21 luglio 2021

La fine dell'arte

Mi sono spesso occupato, in alcuni articoli e post, di evidenziare come l'arte contemporanea sia molto spesso un'arte fredda, priva di pathos e non spesso incomprensibile. Tramite una rinnovata aura di elevazione intellettuale, buona parte delle opere d’arte contemporanee non sono comprensibili al grande pubblico se non con l'ausilio di un critico che fa da pontifex tra l’empireo dell'artista e la gente comune. Ma al di là del tema, qual'è la radice filosofica da cui nasce la diffusa percezione di una "fine dell'arte"?

15 luglio 2021

La Monaca di Monza: nel nome del padre, nel segno del peccato

Se su la porta dell’Inferno è scritto: Lasciate ogni speranza, o voi ch’entrate su la porta de’ monasteri ancora puossi scrivere il medesimo.

Vi siete mai chiesti cosa possa significare nascere in una famiglia aristocratica del XVII secolo? Cosa possa comportare essere una figlia femmina nell’imperativo di un universo patriarcale?
Avete mai immaginato cosa voglia dire sentire l’austero cigolio del portone di un monastero chiudersi eternamente alle nostre spalle?

12 luglio 2021

Intervista a Giuseppe Raudino

Giuseppe Raudino

In attesa del suo prossimo libro, ho intervistato Giuseppe Raudino, docente di comunicazione all’università di scienze applicate di Groninga (Paesi Bassi) e scrittore di romanzi. Nel 2019 sono usciti Mistero nel Mediterraneo (edito da Genesis Pulishing) e Stelle di un cielo diviso (edito da Polidoro).

6 luglio 2021

Il cinema della diaspora: fenomenologia di un tema

Alì ha gli occhi azzurri

A cavallo tra il XX e il XXI secolo, quel fenomeno di scambio economico/commerciale meglio conosciuto come “globalizzazione”, coincise con lo spostamento di masse che, provenendo soprattutto dalle regioni più povere, erano dirette verso altri paesi in cerca di opportunità. Osservando chi abbandonava la propria patria, cercando di mettere radici altrove, molti registi iniziarono a considerare la centralità della migrazione sul grande schermo, nonché la sensazione di sentirsi sospesi tra due culture, il disagio di parlare la lingua di una minoranza e per molti aspetti il vedersi tagliati fuori dalla vita sociale.